Gentile Direttore, come sa, la legge dispone che, entro i primi otto anni all’estero, un diplomatico presti servizio almeno due anni in una sede disagiata. E’, insieme a molti colleghi, anche il mio caso, avendo lavorato come console quattro anni in Francia ed oltre due in Germania. A metà novembre prenderò quindi servizio presso la nostra Ambasciata in Australia, dove lavorerò al coordinamento consolare.
Si tratta di una scelta temporale a cui guardo con favore e che ci consente di portare a compimento, a Stoccarda, una serie di azioni avviate in vari settori. Mi sembra quindi opportuno trasmettere alla Sua attenzione, ora, alcune riflessioni sull’avvenuto cambiamento degli enti gestori per le iniziative scolastiche: nei mesi scorsi infatti, su questa come su altre testate, sono stati pubblicati un certo numero di interventi – scritti dalle stesse persone – contenenti una serie di informazioni (volutamente?) poco corrette, quando non di considerazioni personali francamente eccedenti un corretto esercizio del diritto di critica. In primo luogo, credo sia giusto e doveroso dare atto alla D.I.G. di Karlsruhe, ora ente gestore per i corsi di italiano, ed al suo Presidente Guglielmo Rossi di una reattività e di una professionalità assolutamente rare e lodevoli.
La D.I.G., associazione con oltre 60 anni di storia ed una lunga ed apprezzata tradizione al servizio della nostra lingua e cultura (anche in collaborazione con il nostro Istituto di Cultura e con le Dante Alighieri), ha saputo ad inizio febbraio prendere in carico e riattivare in brevissimo tempo tutti i corsi, incrementandone anzi il numero, assicurando un coordinamento ottimale e costante con il nostro Consolato Generale e facendo della difesa del corpo docente un punto qualificante della propria azione, pure in un contesto di risorse contenute e che ora, con l’avvio dell’anno scolastico 2011-12, ha potuto tradursi in un miglioramento del trattamento economico.
I docenti hanno aderito a questo progetto irrobustendo, nel tempo, un solido e reciproco rapporto di fiducia con l’ente. Se l’anno scolastico passato ha potuto concludersi senza alcuna difficoltà, lo si deve a questo incontro tra reciproci sensi di responsabilità, dell’ente e del corpo docente, ben compresa ed apprezzata dalle famiglie, nessuna (sottolineo: nessuna) delle quali ha presentato rimostranze per sue scelte gestionali. Ora, l’anno scolastico iniziato ha confermato la solidità di questo progetto, che impiega spese amministrative notevolmente ridotte rispetto a realtà altrove operanti.
Per quanto concerne i corsi di sostegno in lingua tedesca, poi, dall’anno scolastico appena iniziato è operativa una Convenzione, approvata dal Mae e siglata ad agosto con il Kultusministerium, il Ministero dell’Istruzione di Stoccarda, in virtù della quale il nostro Ministero ha incaricato l’ente gestore Lernerfolg, nato sulla scorta di una intensa collaborazione che il nostro Consolato Generale ha da tempo avviato con esso. I nostri ragazzi potranno beneficiare del suo ruolo di coordinamento verso le scuole locali, della sinergia con il nostro Ufficio scuole e di tutta una serie di azioni coordinate produttive, non da ultimo, di risparmi significativi. Basti pensare che, per l’ultima parte dell’anno, si è consentito un risparmio di oltre la metà delle risorse precedenti, il tutto con tariffe più favorevoli per famiglie bisognose. Entrambi gli enti non hanno riconducibilità politica o partitica: un aspetto che, personalmente, reputo importante in un settore delicato come l’istruzione.
Naturalmente, come in ogni cambiamento, ci sono persone che vi reagiscono in modo entusiastico, altre che vi si approcciano con sano ottimismo e c’è chi vi reagisce con il rifiuto duro e puro a priori. A Stoccarda costoro, pochissimi e sempre gli stessi, hanno optato – senza successo – per una delegittimazione forte e preventiva, avendo improvvisamente preso a difendere con forza coloro che, in passato, non hanno mancato di criticare, talora oltre il lecito. Addirittura una ottantina di Parlamentari italiani si sono divisi su questa vicenda, prima della sua soluzione.
