Chi legge i giornali si sarà sorpreso dalla virulenza degli attacchi che il premier subisce ogni giorno, pur avendo portato a casa, in pochi mesi di governo, riforme strutturali importanti come quella del Senato. Il premier risponde per le rime, per ora non intimorito. “Oggi è la partenza dei mille giorni. La verificabilità dei risultati è la grande rivoluzione nella politica italiana: nel momento in cui siamo accusati di ‚annuncite‘, malattia tipica di parte del ceto politico, rispondiamo con l’elenco di date a cui siamo auto-costretti". "Cosa prevede il nostro lavoro?
Parte il countdown, oggi è il giorno zero. Ne restano mille. Ogni giorno ci saranno elementi nuovi. Saremo giudicati a maggio 2017", ha sottolineato il premier. "Sarà il sito ‚passodopopasso. italia.it‘ a contenere ogni giorno gli elementi nuovi dell’attività di Governo – ha aggiunto. – Ho chiesto ai ministri Boschi e a Delrio di aggiornare il numero dei decreti attuativi e lo strumento dei fondi europei costantemente sul sito.
Entro 1000 giorni saremo un Paese civile, se non avremo arretrati sui Dl attuativi e se i denari dei fondi europei non saranno realmente dispersi come talvolta è acccaduto". E dalla Festa dell’Unità di Bologna, Maria Elena Boschi ha detto la sua: "Siamo un governo che mantiene gli impegni, diamo delle scadenze verificabili. A questo servono i mille giorni e il sito che il governo ha messo a disposizione di tutti i cittadini: perché in modo trasparente possano verificare gli impegni del governo che rispetteremo come sempre". Poi il premier è tornato a rassicurare sul bonus: "Non torniamo indietro sugli 80 euro: cercheremo di allargare il bonus", senza però creare "false aspettative", ha specificato.
L’Italia farà "le riforme mantenendo" il limite del "3%" e "utilizzando la flessibilità che l’Ue ci consente" di utilizzare. E ancora: "La Bce il 18 settembre darà 200 miliardi di euro alle banche perché li diano alle imprese, noi vigileremo perché le banche diano soldi alle imprese". Renzi non ha alcuna intenzione di procedere ad un rimpasto di governo, salvo la sostituzione di Federica Mogherini agli Esteri come effetto della nomina a Mrs Pesc. "Non c’è nessuna discussione sul rimpasto", ha assicurato in conferenza stampa. "Un ministro lascerà questo governo, si dimetterà il 25 o 26 ottobre dopo il voto del Parlamento europeo, e dal giorno prima inizieremo a pensare" al sostituto.
Ma "oggi è lei il ministro, la squadra degli Esteri funziona". E ironizza sui retroscena dei giornali: "Poi vedo straordinari virgolettati sui quotidiani, però mi ha insegnato Filippo (Sensi, il portavoce, ndr) che non devo mettere in discussione i giornali: dunque i virgolettati vanno benissimo pur non essendo virgolettati che mi appartengono". Inoltre, in merito alla riforma del lavoro "il problema non è l’articolo 18, non lo è mai stato e non lo sarà", ha continuato il premier.
L’articolo 18 "riguarda tremila persone in Italia ma è caratterizzato da anni e anni come l’unico problema delle tematiche giuslavoristiche". "Con la delega riscriviamo lo statuto dei lavoratori. Alla fine dei mille giorni il diritto del lavoro sarà completamente trasformato e l’Italia sarà un Paese semplice in cui investire o non investire"."La Germania – ha aggiunto – in questo campo è un modello, non un nemico".
E infine l’annuncio: "Adesso lo puoi dire, ci saranno mille asili nido in mille giorni". E‘ quanto ha affermato il premier rivolgendosi al sottosegretario Graziano Delrio. Negli ultimi dati economici "c’è elemento di profonda diversità tra Nord e Sud, che vede ancora di più divaricarsi la forbice. E su questo, per esempio, la logica dei mille asili nido è un elemento molto importante, che caratterizzerà l’azione di governo", ha concluso Renzi. Ce la farà il premier a riformare l’Italia nonostante l’Italia?
Intanto gli statali hanno annunciato uno sciopero “durissimo” contro il blocco degli stipendi. Le corporazioni si preparano a dare battaglia, e molta stampa le sostiene. Vedremo. Rimane certamente il fatto che al momento il Paese non ha alternative.