La signora F.C. di Berlino ha, in Italia, la sorella (classe 1949) collaboratrice scolastica di ruolo. All’inizio dell’anno scolastico 2017/2018, è stata collocata in pensione. A tutt’oggi, non ha ancora ricevuto l’importo del trattamento di fine servizio. La Lettrice ci chiede chiarimenti.

Da quanto abbiamo avuto l’opportunità di leggere, il trattamento spetta; ma ci sono dei tempi tecnici/burocratici da rispettare. Entro l’anno, la somma dovuta dovrebbe essere integralmente liquidata.

Il signor V.A. di Neuried ha, in Italia, una sorella (classe 1961) che è impiegata presso Poste Italiane dall’aprile del 1980. Il lettore ci chiede quando sua sorella potrà andare in pensione.

Se la normativa non cambierà, la sorella del nostro lettore potrà ottenere la pensione dal 2023.

La signora O.V. di Aach ha in Patria un nipote (classe 1955) che ha iniziato a lavorare nel 1970. Il lavoro è finito dopo aver maturato 845 settimane di contributi. La signora ci chiede se è maturato il diritto alla pensione di vecchiaia.

Molto dipende dal periodo contributivo. Se, al dicembre del 1992, erano maturati almeno 15 anni di versamenti, il diritto alla pensione andrà a essere operativo dal gennaio 2023.

Il signor F.A. di Bietigheim ha letto che in Italia le lavoratrici del comparto sanità, con almeno 20 anni di contribuzione, entro la fine del 2011, possono andare in pensione a 64 anni. Il lettore ci chiede conferma.

Con circolare 196/2016. Risulta che l’INPS riconosca il diritto di pensione all’età che c’è stata segnalata.

Il signor D.L. di Solingen ha, in Italia, una sorella (classe 1960), insegnante statale di ruolo dal 1989. Il lettore ci chiede se siano maturati i contributi ai fini della pensione.

La sorella del nostro Lettore ha 58 anni. Il diritto alla pensione di vecchiaia, se i dati ricevuti sono esatti, non scatterà prima del settembre 2030.

La signora P.F.G. di Lohof ha un fratello che ha maturato 1843 settimane di contributi previdenziali. Il lettore ci chiede quando il fratello potrà andare in pensione senza penalizzazioni.

Se la situazione previdenziale è quella che c’è stata segnalata, la pensione dovrebbe essere concessa, su domanda, nell’autunno del 2025.

La signora F.P. di Owen ci segnala di non aver ancora letto la nostra risposta a un suo problema previdenziale al quale tiene molto.

Ci scusiamo, ma la posta cartacea è molto lenta nell’essere recapitata. C’è anche da rammentare che le richieste sono parecchie e la rubrica è ospitata su un mensile. Però, rispondiamo a tutti.

Il signor V.D’A. di Bad Soden ha, in Italia, un fratello (classe 1959) che ha raggiunto, lo scorso anno, i 40 anni di contributi previdenziali. La pensione, però, non è ancora maturata.

Con l’attuale normativa, il diritto scatterà dal gennaio 2020.

IL Signor F.A. di Brenz, ha in Patria il padre (classe 1944) pensionato e orfano di guerra. Il lettore ci chiede se la sua posizione d’orfano di guerra preveda una maggiorazione del trattamento previdenziale.

Peccato che il lettore ci abbia scritto solo ora. Infatti, il diritto sussiste per effetto della Legge 140/1985. L’importo aggiuntivo è modesto (circa Euro 30 mensili). Meglio, quindi, rivolgersi a una sede dell’Opera nazionale degli Orfani di Guerra.

La signora D.L.K. di Kempten ci chiede se sua madre (classe 1953), con 30 anni di versamenti previdenziali, potrà andare in pensione l’anno prossimo.

Anche se la documentazione avuta in visione è scarsa, riteniamo che il diritto sia operativo nella primavera del 2020.

Il signor P.O. di Frankfurt/M. ha, in Italia, una sorella (classe 1952) che, da documentazione in atti, ha accumulato , alla fine del 2016, trent’otto anni di contributi. Il lettore chi chiede se sua sorella potrà ottenere la pensione di vecchiaia prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.

Se la documentazione fotostatica è esatta, il diritto dovrebbe essere maturato.

La signora E.M.W. di Bodman ha, in Italia, il padre (classe 1943) orfano di guerra e pensionato INPS. La lettrice ci chiede se il genitore avrebbe diritto a una maggiorazione previdenziale come orfano di guerra.

Il diritto sussiste dal 1985 (Legge 140). L’importo “aggiuntivo” è di Euro 30 mensili (importo al lordo). Anche se sono trascorsi parecchi anni, il diritto non è venuto meno. Basta presentare all’INPS un Certificato d’Iscrizione all’Opera Nazionale Orfani di Guerra.

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