Vedremo nel prossimo futuro che effetti pratici questo avrà, ma si può già dire che i governi europei con forte debito, tra cui quello italiano, sono stati commissariati per ciò che riguarda la gestione dell’economia. Questo è un fatto molto rilevante, sfuggito del tutto alla stampa nazionale, impegnata com’è nel gossip politico.
In pratica, nel futuro, quando la gestione del debito sarà deficiaria, i capi del governo di Roma, Lisbona, Madrid, Dublino e Atene riceveranno una telefonata da Berlino che li metterà sull’attenti. È già accaduto l’estate scorsa ed abbiamo assistito, in seguito, ad una menzognera quanto penosa smentita del nostro Presidente del Consiglio.
Ma la questione interessante è la seguente: perché ciò è avvenuto? La risposta è molto semplice: la inefficace gestione del debito da parte dei Paesi deboli mette a rischio la stabilità dell’euro, e addirittura la sua stessa esistenza. I tedeschi questo non se lo possono permettere, perché all’euro hanno affidato il futuro della loro economia. D’altra parte il contribuente tedesco non è disposto a pagare il debito altrui e in questo è difficile dargli torto.
Rimane per gli italiani e per gli altri l’amarezza nel vedere quante occasioni ha sprecato il Paese nel risanamento della propria economia, il gestore della quale, l’osannato ministro Tremonti, si è rilevato un vero e proprio dilettante allo sbaraglio. Dapprima ha imposto tagli a prato inglese a tutti i ministeri senza distinguere il buono dal cattivo. Poi, quando ha dovuto fare delle scelte, si è rivolto al ceto produttivo e al lavoro dipendente per prelevare nuove risorse.
In questi giorni si parla addirittura di aumento dell’Iva: la più iniqua delle tasse perché viene pagata da tutti alla stessa maniera, poveri o ricchi che siano. Rimangono tranquille invece le lobby forti. No ai tagli alle spese della politica, no alla eliminazione delle provincie, no all’accorpamento dei comuni, no al ridimensionamento degli ordini professionali, no alla eliminazione degli enti inutili e via discorrendo. Il contribuente italiano è costretto a sostenere un apparato enorme fatto di auto blu, di servi di partito eletti sindaci con lauto stipendio in paesi e paesini, di assessori provinciali, di presidenti di enti inutili e via discorrendo.
Ciò mentre le risorse per i cambiamenti strutturali mancano. Il panorama è desolante, e ciò non solo nella maggioranza. Personalmente sarei contento di sapere come il gruppo dirigente del Pd ha giustificato ai militanti il voto contrario all’abolizione delle provincie, avvenuto non molte settimane or sono. Il fatto è che ciascuno ha da mettere a posto i suoi. Rimane il panorama desolato di un Paese dalle grandi possibilità messo in ginocchio da una classe dirigente infame.