Questo presuppone, tra l’altro, una buona programmazione: della giornata, del mese, dell’anno, dei progetti. Questa programmazione non dipende sempre in tutto dal singolo (si pensi ad esempio agli orari di lavoro, alle scadenze contrattuali, ecc.), ma in gran parte sicuramente sì. Chi sciupa da giovane il tempo dello studio perchè preferisce lo svago e gli amici, nell’età adulta si rende conto come sia importante la qualifica professionale, la preparazione culturale. E spesso decide di ricuperare con corsi serali il tempo perduto, per avere uno stipendio migliore o per competere alla pari nel mondo del lavoro, senza dover restare parcheggiato a vita nei ceti della manovalanza o della disoccupazione.

Oggi in tanti lamentano il decadimento sociale, l’infiltrazione della malavita nelle istituzioni, la perdita dei valori che stanno alla base della convivenza civile (il rispetto reciproco, la solidarietà, l’accoglienza, l’onestà…). Spesso gli adulti rimpiangono una società dove si era più poveri di beni materiali ma più ricchi di umanità, dove alcune cose funzionavano meglio (treni più puntuali, strade più pulite, assistenza sociale più adeguata…).

Perchè questi cambiamenti in peggio? Al progresso industriale, al grande sviluppo tecnico, pare non corrisponda un altrettanto progresso morale, una uguale crescita nei valori umani e sociali. Stressati dalle tante cose, spesso secondarie, dai tanti impegni, spesso banali, non troviamo più il tempo per curare l’essenziale, la sostanza, l’interiorità, i sentimenti, le idee. Preferiamo risparmiare sul tempo dedicato alla riflessione, tagliare i momenti formativi, e, per chi è credente, ridurre i momenti religiosi. Come se i valori umani e cristiani si sviluppassero da soli e non avessere bisogno di essere coltivati.

All’inizio a di questo nuovo anno, perchè allora non programmare qualcosa di serio, di formativo? Per esempio: la lettura di un buon libro, la partecipazione ad un corso, l’impegno per le elezioni del Comites (visto che occorre la previa iscrizione nelle liste elettorali), una più attiva presenza nella società civile inserendosi per esempio nelle attività del mondo associazionistico o della parrocchia.

Abbiamo bisogno di oasi spirituali, di momenti per nutrirci dentro. Questa testata e le Missioni italiane in Germania vogliono essere uno di questi luoghi di confronto delle idee, di formazione, di socializzazione umana, di ristoro interiore. Luoghi che educano ai valori autentici, per noi quelli evangelici della solidarietà, dell’accoglienza, della pace, tutti i valori che realizzano la persona e la salvano, per esempio dalla schiavitù del quotidiano.

“Non più schiavi ma fratelli”, era il tema della 48ma Giornata mondiale della Pace, celebrata il primo giorno del nuovo anno. Essere affrancati dalle mode del momento, dall’egoismo che chiude le porte al prossimo, dai pregiudizi che creano barriere tra le persone, dal potere che contrappone gruppi sociali e popoli, non è né facile né scontato. Ci vuole tanto esercizio, assieme ad altri, in un qualche ambiente ricco di vita, di riflessione, di progettualità, di orizzonti più vasti.

Quest’anno ricorre il 50° anniversario della chiusura del Vaticano II, il Concilio che ha voluto rinnovare la Chiesa, cambiandola dal di dentro, portando aria nuova nella Comunità dei credenti. È l’impegno del Dialogprozess 2015 della Chiesa Tedesca, è il progetto pastorale delle Missioni italiane in Germania per questo nuovo anno. Tutti abbiamo bisogno di usare meglio il nostro tempo, di rinnovarci. La società ha bisogno di crescere in umanità, in capacità di accoglienza e di solidarietà, non solo di produrre cose, polemiche sterili o seminare false paure.  Auguriamo a tutti tanta capacità di rinnovamento. Spero che il Corriere d’Italia diventi sempre più questo laboratorio che, oltre ad una informazione seria, promuove dibattiti, aiuta a riflettere, sostiene la crescita dei valori.