Teoria e pratica di pane e pomodoro è un gustoso saggio su questa preparazione, scritto dal celebre fotografo spagnolo Leopoldo Pomés (1931-2019). La Graphe.it edizioni lo ha tradotto e pubblicato in Italia: del resto il pane e pomodoro è un piatto tipicamente mediterraneo capace di unire culture distanti tra loro.

Parliamo di questo libro con Roberto Russo, che è il traduttore e anche l’editore della Graphe.it edizioni.

Si sente, al giorno d’oggi, sempre più il consiglio di „mangiare con attenzione“: come mai?

Per citare Virginia Woolf: «Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene». Nutrirsi con attenzione – senza cadere nell’ortoressia – è un gesto di amore verso se stessi e verso l’ambiente.

In un percorso di ritorno al gusto naturale, un piatto non dovrebbe avere più di 5 ingredienti. Con pane e pomodoro gli ingredienti sono due: la coppia perfetta?

Aggiungendo il sale, il pane e pomodoro conferma la sentenza di origine medievale Omne trinum est perfectum. Difficile migliorare un piatto che è già perfetto: sfido chiunque a trovare qualcosa di più semplice di una fetta di pane con qualcosa sopra. Se questo qualcosa è poi un pomodoro, rosso, ricco di sapore, allora tocchiamo veramente vette altissime come, con ironia e arguzia, fa notare Leopoldo Pomés nel suo trattato su questa preparazione.

Pan y tomate non manca nella tradizione catalana. Come è entrato a farne parte e come riesce a rimanere „eterno“.

Il come non è facile individuarlo: Pomés propone un paio di idee suggestive in merito che affondano la loro radice nel caso. Perché, spesso, le idee migliori nascono proprio così. Il pane e pomodoro è diventato talmente caratteristico della Catalogna che nel film La vita è facile a occhi chiusi di David Trueba, troviamo il seguente scambio di battute in una osteria: «Cos’è questo?». «Pane e pomodoro. Probabilmente il maggior contributo della Catalogna alla storia universale». «È buonissimo». Non credo ci sia altro da aggiungere dopo aver detto di un piatto che è buonissimo.

Come si coniugano semplicità e gourmet?

Qualche tempo fa per motivi di lavoro ho partecipato a un incontro con diversi chef noti in Italia (e molti di loro erano stellati). Ne ho intervistati alcuni e a tutti ho chiesto quale fosse il loro piatto preferito. La risposta è stata più o meno uguale per tutti: un piatto di spaghetti al pomodoro. Per questi chef, abituati alla preparaazione di piatti sopraffini e di livello, il massimo resta comunque uno dei primi che hanno reso celebre l’Italia nel mondo: tanto buono, quanto semplice. Forse a volte si pensa che gourmet significhi elaborato, mentre io credo che sia proprio il contrario.

E come si coniugano passione, cibo e vita?

Come possono non coniugarsi? Preparare un buon cibo è un intenso gesto di passione verso la vita. Senza la commistione di questi tre elementi potremmo al massimo avere qualcosa di mangiabile che alla fine sazia pure, ma che certamente non fa bene. Perché nella preparazione di un piatto la passione fa la differenza.

Prossimi progetti letterario-culinari?

Come casa editrice abbiamo alcuni titoli particolari in catalogo: uno sui cachi e uno sul pane carasau, giusto per citarne un paio. Al momento abbiamo in cantiere un testo che coniuga ricette e racconti, ma è ancora in fase embrionale. Con Teoria e pratica di pane e pomodoro di Leopoldo Pomés è stato amore a prima vista. Ci piacerebbe avere in catalogo altri titoli scritti così bene e in maniera tanto profondamente goliardica. Continuiamo a scandagliare in giro e senza dubbio qualcosa prima o poi troveremo.

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