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Anatomia, funzione, patologia, diagnosi, cure

Anatomia

La prostata è un organo del corpo umano che si trova esclusivamente nel maschio. Quindi qualsiasi attività di quest’organo influenza solo e solamente l’essere umano di sesso maschile. Anatomicamente è di forma quasi rotonda come una noce che appartiene è fa parte dell’apparato genitale maschile in sede pelvica cioè nella parte inferiore interna del bacino. Il suo peso è di circa 20 grammi Per completezza qui bisogna aggiungere anche le parti esterne che sono il pene e lo scroto in cui sono contenuti le gonadi (testicoli) e le vie spermatiche che a ritroso convergono e si contattano con la prostata e le vescicole seminali. Lasciando da parte ulteriori dettagli e ritornando al nostro organo prostatico bisogna dire che influenza notevolmente le vie urinarie intrapelvine. Si trova al di sotto della vescica e davanti al retto ed avvolge la parte iniziale dell’uretra, vale a dire immediatamente all’inizio della via urinaria, avvolgendola quasi come uno scialle.

Se ne deduce, quindi, cosa si potrebbe verificare se la via urinaria, (uretra in questo caso prostatica) venisse compressa dalla prostata in caso di patologia benigna o meno che ne provocasse la variazione della sua normale forma, consistenza o volume!

Col trascorre degli anni, o a causa di alcune patologie, può ingrossarsi ed aumentare di volume causando, per la sua specifica sede anatomica, problemi alla minzione, all’eiaculazione o alla defecazione. La prostata è composta da una parte ghiandolare e da una componente fibro-muscolare. Se ne deduce che le eventuali malattie possono interessare una o tutte e due le strutture.

Funzione

La parte ghiandolare produce il liquido prostatico, essenziale per la vitalità dei gameti maschili (spermatozoi). Inoltre è presente il cosiddetto PSA (Prostate-Specific Antigene). Indicatore, quest’ultimo, della buona funzione della prostata. Come sappiamo, il dosaggio del PSA nel sangue viene usato come iniziale screening per la diagnosi di cancro della prostata. Un elevato livello ematico deve essere inteso come possibile segnale di allarme ed indurci ad ulteriori accertamenti. Essa è sensibile agli ormoni ed in particolare agli ormoni sessuali maschili detti androgeni, prodotti dal testicoli, dove il testosterone svolge un ruolo determinante come pure il DHA (diidrotestosterone), che in caso di aumentata produzione influenzano i cosiddetti caratteri sessuali secondari come la peluria o predisponendo alla calvizie androgenetica ed alla ipertrofia prostatica.

Patologia

È difficile, se non addirittura quasi impossibile, spiegare cosa vuol dire patologia; ha un significato che, di volta in volta e a seconda delle sfere del sapere e del sentire in senso lato, si diversifica nella spiegazione delle sensazioni che ogni essere umano „sente o percepisce“ individualmente e quindi soggettivamente. In medicina e quindi nella semiotica medica si cerca di accorpare dei segni che possano portare ad un quadro unico clinico come linea guida di base.

Innanzitutto dobbiamo distinguere i vari quadri patologici tra infiammazione e infezione anche se i due fenomeni possono essere concomitanti ma non necessariamente entrambi presenti. Inoltre bisogna differenziare l’Ipertrofia prostatica benigna (IPB) dal cancro prostatico.

Prostatite

Infiammazione della ghiandola prostatica. Qui è necessario puntualizzare che la prostata avvolge la parte e iniziale dell’uretra, quindi sarebbe opportuno chiamarla uretroprostatite. La causa non deve esser necessariamente d’origine batterica ma può essere provocata da abitudini alimentari o minzionali come pure da pratiche sessuali. Da non confondere con la cistite (infiammazione della vescica urinaria) che può essere chiarita da controllo medico tramite esplorazione rettale e adeguate indagini cliniche. Si evidenzia quindi la necessità di eseguire un esame fisico-clinico ed anche batteriologico della urine!

Ipertrofia prostatica benigna (IPB)

L’80% di chi ha superato i 65 anni soffre di questa patologia. Molti evitano le cure per molteplici fattori , non ultimo anche la complessità del sistema sanitario ed il fatalismo dell’invecchiamento. Se ne parla poco con il medico di famiglia, e chi è sotto i 50 anni sottovaluta questa patologia. Non esiste, di fatto, una adeguata informazione e preparazione a questo tipo di malattia. Ci si trova in un preoccupante “sommerso” in quanto i sintomi della IPB sono simili al cancro della prostata. La IPB colpisce oltre 6 milioni di cittadini ma oltre la metà non la curano man mano si va avanti con l’età. Un tipico esempio dell’ingrossamento della prostata, che ha abbondantemente superato il suo volume e peso originario di 20 g, è la ritenzione urinaria acuta, una condizione che richiede la cateterizzazione d’urgenza e in casi estremi l’asportazione della prostata. Purtroppo ci si presenta dal medico solo quando i sintomi esistono da tempo e diventano intollerabili. Fatalismo? Timore? Pudore? No!! Disinformazione e negligenza.

Alcuni segni indicativi sono andare spesso ad urinare durante la giornata (pollachiuria) o alzarsi molte volte durante la notte per andare ad urinare (nicturia). Da non trascurare che con l’invecchiamento si verificano fenomeni arteriosclerotici diffusi e perdita della componente muscolare liscia con deposito di tessuti fibrotici che alterano la funzionalità della prostata a cui si associa anche la riduzione degli ormoni steroidi maschili. La qualità della vita, anche sessuale, viene notevolmente compromessa. Da non sottovalutare infine la componente psicologica innescata dai disturbi suesposti.

