Vediamo i quesiti del referendum dell’8 e 9 giugno. I referendum sono abrogativi, cioè votare SÌ significa cancellare una legge o una parte di una legge. Votare NO significa lasciare le cose come stanno.
COME SI VOTA
Il voto all’estero è riservato agli iscritti/e AIRE e per chi è fuori da almeno 3 mesi dall’Italia, in questo caso bisogna fare richiesta al comune di residenza.
!!!Ci sono dei ritardi nelle consegne dei plichi elettorali. I Consolati in Germania fanno sapere sui loro siti web di fare domanda di un duplicato al proprio consolato dopo il 25 maggio, se entro questa data non ti è arrivato a casa!!!
Nello screenshot sotto a mo‘ di esempio la comunicazione del Consolato Generale di Francoforte.

Vediamo i quesiti del referendum. I referendum sono abrogativi, cioè votare SÌ significa cancellare una legge o una parte di legge. Votare NO significa lasciare le cose come stanno.
CHE COSA SI VOTA: I QUESITI
Quesito 1. Abrogazione del decreto legislativo n.23/2015 : REINTEGRO
Attualmente è così:
se chi lavora in un’impresa con più di 15 dipendenti viene licenziato/a senza un motivo valido e fa ricorso per avere giustizia e il giudice gli dà ragione, succede però che non può riprendere il suo posto di lavoro se è stato assunto dopo il 7 marzo 2015, viene reinserito sul posto di lavoro se invece l’assunzione è avvenuta prima del 7 marzo 2015.
Vota SÌ se vuoi che il reintegro sia indipendente dalla data di assunzione.
Vota NO se vuoi lasciare le cose come stanno.
Quesito 2. Abrogazione dell’art. 8 della legge n. 604/1966 : RISARCIMENTO
Attualmente è così:
se chi lavora in un’impresa con meno di 16 dipendenti viene licenziato/a senza giustificato motivo, fa ricorso alla giustizia e il giudice gli dà ragione, riprende il suo posto di lavoro e riceve un indennizzo di sei mensilità. Per le piccole imprese che in Italia sono tantissime, si parla di oltre 3 milioni e 700.000 unità, la tutela delle lavoratrici e lavoratori è limitata sia nel tempo, soltanto per sei mesi, ma anche l’indennità è inferiore a quella data dalle grandi imprese. Quindi questo quesito vuole equiparare la tutela delle piccole imprese a quella delle grandi imprese
Vota SÌ se vuoi che sia il giudice a stabilire il risarcimento.
Vota NO se vuoi lasciare che siano sono le sei mensilità.
Quesito 3. Abrogazione dell’art.19 del decreto legislativo n.81/2015 : LIMITAZIONE CONTRATTI A TERMINE
Attualmente è così:
si possono fare contratti di lavoro a termine di 12 mesi per quasi tre anni senza darne la motivazione, mantenendo più a lungo in condizioni di precariato il lavoratore o la lavoratrice. In Italia, rispetto a quanto indicato dall’Unione europea, il rinnovo del contratto di lavoro a termine è prolungabile fino a 36 mesi: mentre la normativa europea prevede 24 mesi.
Inoltre non è stato sempre così: in passato bisognava i motivi previsti dalla legge per stipulare un contratto a termine di 12 mesi.
Vota SÌ per limitare l’uso dei contratti a termine.
Vota NO per lasciare le cose come stanno.
Quesito 4. Abrogazione dell’art. 26 comma 4 del decreto legislativo 81/2008 : SICUREZZA
Attualmente le regole degli appalti sono così:
un committente appalta dei lavori a un’impresa X che a sua volta subappalta dei lavori un’altra impresa Y. Questa subappalta a sua volta una parte dei lavori a un’impresa Z. Quando succede un incidente di solito la responsabilità per la tutela del lavoratore ricade sull’ultima azienda nella quale sta operando il lavoratore mentre invece quello che si chiede è che la possibilità vada rimessa all’azienda capofila, quindi a chi ha vinto l’appalto e a chi dopo subappalta. Molto spesso coloro che sono state vittime di incidenti sul lavoro non possono rifarsi sulla ditta subappaltatrice perché magari è già stata chiusa.
