Siamo nel 2013. In piena campagna elettorale per il rinnovo del Bundestag, salta fuori che il servizio segreto americano NSA tiene la Germania sotto stretto controllo, con i più spietati mezzi dello spionaggio internazionale.

Per intenderci, si tratta degli stessi mezzi adottati contro russi, palestinesi, iraniani e contro tutti i potenziali nemici degli interessi americani. Dai documenti pubblicati da Ed Snowden -quel ragazzo che ha avuto il coraggio dell’incoscienza, spiattellando in rete tutti i perversi meccanismi dei servizi segreti inglesi e statunitensi- sembra che addirittura il cellulare della stessa Cancelliera Merkel fosse stato dalla mattina alla sera sotto il controllo americano. La cosa disturba molto l’opinione pubblica tedesca, che chiede una linea ferma contro potenziali spioni in casa propria.

Partono le smentite. Gli americani sono amici.

Se spionaggio c’è stato, è solo responsabilità di qualche 007, che ha superato le sue competenze. Il Governo tedesco manda una delegazione a Washington per sistemare la faccenda. La delegazione torna e il Governo annuncia, in piena campagna elettorale, che è tutto a posto. La parola d’ordine è “No Spy”. Niente più spionaggio tra amici e alleati. Ora è saltato fuori che a posto non c’era un bel niente. Che la delegazione tedesca tornò a Berlino solo con una blanda assicurazione dei servizi segreti americani di volerla smettere con lo spionaggio in Germania, a condizione che (e qui casca l’asino) fossero impartite le relative disposizioni da parte politica. Disposizioni americane che però non erano mai state date ai propri 007, mentre il Governo tedesco si affrettava a rassicurare il proprio popolo con l’esistenza di un accordo che non c’era mai stato.

Nel frattempo la Cancelliera vinceva le elezioni e guidava il nuovo governo con l’alleato/avversario di sempre che è la SPD. Fine dell’episodio. Dell’Episodio, ma non certo dell’intera storia. La storia, infatti, continua e diventa un vero e proprio romanzo stile Ian Fleming ai tempi di Sean Connery. È saltato fuori che dopo lo scompiglio del 2013, in cui la Cancelliera faceva diramare la falsa notizia di un accordo con gli americani “No Spy”, in realtà il servizio segreto americano NSA non solo continua a spiare tutto e tutti sul territorio tedesco ma lo fa addirittura servendosi del servizio di spionaggio tedesco BND, il Bundesnachrichtendienst.

Gli americani avrebbero fornito alle spie tedesche un vero e proprio catalogo di persone e di settori da sottoporre a stretti controlli. Gli americani dicono ai tedeschi, per esempio, fammi sapere tutto quello che avviene in casa tua intorno alla produzione di tubi per i cessi, perché questi tubi potrebbero essere inseriti in centrali nucleari iraniane. Ed ecco che i tedeschi mettono sotto controllo telefoni, fax, sms e forse piazzano pure qualche microspia nella camera da letto del titolare di quella ditta tedesca che, innocuamente, produce in Germania tubi per i cessi. I tedeschi, a questo punto, spiano i tedeschi, secondo criteri e secondo interessi esclusivamente americani.

Ora sorge la domanda – e se la sta ponendo una commissione d’inchiesta al Bundestag, il Parlamento tedesco-: questa procedura non lede i diritti garantiti ai cittadini in Germania dalla propria Costituzione? Questa collaborazione tra servizi americani e spionaggio tedesco avviene con l’accordo della Cancelleria Federale, che è l’organismo di controllo dei servizi segreti tedeschi? La Cancelliera Federale Angela Merkel tollera che i propri connazionali siano spiati dagli americani, con la complicità di quel servizio segreto che in realtà dovrebbe proteggerli da ingerenze straniere?

La commissione d’inchiesta parlamentare chiede la pubblicazione dell’elenco dei settori e delle persone sottoposte allo spionaggio americano. Il Governo tedesco si oppone. Niente catalogo, ne va di mezzo la sicurezza nazionale. Ma c’è da chiedersi: la sicurezza nazionale tedesca o quella americana?

Insomma, un vero pasticcio.

L’opposizione dei Verdi e dei Linke scalpita. Anche la FDP, i liberali, approfittano del momento per scuotere il trono della Merkel. E la SPD? I socialdemocratici, come sempre nell’ultimo decennio, hanno perso il treno. Protestano, s’indignano, poi gettano la spugna con gran dignità, restando attaccati alla gonnella della Cancelliera Merkel. Non si accorgono, però, che se non alzano ora la testa, non resteranno più attaccati a quella gonnella, ma passeranno sotto il tacco della CDU, che con gran piacere lo schiaccerà fino a spremere dalla SPD quell’ultimo residuo di etica socialdemocratica che le è rimasto nelle vene.