L’Anpi, l’associazione nazionale partigiani d’Italia c’è anche in Germania con le sezioni di Colonia, Berlino e dall’anno scorso Francoforte, raccolte sotto il sito bilingue.

Perché l’Anpi anche in Germania? Lo chiediamo a Alvise Grammatica, uno dei fondatori della sezione di Francoforte.

Il senso dell’Anpi non è solo garantire la memoria del momento fondativo della nostra comunità nazionale post bellica ma anche per promuovere la Costituzione e i valori che incarna: antifascismo, democrazia e libertà. Per questo pensiamo che anche in Germania che ci sia spazio per raccogliere una domanda di impegno civile, di azione collettiva e i fatti ci danno ragione.

Che cosa vuol dire riconoscersi nella Resistenza quando sono oggi molte le voci critiche anche revisionistiche sulla Resistenza?

La memoria pubblica della Resistenza è cambiata nel corso dei decenni ed è ondeggiata fra due estremi: prima c’era una specie di agiografia della Resistenza, immobilizzata in una sorta di monumento, oggetto di ritualità e retorica. Intorno agli anni Novanta, con il venir meno dell’esperienza dei partiti che davano continuità a quell’esperienza nel panorama politico, si è assistito a una forte messa in discussione della Resistenza anche con forme di revisionismo storico e, in generale, con ragionamenti di tipo qualunquista che concorrono tutti a una svalutazione di quell’esperienza. Riteniamo invece che quell’esperienza storica, unica, abbia rappresentato un momento di estrema vitalità civile e democratica che si è opposta all’oppressione nazifascista. È stato un elemento di riscatto.

Nel saggio del 1995 su “Il fascismo eterno” Umberto Eco elencava come riconoscere oggi il fascismo. L’Anpi fa un lavoro analogo?

Quando la Costituzione afferma che la sovranità è del popolo e parla dei principi che ci guidano, dobbiamo intendere che non ci sono solo le responsabilità delle istituzioni nel perseguire questi valori ma che anche il popolo deve sentirsi corresponsabile a perseguirli nella propria azione quotidiana e civile. Questa è una visione di democrazia attiva e l’Anpi, che non è un partito politico, che non cerca ruoli nelle istituzioni, si pone in quest’ottica di dare una casa a chi si riconosce nei valori democratici per incidere nella società.

La sezione di Francoforte è nata in pandemia. Questo però non vi ha intimoriti e i vostri eventi in videoconferenza sono molto seguiti, per esempio quello sulla riunificazione tedesca e quello su Casa Pound. Che cosa avete in cantiere?

Stiamo organizzando un progetto che coinvolgerà le scuole dove si fa italiano per far conoscere il fascismo, la Resistenza e quali sono i fondamenti della Costituzione. Poi abbiamo un filone storico di approfondimenti. Stiamo programmando la festa del 25 aprile con eventi bilingui. Come terzo filone vogliamo affrontare temi civili sempre tenendo la Costituzione come faro: la tutela del paesaggio, la crisi della democrazia, i populismi. Infine siamo in rete con associazioni tedesche perché vogliamo partecipare alla vita pubblica locale. Recentemente l’Anpi ha partecipato alla manifestazione in commemorazione dell’attentato razzista di Hanau.

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