La Germania ha bisogno d’immigrati. Per compensare la sua cronica scarsità di forze di lavoro, dovuta al suo negativo sviluppo demografico, l’economia tedesca nei prossimi decenni avrà bisogno in media di 533.000 immigrati l’anno. Una piccola parte di queste forze di lavoro verrà anche dall’Italia con un tipo d’immigrante più giovane e più qualificato rispetto al passato, qualcuno persino con una laurea in tasca.

Una prospettiva interessante e della quale parliamo con il Console Generale italiano a Colonia, Emilio Lolli. “L’aumento dell’emigrazione italiana verso la Germania – esordisce Lolli – è un trend che risulta chiaramente anche dagli schedari della mia Circoscrizione Consolare. Prima della crisi economico- finanziaria del 2008-2009 negli schedari avevamo 105mila italiani residenti, adesso siamo quasi arrivati a 120mila. I nostri uffici accolgono quasi giornalmente persone che arrivano dall’Italia che hanno bisogno di essere assistititi e consigliati. C’è chiaramente una nuova ondata migratoria dall’Italia a causa dell’insoddisfacente congiuntura nel nostro Paese, peraltro al momento in fase di miglioramento, e in seguito al buon andamento dell’economia tedesca. Il livello scolastico dei nuovi arrivati è più elevato rispetto al passato, anche se ovviamente non sono tutti laureati.

La Germania è una terra di grandi opportunità, ma prima di venire uno farà bene a chiedersi se abbia i requisiti per potersi inserire in questa società. Se vengo in Germania senza conoscere una sola parola di tedesco, o sono un ingegnere astro-fisico e vado in un superlaboratorio e me la cavo con l’inglese, altrimenti è dura”. Per questa ragione il Console Generale Lolli a chi prossimamente dovesse decidere di venire in Germania a cercar lavoro consiglia di arrivare con una conoscenza della lingua possibilmente discreta. “La Germania è un’economia molto specializzata e ha anche una solidissima base industriale ad alta tecnologia, per cui i posti di lavoro richiedono la conoscenza dello strumento linguistico. Posti di lavoro nei quali sia soltanto sufficiente adoperare le mani stanno scomparendo, come del resto sta accadendo in tutte le altre società postindustriali avanzate”. Passando poi a esaminare parlare delle caratteristiche della collettività italiana nella Circoscrizione Consolare di Colonia che, al pari di altre regioni tedesche, si sono molto evolute, Lolli afferma di vedere oggi una comunità italiana molto ben inserita: “Lo dico non solo in conformità a ciò che vedo, ma anche a ciò che mi dicono i miei interlocutori tedeschi. Quando vado a parlare con i sindaci, con i presidenti di prefetture o con la polizia il commento è unanime: la comunità italiana non dà assolutamente problemi, è una comunità integratissima. Vedo anche una collettività molto diversificata e forse questo è un po’ qualcosa di diverso rispetto al passato quando avevamo una prevalenza di persone che andavano a lavorare nelle fabbriche o nelle miniere e che a suo tempo hanno grandemente contribuito alla resurrezione economica e sociale della Germania. Con il tempo la composizione sociale della nostra collettività è andata diversificandosi arricchendosi di figure professionali di altro tipo. Nel Nord-Reno- Westfalia abbiamo italiani che dirigono centri di ricerca medici, che sono a capo di cliniche cardiologiche.

Abbiamo dei professori universitari, abbiamo naturalmente anche moltissimi ristoratori, direi in altre parole, un piccolo microcosmo italiano in terra tedesca”. Non so se al giorno d’oggi sia ancora del tutto corretto parlare di emigrazione, prosegue Lolli. “L’Europa si fonda anche sulla libertà di movimento dei suoi cittadini e nel momento in cui una parte d’Europa va in crisi, è normale che da queste zone ci sia un flusso verso altre zone dell’Europa dove invece la congiuntura è più robusta”. Si tratta ancora di emigrazione? Secondo Lolli sarebbe più giusto parlare di libertà di circolazione delle forze lavoro.

I nuovi Comites

Chiuso così il tema delle caratteristiche della nuova emigrazione italiana, passiamo a parlare di un argomento di più stretta attualità, le elezioni dei nuovi Comites, gli organi che rappresentano le richieste e le esigenze della collettività italiana residente all’estero nei rapporti con gli Uffici consolari. “Innanzitutto – così il Console Generale Lolli – vorrei complimentarmi con il lavoro del precedente Comites che è rimasto in carica per ben dieci anni in luogo dei cinque previsti.

