Foto di ©pasja1000 Pixabay

Non è la prima volta che il governo ci prova; ma questa volta, finalmente, la pensione base, la cosiddetta Grundrente, è giunta a destinazione, vale a dire nelle tasche di chi ne ha veramente bisogno. Un esempio pratico: una donna che ha lavorato per 39 anni come parrucchiera percepisce – mediamente – una pensione di 746 euro al mese. Con la Grundrente saranno 941 euro, 195 euro in più.

Dopo un lungo percorso, durato oltre due anni, la Große Koalition riesce a mettere il punto sulla questione e chiuderla definitivamente: chi ha versato contributi per almeno 35 anni (Grundrentenzeit) – in alcuni casi anche fino a 33 anni – ha il diritto alla pensione di base.

Le autorità pensionistiche, tuttavia, sono tenute ad esaminare caso per caso, richiesta per richiesta.

Difatti, se un richiedente ha un introito consistente, ad esempio derivante dal patrimonio che possiede (affitti, canoni e reddite) non potrà usufruire della pensione base, ma è tenuto a spendere ciò che ha – un po’ come coloro che fanno richiesta di ALG II (il sussidio meglio conosciuto come “Hartz IV”).

La stessa cosa vale, ad esempio, se il coniuge ha un introito. Vale a dire: se una coppia ha un introito mensile pari a 1950 euro, la pensione base che percepirà sarà ridotta del 40 per cento rispetto all’introito che supera questo importo.

Il ministro Hubertus Heil del partito socialdemocratico ha stimato che in Germania saranno circa 1,4 milioni i cittadini che potranno usufruire della pensione base. La legge sulla Grundrente entrerà in vigore molto probabilmente a partire da gennaio 2021, se riuscirà a passare in parlamento: la lettura del disegno legge avverrà nelle prossime settimane; nonostante le critiche pare, tuttavia, che i partiti del governo abbiano raggiunto un accordo.

Stando a quanto riporta il settimanale Der Spiegel pare che soprattutto donne e cittadini dei nuovi Bundesländer potranno trarre profitto da questa legge. I costi per lo stato sono per adesso contenuti: le stime vanno da 1,4 fino a 1,8 miliardi di euro l’anno. Soldi che, comunque, rientreranno nel circuito dell’economia tedesca.

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