Nella foto: Giornali. Foto di ©CdI

Libertà di stampa e indipendenza editoriale, il contributo dello Stato e la critica responsabile

Capita come una scadenza ad orologeria. Ogni talvolta che il nostro Giornale esce con un articolo critico verso l’amministrazione, gli organismi elettivi degli italiani all’estero, verso qualche parlamentare e via dicendo, subito arriva l’osservazione: ma come? Voi ricevete i contributi dello Stato!

Questo “Ma come?” Significa nient’altro che, se ricevi dei contributi non devi permetterti di avanzare critiche, osservazioni pungenti e satira contro chi, a quel momento, gestisce il potere ed ha i cordoni della borsa in mano.

La solidarietà alla Stampa è figlia della Costituzione!

Chiariamo che la legge di bilancio 2022 – 2024 ha sancito il “Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria” con 90 milioni di euro per l’anno 2022 e 140 milioni di euro per l’anno 2023. E da dove viene tanta generosità? Semplice. Dalla nostra Costituzione! È la nostra Costituzione che sancisce la libertà di stampa. Libertà di stampa che lo Stato deve tutelare affinché la stampa non sia gestita solo dai potenti, dai ricchi e facoltosi. Libertà di stampa significa libertà di parola, nel rispetto della morale e delle leggi ma, appunto, libertà garantita dallo Stato.

Ora, si immagini un editore miliardario, che se ne importa di bilanci e profitti e che usa il proprio organo di stampa per monopolizzare le informazioni e la pubblica opinione. Allora lo Stato fa da garante e mette in pratica quello che già aveva anticipato Voltaire, il quale diceva più o meno, “Non sono della tua opinione, ma mi farei uccidere affinché tu possa esprimerla”.

Il contributo serve anche affinché si trattino temi che interessano gli italiani all’estero

Ecco qua. E ancora per chiarire le idee a tutti: è lo stesso Consiglio dei Ministri, con il suo Dipartimento per l’informazione e l’editoria, a chiarire il perché dei contributi alle “imprese editrici di periodici italiani diffusi all’estero” quando stabilisce che ”Il contributo è volto a sostenere le imprese editrici di periodici italiani all’estero che trattano argomenti di interesse per le comunità italiane, al fine di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana nonché la promozione del sistema Italia all’estero.

Tutto chiaro? Qui si parla di “argomenti di interesse per le comunità italiane all’estero”. Se problemi con i servizi consolari, l’atteggiamento bizzarro dell’uno o l’altro presidente Comites, qualche mancata informazione agli italiani da parte degli organismi eletti per rappresentarli, qualche parlamentare eletto all’estero che agisce palesemente contro gli interessi della comunità italiana all’estero non fanno parte degli “argomenti di interesse per le comunità italiane all’estero” allora chiudiamo baracca e buona notte.

Immaginate un po’ se ricevere un contributo dal Consiglio dei ministri significasse scrivere solo bene di chi a quel momento è a Capo di quel consiglio. Il Giornale diventerebbe una bandiera al vento. Per un anno e mezzo un monumento a Draghi, per tredici mesi uno a Conte per quaranta mesi uno a Meloni e così via.

Il meccanismo è un altro. Ogni volta che è stata diffusa un’immagine storta del nostro Paese all’estero, abbiamo reagito per correggerla. Ogni volta che abbiamo visto come l’amministrazione si allontana dai bisogni dei cittadini italiani all’estero, abbiamo reagito e ogni volta che dall’Italia sono partiti impulsi positivi, abbiamo reagito. Il tutto con un grande senso di responsabilità e serietà e quando l’uno o l’altro nostro articolo è palesemente polemico è annunciato come tale poiché l’intento è sempre quello di fare nascere un dibattito, provocare una reazione, stuzzicare chi si nasconde dietro una comoda scrivania.

Non sarà il contributo ministeriale a condizionare il nostro pensiero

Abbiamo citato grossolanamente Voltaire? Ora lo facciamo anche con Immanuel Kant, sulla cui tomba è scritto; “Zwei Dinge erfüllen das Gemüt mit immer neuer und zunehmender Bewunderung und Ehrfurcht, je öfter und anhaltender sich das Nachdenken damit beschäftigt: Der bestirnte Himmel über mir und das moralische Gesetz in mir” – Due cose hanno soddisfatto la mia mente con nuova e crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato persistentemente il mio pensiero: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me.

È chiaro? La legge morale dentro di me e dentro di noi, che si chiama Etica Cristiana e Sociale, non il contributo che ci dà il Ministero per comprare carta e inchiostro per la stampante.