C’era quindi veramente bisogno di procedere al rinnovo di questi organi. Ultimamente le elezioni erano state rinviate per dare più tempo ai cittadini italiani per iscriversi alle liste elettorali. Il dato rilevante delle votazioni che si sono svolte ora in aprile è la bassissima affluenza della collettività perché nella nostra Circoscrizione Consolare abbiamo avuto un’effettiva percentuale di partecipazione elettorale di appena 1,64 per cento. Vale a dire poco più della metà della percentuale, già essa molto bassa, dei cittadini italiani qui residenti che si erano iscritti nelle liste elettorali della Circoscrizione Consolare di Colonia. Personalmente sono molto dispiaciuto di questa bassa partecipazione e tutti noi in Consolato ci aspettavamo molto di più. Avremo molto da lavorare in futuro per costruire un più forte rapporto istituzioni-collettività. Sarà necessario che il Comites entrante sia più sentito dalla collettività in modo tale che i nostri connazionali si rendano conto di quanto sia importante il Comites. Non mi resta che augurare buon lavoro ai rappresentanti del nuovo Comites con i quali sono prontissimo a collaborare. Molti di loro li conosco già, sono ottime persone e quindi le premesse sono buone”.

Per quanto riguarda le cause dell’indifferenza della collettività italiana nei confronti dei Comites, il Console Generale Lolli è del parere che la domanda va rivolta in primo luogo ai Comites. “Personalmente – aggiunge soltanto – posso solo dire che è in corso uno sforzo da parte del Consolato per contribuire a instaurare un miglior rapporto di fiducia e di stima tra le istituzioni e la collettività”. Colonia a parte, la bassa partecipazione alle elezioni dei Comites è una nota dolente condivisa anche da molte altre Circoscrizioni Consolari italiane in Germania dove la media è molto bassa ovunque. “Abbiamo avuto – afferma il Console Generale Lolli – molti incontri con la collettività, anche molti interventi di sensibilizzazione attraverso Radio Colonia, abbiamo affisso manifesti e dato molte interviste. Alla fine però devo riconoscere tutto ciò non ha avuto molto effetto. Sinceramente mi sarei aspettato qualcosa di più. Quel che un po’ mi fa sperare in bene è l’ingresso nel nuovo Comites di giovani rappresentanti del mondo dell’istruzione”, conclude Lolli.

Il problema della “seconda casa”

Passiamo così a parlare del terzo e ultimo tema del nostro incontro con il Console Generale Emilio Lolli, quello della tassazione della casa che gli italiani residenti all’estero possiedono in Italia. Un problema molto importante soprattutto per quelli che hanno già raggiunto l’età della pensione. “È un tema – afferma Lolli – che la collettività italiana sente in modo molto forte. Durante la campagna per l’elezione dei Comites ho girato moltissimo nella mia Circoscrizione Consolare e mi sono sempre trovato di fronte a cittadini che mi hanno posto soprattutto tre domande: il tempo di rilascio dei passaporti, il problema del centralino del Consolato e, infine, il problema dell’IMU che in realtà non è una competenza diretta del Consolato. Siamo però al corrente della situazione e quindi posso comunicarecon molto piacere che c’è stata una novità normativa che dice testualmente che “a partire dal 2015 è considerata direttamente adibita ad abitazione principale una, e una sola unità immobiliare, posseduta dai cittadini italiani non residenti”.
Il testo prosegue con una serie di specificazioni dicendo tra l’altro che questi cittadini sono soltanto quelli pensionati. Quindi, a certe condizioni c’è un’equiparazione della casa posseduta in Italia ad abitazione principale e per questo tipo di case è prevista un’applicazione di TARSU e di TASI ridotta nella misura di due terzi. Come Consolato Generale salutiamo con grande soddisfazione il fatto che per una categoria in alcuni casi economicamente estremamente fragile com’è quella dei pensionati sia stata introdotta una norma che alleggerisce molto il peso dell’imposizione fiscale. Resta sempre la premessa che la casa non deve essere data in affitto e che non deve essere in comodato d’uso. Per maggiore chiarezza e per ulteriore informazioni invito, comunque, i nostri connazionali a consultare il decreto-legge del 28 marzo 2014 convertito in legge il 23 maggio 2014 con il numero 80 e gli esperti di settore. Si chiude così il nostro incontro con il Console Generale Emilio Lolli che il Corriere d’Italia ringrazia per la sua disponibilità e al quale fa i suoi migliori auguri per la sua attività a Colonia.
Foto: Il console generale di Colonia Emilio Lolli