Ritengo che un dato particolarmente importante di questa vicenda sia il superamento, a Stoccarda, del veto permanente che una ristrettissima ed immutabile cerchia di persone ha appreso nel tempo ad esercitare verso scelte dell’Amministrazione, con un contorno di pressioni e polemiche ripetute che hanno trasformato progressivamente Stoccarda nella sede “difficile” per definizione della nostra rete, ove maggiormente complessa è la copertura dei posti.
Ora, finalmente, l’insuccesso di questo metodo rappresenta la migliore premessa perché Stoccarda possa evolvere come una sede normale. Con i miei migliori saluti.
Gentile Console, anzitutto i nostri migliori auguri per la Sua nuova destinazione. Lei sa bene che la Sua partenza ha provocato più sospiri di sollievo che lacrime, ma questo in sé non è un fatto necessariamente negativo. Per dirla con Platone, quando tutti sono d’accordo è il momento di cominciare a dubitare. Tuttavia mi permetta di entrare meglio nel merito delle questioni da Lei poste. Dal mio punto di vista non è interessante chi organizza il servizio, ma in primis è importante che il servizio ci sia.
Questo primo fatto, visti anche i chiari di luna che la attuale situazione economica ci prospetta, è positivo. Ci sono però una serie di „però“ che vorrei mettere in evidenza. Anzitutto mi domando come mai i vecchi enti gestori sono stati esclusi. Hanno lavorato così male? Oppure perché? Questa motivazione mi sfugge e quella adottata ufficialmente mi pare strumentale. Veniamo poi ai corsi di italiano e del corpo insegnante.
A quanto mi è dato di capire, gli insegnanti sono oggi pagati ad ore ed hanno dovuto rinunciare ad un contratto di lavoro che prevedeva previdenza assicurazioni e ferie. Se così fosse, si tratterebbe non di un miglioramento del trattamento economico, ma di un deciso peggioramento. Non a caso gli insegnanti si sono espressi a favore dei vecchi Enti gestori. Per quello che riguarda la qualità didattica dei corsi, che presso i precedenti gestori dei corsi, aveva dato luogo, è vero, a qualche polemica, mi riservo di fare ricerche più approfondite quando saranno pienamente attivi. Non so però se il peggioramento della situazione retributiva degli insegnanti possa influire in maniera positiva sui corsi. Non me lo aspetto.
Un secondo punto che mi lascia perplesso riguarda i corsi di sostegno: una particolarità „tedesca“ per la quale dobbiamo ringraziare assolutamente il Ministero affari esteri. Ora, detto questo, sempre se capisco bene la situazione, con il nuovo accordo tra il Consolato e l’Amministrazione tedesca, questi verranno organizzati dalla scuola a discrezione del direttore. Se il direttore li organizzerà, questo sarà certamente un passo avanti. Ma se non lo facesse? Che garanzie ci sono che i corsi vengano effettuati? Se io fossi il direttore di una scuola tedesca mi domanderei anzitutto perché gli scolari italiani devono avere corsi di sostegno e quelli turchi o greci no, quindi mi rifiuterei di applicare quelle che, a mio avviso e dal mio punto di vista, sarebbero discriminazini inaccettabili.
Un’altro punto che mi lascia perplesso è il seguente. Il Cgie Germania ha insistito fin dall’inizio e all’unanimità (e Lei sa quanto essa sia difficile da raggiungere!) sul fatto che i controlli sui corsi erano poco efficaci. C’è stata una riflessione su questo punto? Oppure è ancora così che l’Amminstrazione delega senza sapere con precisione come vengono spesi i soldi? Personalmente sono convinto che senza controlli sulla qualità del servizio, sulla presenza di bambini ed insegnanti, non vi sarà nessun miglioramento. Un’ultima questione riguarda poi i fondi che dal Kultusministerium non sono andati ai corsi del Südbaden. Cosa si è pensato in questa direzione? Come vede, caro Console, le domande che sono rimaste aperte sono tante. Alcune si chiariranno nei prossimi mesi. Speriamo in bene. Cordiali saluti, Mauro Montanari