Carissimo Sig. Editore, p. Bassanelli, il Corriere d’Italia è… cosa? Una "Voce" politica? Una "Voce" giudiziaria? Una "Voce" partitica? Una "Voce" di Montanari? E per fortuna che nel numero di Gennaio 2013 c’è qualche "Voce" clericale e anche qualche "Voce" missionaria. Perché dedicare ben 3 grossi articoli (compreso quello sulla mafia, camorra…, di pag. 3) sulla "Mummia", che poi tanto "Mummia" non si sta rivelando, mi sembrano un po‘ tanti, in un solo numero e tanto…di parte. Le sembra che sia il caso di far "esportare" in Germania e proprio sul Corriere d’Italia, "Voce della collettività italiana in Germania" quella rabbia e quell’odio contro una persona (la "Mummia" appunto) di cui è inquinata l’Italia.
Si "rilegga" l’articolo di prima pagina del suo direttore e sinceramente mi dica la sua opinione. Mi sembra di "leggere" Zoratto (pace all’anima sua) su di Lei, quando Lei era direttore del Corriere. Sinceramente, devo dirLe che non distribuirò questo numero del Corriere alla comunità, perchè troppo di parte; esso sprigiona troppa rabbia e troppo odio contro una persona, per quanto "sgradevole" essa sia: il che non corrisponde al messaggio cristiano che cerchiamo di trasmettere alla nostra gente. Saluti, (Alda Gravina, Gemeindereferentin, Mci Villingen).
Gentile Gemeindereferentin Alda Gravina, Lei ha ragione: tre articoli (e due grosse foto, aggiungo io) dedicati al “Mummia”, un personaggio molto vegeto e vivo, sono troppi in un mensile come il nostro. Siamo anche noi caduti nella sua trappola, come Santoro e tutta la stampa italiana di queste settimane. Uno che vive di pubblicità, pro o contro, non aspetta altro: che si parli di lui, come se fosse il centro del Paese. E quindi, se non gli vuol fare uno sgarbo, distribuisca pure senza patemi il giornale.
E sicuramente farà un favore anche a Benedetto XVI, presente con ben tre pagine, cinque articoli e due foto (forse pure un po’ troppo: la Chiesa non è solo il Papa!). Mi sono riletto l’articolo di Montanari (come gli altri articoli), ma non ho trovato la minima traccia di “odio contro una persona”. Sono articoli politici (non partitici), con un linguaggio politico (che è diverso da quello liturgico o pastorale), basati su fatti concreti (chi segue la politica italiana capisce subito la cronaca che ci sta dietro). Il linguaggio del “Mummia” (per esempio contro la magistratura o gli oppositori politici), come dei suoi giornali, è molto più pesante. Per non parlare delle valutazioni della stampa estera.
Questo soprannome, per esempio, non è stato inventato da noi, ma da un quotidiano francese di dicembre. Non “esportiamo” niente della cattiva politica italiana, la troviamo già sui media locali. Si legga per esempio quanto la stampa tedesca scrive sull’ex premier che scende di nuovo in campo dopo aver intronizzato più volte Alfano, e si renderà conto come il CdI è ancora troppo buono. Le cito solo un titolo, della FAZ (che non è un giornale di sinistra) del 12 gennaio: “Silvio Berlusconi. Laut, giftig und immer noch gefährlich“.
Lei sa che in Italia la politica partitica si è molto personalizzata (solo Bersani non ha messo il proprio nome nel simbolo elettorale del PD). E quindi quando si parla del “Mummia”, il riferimento è alla politica che impersona, quella del Centrodestra, un’area politica che, nonostante la stragrande maggioranza ottenuta alle ultime elezioni – maggioranza che doveva permettere di governare senza problemi – non è stata in grado di portare a termine la legislatura, sia perché si è sbricciolata prima, sia perché stava mandando il Paese a picco, costringendo così il Presidente della Repubblica Napolitano ad un mezzo “golpe” (il Governo Monti) per impedire all’Italia di finire nel baratro del fallimento fiscale. Vogliamo riaffidare l’Italia a chi non è stato neanche capace di governare la propria maggioranza? A chi ha ridotto il Paese quasi alla fame? Ad una politica del passato, irripresentabile, cioè mummia?
Che ci sia tanta rabbia in giro, non mi meraviglia. In genere è diretta contro il bersaglio sbagliato, Monti, reo di aver cercato di mettere toppe alle politiche sbagliate di altri, di far trangugiare una medicina molto amara ma ingenere ritenuta necessaria per evitare il peggio. Osservatori attenti si stanno meravigliando di come l’Italia reagisca in fondo con tanta moderazione, molta rabbia, ma nulla di più. Ora, con il voto, deciderà da chi vuole essere governata.
Zoratto? Con la sua morte si è spento nella comunità italiana in Germania il dibattito politico, almeno quello passionale. Non ce l’aveva con me, ma con il fatto che non stavo in sacrestia, dove avrebbe voluto volentieri rinchiudermi; invece mi interessavo dei problemi della gente, del bene comune, mettevo il naso in politica, come dovrebbe fare ogni buon cittadino. Eravamo su due fronti contrapposti, e lui sparava sul mio, col carattere e gli strumenti che aveva a disposizione. Siamo di parte? È vero. Spero solo che ogni volta siamo dalla parte giusta: quella dei diritti dei cittadini, del bene comune, degli emarginati, dei sofferenti, della legalità, della politica non a fini personali ma per la collettività.
Anche Gesù era di parte. Molto di parte. Con le persone, in particolare quelle malate e discriminate, deboli e peccatrici, aveva sempre parole di perdono, di comprensione, di assoluzione. A loro non lesinava l’aiuto, perfino il miracolo. Con le strutture decrepite e le istituzioni corrotte – quelle non più funzionali alla persona – e con i loro rappresentanti (i ceti e le categorie al potere, a servizio solo di sè stessi, strumentalizzando perfino la religione), aveva parole di fuoco, una aggressività inaudita, minacciosa: “Guai a voi scribi e farisei ipocriti”, “guide cieche”, “sepolcri imbiancati”, “razza di vipere”.
Gentile Alda, lei che è una Gemeindereferentin, e quindi si intende di Bibbia, legga tutto il capitolo 23 di Matteo, legga i testi di Mc 12,38-40, Lc 11,37-54; Lc 20, 45-47. Legga la cacciata dei venditori dal tempio, a suon di frustate (Gv. 2,13-17), e mi dica: come trova questi discorsi e questi comportamenti di Gesù? Poco caritatevoli? Poco confacenti al messaggio cristiano? Non nascondiamoci dietro la foglia di fico della presunta “carità” cristiana per coprire il marcio che si annida nella società, nelle istituzioni e nei loro rappresentanti, per coprire tutto e tutti, sempre e in ogni luogo.
Certo, possiamo sbagliarci nelle analisi. Come nelle terapie politiche. Ci sono proposte diversificate per la soluzione dei problemi sociali. Questa è la democrazia. Occorre il contributo di tutti, in particolare la “voce” di chi ha qualcosa da dire e non ha strumenti per farsi sentire. In questo spazio, chi ci ha letto, oggi ha sentito la sua e la mia “voce".