La “Grande Coalizione” è cosa fatta. Per la seconda volta, nell’arco delle ultime tre legislature, i maggiori partiti tedeschi stipulano un’alleanza di governo. Per circa due mesi la stampa si è concentrata sulle tattiche e strategie di trattativa, aggiudicando ora all’uno, ora all’altro partito una conquista oppure una sconfitta. Nel frattempo la “Grande coalizione“ fa i funerali alla democrazia parlamentare tedesca.
Il prestigioso settimanale “Die Zeit” sembra essere l’unico a porsi il problema della legittimità democratica dell’accordo di governo tra Cdu- Csu e Spd. E si tratta di un problema fondamentale, posto senza punto interrogativo, „Große Koalition: Schwarz-Rot bedroht die Demokratie“. Questo è il titolo dell’articolo di Ludwig Greven,“ l’accordo rosso-nero minaccia la democrazia! E nessuno sembra accorgersene. Anzi, tutti sono convinti che l’elezione lanciata all’interno della Spd, che ha deciso di chiedere alla base (ottantamila tesserati) se sottoscrivere o no l’accordo di governo, sia un saldo segnale di fondamentale democrazia.
L’opinione pubblica si è, infatti, piuttosto concentrata sul giochetto del “chi vince e chi perde” con questo contratto. Ecco i punti più discussi in classifica: un punto ai socialdemocratici che hanno finalmente ottenuto il salario minimo su tutto il territorio federale anche se con un buon margine di tempo fino alla sua reale applicazione. Sul tema delle pensioni si registra un pareggio tra Spd e Cdu. La Spd ha, infatti, ottenuto il pensionamento a 63 anni, con 45 anni di contributi, mentre la Cdu ha visto migliorare la posizione delle pensioni a favore di donne che hanno avuto figli prima del 1992. Un punto alla Spd sulla doppia nazionalità. Viene meno, infatti, l’obbligo della scelta per i doppi cittadini extracomunitari, sino ad ora vincolato con il compimento del ventitreesimo anno di età. Un punto alla Cdu va in materia fiscale: niente aumento delle tasse nella R.F. di Germania.
La Cdu, anzi meglio dire la Csu, il partito gemello residente in Baviera, ha conseguito un punto con l’introduzione del pedaggio autostradale a carico degli automobilisti stranieri. Ovviamente, il tutto deve essere sistemato e messo in armonia con le norme e con il principio europeo del pari trattamento . E mentre sono più o meno tutti fermi col pallottoliere in mano, arriva “die Zeit” e dice che questo tipo di alleanza non è per niente democratico. E non è certo la consultazione della base voluta dalla Spd a confermarne la validità democratica. Anche 80.000 tesserati non potranno, infatti, assumere quelle decisioni che invece spettano ad un popolo di ottanta milioni di cittadini tedeschi.
Il problema del rispetto della democrazia consiste piuttosto nella prospettiva di rapporto di un governo Spd- Cdu/Csu col resto del Bundestag,con il Parlamento tedesco. “Die Zeit”, a questo punto, parla addirittura di minaccia alla democrazia parlamentare da parte della Cdu e della Spd, i quali, con l’accordo di governo, formano ora l’80% della presenza parlamentare. La minuscola opposizione composta dai Verdi e dai Linke è praticamente paralizzata e impotente. L’opposizione non ha nemmeno i numeri sufficienti per nominare una commissione d’inchiesta parlamentare oppure di invocare la Corte costituzionale. In teoria, Cdu e Spd potrebbero permettersi di tutto in un parlamento in cui occupano l’80% dei seggi.
Forse per allontanare ogni dubbio sulla legittimità democratica della propria maggioranza, i due partirti alleati al governo hanno già promesso un maggiore raggio d’azione all’opposizione. Ma anche questa mossa è solo teorica e lo dimostra il fatto che i Democristiani insieme con i Socialdemocratici non hanno voluto istituire le commissioni parlamentari sino alla conclusione delle loro trattative per la stipula della “Grande Coalizione”. Per garantire la funzionalità del Parlamento è stata proposta la nomina di una sola commissione, con tutte le competenze, composta da i due partiti di maggioranza e addio democrazia! È obbligatorio ricordarci a questo punto che la democrazia parlamentare vive del contrasto, in parlamento, tra governo e opposizione. I singoli deputati hanno il compito di controllare il governo e non certo il contrario. I due partiti maggioritari hanno già dimostrato che non è così durante la trattative per la stipula dell’accordo di governo.
Abbiamo visto in televisione come ad ogni riunione sedevano a dei tavoli enormi dozzine di parlamentari della Cdu e della Spd. Tutti vincolati, seduti a ta1vola, imbracati e sotto controllo. Il mandato è stato uno solo: andare al governo e niente spazio alle voci critiche. Morale della favola? Nei prossimi quattro anni assisteremo a dei lavori parlamentari afflitti da una noia mortale, in cui il dibattito, che dovrebbe essere l’essenza del parlamento, mancherà come il sale nella minestrina di un malato iperteso.
L’ultima speranza è che mentre i grandi partiti al governo si controlleranno e si bloccheranno a vicenda, possa emergere qualche nuovo leader carismatico all’opposizione. Un Leader che riesca a creare nuove maggioranze al Bundestag, prima che la signora Merkel ci addormenti tutti col suo fascino soporifero.