Cancro della prostata

Tra i tumori maligni più diffusi nella popolazione maschile si annovera il cancro della prostata. Ciononostante i dati rilevati negli ultimi anni sono molto incoraggianti relativamente alla sopravvivenza dopo diagnosi e cura dei casi trattati.

Il cancro si può sviluppare sia dalla componente fibro-muscolare che da quella ghiandolare. Ma la componente ghiandolare è quella che ha rilevanza preponderante e quindi di tratta principalmente di un tumore che si sviluppa da questa componente anatomica.

Determinante ma non sempre dominante è l’ingrandimento della prostata sia come volume che consistenza che a sua volta determina una alterazione loco-regionale con conseguente disturbo delle funzioni degli organi ed apparati circostanti.

La prova più eclatante è il disturbo della minzione quale fattore che induce il paziente a consultare il medico di famiglia.

In Italia è il tumore più diffuso nella popolazione maschile raggiungendo il 18,5% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo. Nonostante l’elevata incidenza i casi infausti si stanno riducendo in quanto aumenta la diagnosi precoce di tale malattia maligna. Lo screening ematico tramite il test PSA ha notevolmente sensibilizzato la popolazione che, a sua volta, ha stimolato il medico di famiglia ad essere più empatico col paziente. Cosa che dovrebbe essere scontata ma non tanto.

Come tutti i tumori maligni esiste, anche per la prostata, una certa familiarità nella manifestazione della malattia per cui chi ha il padre o un fratello che ha sofferto di tale patologia deve essere abbastanza previggente a far fare indagini precoci per questa patologia.

Sintomatologia

Il quadro dei sintomi delle varie patologie che interessano la prostata si possono raggruppare come di seguito:

-dolore sovrapubico

-dolore perineale con irradiazione ai testicoli e/o all’ano

-dolore irradiato alla faccia interna della coscia

-bruciore al glande

-minzioni frequenti

-impellente e necessità urgente di urinare

-a volte incontinenza da urgenza

-dolore e/o bruciore durante la minzione

-sensazione di incompleto svuotamento vescicale

-sangue nello sperma.

È chiaro che la sintomatologia varia a seconda del quadro clinico se acuto come nella prostatite dei soggetti giovani oppure cronico come nella IPB dell’anziano o addirittura in chi soffre di cancro. In ogni caso numerosi sintomi sono comuni in tutte le malattie.

Diagnostica

Come primo approccio è determinante la storia clinica da riferire al proprio medico o specialista urologo. Difatti ,a mio modesto avviso, l’anamnesi è già una mezza diagnosi. Quindi nessuna vergogna a raccontare qualsiasi particolare su disturbi di cui si soffre anche della sfera sessuale perché molti uomini, anche in età non tanto avanzata, soffrono di questi disturbi.

Di seguito vengono elencate la procedure diagnostiche:

-esame digito-rettale che ci informa su forma, consistenza e posizione della ghiandola,

-sonografia pelvica,

-risonanza magnetica,

-computertomografia,

-esami ematici compreso PSA,

-indagine genetica nel caso di familiarità,

-biopsia in casi sospetti,

-esami delle urine.

Trattamenti terapeutici

Nei semplici casi di prostatite bastano gli antidolorifici associati ad antibiotici dopo previa dimostrazione di concomitante presenza batterica. Utile anche un adeguato consumo di bevande per pulire le vie urinarie ed eliminare la contaminazione batterica. Anche una sana alimentazione mantiene la prostata in ordine.

Nel caso di ipertrofia prostatica benigna esistono farmaci che rallentano la crescita della ghiandola, i cosiddetti Inibitori della 5-a-reduttasi e gli Alfa litici che abbassano la tensione delle cellule muscolari lisce della prostata migliorando lo svuotamento della vescica.

Tra le terapie chirurgiche e quindi invasive si annoverano: TURP – Resezione Transuretrale della Prostata per via retrograda delle vie urinarie.

Laserterapia

Chirurgia a cielo aperto cioè attraverso l’apertura dell’addome. Per quanto riguarda il cancro della prostata si dispone di diversi tipi di trattamento. Ognuno di questi presenta benefici ed effetti collaterali specifici. Si deve tener conto delle caratteristiche del paziente come l’età , aspettativa di vita, concomitanti patologie e grado della malattia prostatica per permettere allo specialista urologo di consigliare la scelta più adatta. Non tutto quello che si può operare deve essere operato. Ecco, valutare rischi e benefici. In soggetti anziani, a volte si sceglie di „aspettare” fino alla comparsi di sintomi che possono essere curati solo chirurgicamente. Si chiama „vigile attesa“ che gli anglosassoni chiamano -watchful waiting-. Altrimenti si interviene chirurgicamente asportando la prostata.

Oggi è frequente l’uso della robotica sempre più precisa e meno invasiva. In alcuni casi é necessaria la chemioterapia o la radioterapia come pure l’immunoterapia

A seconda dello stadio, evoluzione e tipologia delle cellule cancerogene, qualsivoglia approccio terapeutico deve essere sempre e comunque una scelta del paziente su proposta dello specialista ed in funzione della valutazione di rischi e benefici.

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