Non si può certo dire che questo nostro “dinamico” Governo scarseggi di fantasia, soprattutto per quanto riguarda il trattamento riservato agli italiani all’estero.
Mentre la Farnesina, fino alla noia, tenta maldestramente di giustificare le chiusure degli uffici consolari – abolendo posti funzione e costringendo diversi impiegati a contratto alle dimissioni- con la digitalizzazione dei dati e l’informatizzazione dei servizi, ora ordina ai funzionari all’estero la creazione di elenchi degli elettori Comites, che normalmente si sfornerebbero con un solo click sulla tastiera.
Turni straordinari, missioni esterne, aperture di sabato e domenica per raccogliere e autenticare le firme dei sostenitori delle liste Comites/2014. Fin qui tutto bene.
La perversione scatta nell’obbligo imposto agli italiani all’estero di presentare una domanda scritta e documentata per l’iscrizione negli elenchi degli elettori.
Elenchi che già esistono nell’anagrafe consolare vanno ora rifatti elaborando chili di carta.
Eh sì, perché il Vice ministro Lapo Pistelli e il Sottosegretario Mario Giro non potevano certo copiare il semplice sistema dei passati governi, con l’invio dei certificati elettorali a tutti i maggiorenni residenti all’estero e registrati in AIRE.
Eh no, essenso dinamici, innovativi, rottamatori di tutto il vecchiume, ti chiedono una domanda scritta con allegata copia di un documento di riconoscimento in corso di validità. L’odore della carta e dell’inchiostro piace molto.
Piace soprattutto dimostrare che gli italiani all’estero non costituiscono un potenziale elettorale!
E la trappola è già scattata. La prima esca è stata innescata quando i Comites di tutto il mondo sono stati resi pubblicamente impotenti. Appelli, proteste e dimostrazioni contro le chiusure di consolati e sportelli consolari restati inascoltati. Proposte vantaggiose da parte di locali autorità di accogliere gratuitamente piccole unità amministrative, sollecitate con pazienza da singoli Comites, finite nella carta straccia.
Elezioni rimandate per un decennio hanno trasformato i Comites in spaventapasseri che non riescono ad appassionare più nessuno. Dopo l’esca, l’ultimo strappo alla canna. Ora che i cittadini italiani all’estero non vedono più nessuna utilità in questi organismi elettivi, poiché non sono riusciti a salvare nemmeno un consolato e che hanno funzioni fumose come un vecchio diesel, saranno messi al bando per scarso interesse elettorale! 
Nel frattempo i dipendenti all’estero del MAECI stanno spulciando centinaia di domande d’iscrizione negli elenchi elettorali che, nonostante costituiscano solo una minima percentuale degli aventi diritto al voto, sono la base di un lavoro tanto inutile quanto frustrante. E la frustrazione maggiore non consiste nelle ore di lavoro straordinario, bensì nella consapevolezza di essere ingranaggi di un meccanismo perverso.