Lo ha detto Laura Garavini, deputata eletta in Europa e membro della Presidenza del Pd alla Camera, intervistata dal settimanale tedesco “Der Spiegel”. Riportiamo qui l’intervista tradotta in italiano.
SPIEGEL ONLINE: L’autore del thriller mafioso “Gomorra”, Roberto Saviano, ha designato la Germania come l’Eldorado dei mafiosi. Ha ragione?
LAURA GARAVINI: La criminalità organizzata italiana, al primo posto la ’Ndrangheta calabrese, lavora come una impresa multinazionale. Investono i loro miliardi guadagnati con il traffico di droga, commercio d’armi e di estorsioni, lì dove le condizioni sono più convenienti. Cioè lì, dove il reddito capitale è al massimo e il rischio della scoperta è al minimo. E questo è il caso della Germania.
SPIEGEL ONLINE: Perché mai?
LAURA GARAVINI: È difficile scoprire le strutture mafiose in Germania. Quest’ultima è il rifugio e luogo ideale per il lavaggio dei soldi. L’omicidio si fa a casa. Una faida come quella del 2007 a Duisburg, dove due clan nemici della ’Ndrangheta si sono affrontati in una sparatoria selvaggia con sei morti, è l’eccezione. Il normale cittadino in Germania difficilmente si sente minacciato dalla mafia. E perciò si tende a sottovalutare il problema della Mafia.
SPIEGEL ONLINE: Questo vale anche per i politici e le forze dell’ordine?
LAURA GARAVINI: Qui bisogna differenziare. Dopo gli omocidi a Duisburg c’è una intensa collaborazione tra la polizia in Italia e in Germania. Anche per questo i membri delle cosche mafiose, che vivono in Germania, sono conosciuti alle autorità tedesche. Tuttavia non esistono delle leggi antimafia come in Italia, dove basta solo l’appartenenza ad un clan per essere intercettato, sia le telefonate sia le comunicazione Internet. In questo punto c’è la necessita di recupero.
SPIEGEL ONLINE: L’inviolabilità del domicilio e la tutela della privacy è un bene prezioso che può essere limitato solo se si sospetta di un grave reato. Per le autorità tedesche è difficile stabilire un sospetto su un mafioso residente qui in Germania.
LAURA GARAVINI: Perché c’è un doppio standard. Per il combattimento contro il terrorismo islamico dei provvedimenti del genere sono leciti. La procura può denunciare qualcuno perché è membro dello “Stato islamico”. Questo dovrebbe essere valido anche per i membri dell’Ndrangheta, Camorra o Cosa-Nostra. Perché è emerso da indagini intercorse che c’è una collaborazione internazionale tra gruppi terroristici e cosche mafiose.
SPIEGEL ONLINE: In Italia le autorità sequestrano regolarmente dei beni mafiosi, come beni immobiliari, macchine di lusso, soldi in contanti e valori. Mentre il patrimonio all’estero, come quello in Germania, rimane inviolato. Come si potrebbe cambiare?
LAURA GARAVINI: Abbiamo bisogno di standard europei per il sequestro dei beni mafiosi. Anche qui la Germania ha delle difficoltà. Questo forse deriva dalle ragioni storiche. Togliere a qualcuno la proprietà sveglia i ricordi della DDR. Poiché ci sono inibizioni per modificare le leggi in materia. Ma l’esperienza in Italia dimostra che la via migliore per combattere la Mafia è la privazione della proprietà.
Foto: La strage di Duisburg