Vota SÌ per responsabilizzare il committente che appalta.
Vota NO per lasciare le cose come stanno.
Quesito 5. Abrogazione dell’art. 9 della legge n91/199 : TEMPO PER RICHIESTA CITTADINANZA
Attualmente è così:
un/a cittadino/a proveniente da un paese extra UE già legalmente soggiornante in Italia, paga le tasse, non ha pendenze con la giustizia, conosce la lingua italiana e ha un reddito annuo non al di sotto di 6.000 euro OGGI può fare domanda per avere la cittadinanza se ha vissuto legalmente e continuativamente 10 ANNI in Italia. Sono pochissime nell’Unione europea i Paesi che hanno un limite così alto, la maggior parte con tre o cinque anni possono avere accesso.
Il referendum chiede che siano sufficienti 5 ANNI di residenza legale per fare domanda di cittadinanza, che non significa ottenerla automaticamente.
Vota Sì se vuoi abbassare a 5 anni il tempo richiesto prima di fare domanda di cittadinanza.
Vota No se vuoi mantenere i 10 anni prima che si possa fare domanda di cittadinanza.
PERCHÉ ANDARE A VOTARE
Il referendum è uno strumento di democrazia diretta, dove gli aventi diritto al voto, si esprimono spesso su quesiti tecnici, su pezzetti di leggi, a volte di difficile decifrazione. I referendum abrogativi stralciano un pezzo della legge senza intaccarne il resto, per questo i quesiti possono risultare tecnici o complicati. I quesiti dell’8 e 9 giugno sono invece semplici e comprensibili. Il referendum poi sarà valido se parteciperanno al voto la metà degli aventi diritto al voto più uno.
Leggiamoli e comprendiamone il senso. Viviamo in Germania, a noi queste norme non toccano direttamente. Però come cittadini e cittadine italiane siamo chiamati a esprimerci su temi che possono significare il bene di nostri concittadini in Italia. Non è questo un motivo sufficiente per andare a votare?
La nostra repubblica è fondata sul lavoro: il lavoro è un aspetto imprescindibile per la vita e per garantire una prospettiva di vita dignitosa. Se il lavoro è precario, non tutelato, addirittura pericoloso per l’incolumità della persona, i lavoratori e le lavoratrici diventano soggetti ricattabili in una spirale verso il basso di lavori sempre più precari, sempre meno protetti e, a volte, anche meno dignitosi.
HAI BISOGNO DI ALTRE INFORMAZIONI?

In Germania si è formato un comitato per il SÌ ai referendum di diversi soggetti presenti sul territorio il cui scopo è far conoscere i quesiti in incontri pubblici. Puoi fare domande ed esprimere i tuoi dubbi.
Queste le città e gli appuntamenti per gli incontri informativi: il 14 maggio c’è stato a Wolfsburg; il 16 a Colonia; il 17 a Francoforte; il 27 sulla cittadinanza a Monaco; a Stoccarda non c’è ancora una data.
Sui social instagram: https://www.instagram.com/referendum5si_germania/ e https://www.facebook.com/profile.php?id=61575941426579&locale=de_DE si possono avere più informazioni sugli incontri dei comitati.
Il comitato in Germania per promuovere il SÌ al referendum è costituito da diversi soggetti promotori: Filef (Federazione italiana lavoratori emigranti e famiglie), i patronati Inca-Cgil, Acli, Ital-Uil, le quattro sezioni ANPI Germania, Rete Donne, i circoli PD, il Movimento 5 Stelle, l’associazione Possibile, il tavolo e il comitato NOAD (no autonomia differenziata) a cui hanno aderito diversi comitati territoriali.
Non è giunta finora conoscenza in redazione che esista un comitato in Germania che sostenga il NO, né esiste, sempre per quanto ne siamo finora a conoscenza, un comitato in Germania che sostenga l’astensione.