Il fatto è che sono cambiati i tempi economici dell’Unione Europea, più che le politiche Comunitarie. Intanto, e il segnale è forte, il PPE (Partito Popolare Europeo) non ci vede chiaro sulla manovra di Renzi e insiste su un “rigore” che, però, l’Italia sembrerebbe aver adottato già da tempo; anche se con ripercussioni interne drammatiche.
Insomma, i tedeschi insistono per una linea d’intransigenza nei confronti del nostro Paese. Renzi non ci sta e stigmatizza che l’Italia non ha bisogni di lezioni da nessuno. Il concetto, in generale, è chiaro: se i Paesi dell’UE non hanno parametri di crescita economica confrontabili, non c’è futuro per l’Europa stellata.
Del resto, neppure il nostro Primo Ministro sembra essere nelle condizioni di dare più di quanto la situazione nazionale gli permette. Da noi s’usano termini socio/politici che nel resto dell’UE, Grecia compresa, non sono d’impiego corrente. Dato che navighiamo su una “barca” comune, non è piaciuto il principio di flessibilità di lavoro in uscita da parte del NCD che, dell’Esecutavo, è la parte meno allineata.
I contrasti interni, che ci sono, non devono, però, essere trasferiti a livello Comunitario. Sarebbe una mossa che ci costerebbe l’affidabilità. Certo è che i concetti di Renzi per riavviare la ripresa economica e la coerenza politica non sono tanto chiari. Del resto, ma lo abbiamo sempre scritto, c’è una realtà nazionale, non solo italiana, che non ha da essere confusa con quella Dell’UE.
Certi problemi interni hanno da restare tali. Anche la cooperazione ha dei limiti che, a nostro avviso, non dovrebbero essere superati. Neppure i tempi d’attuazione del programma Renzi sembrano essere rispettabili. Tra meno di sei mesi il 2014 è finito e i problemi del Paese non sono differenti da quelli d’inizio d’anno. La stessa linea di “rigore”, che sembra trovare accoglienza in buona parte del Consiglio di Strasburgo, ci lascia interdetti. Sempre per mantenere il nostro scrivere a livello “diplomatico”.
Da noi, a torto o a ragione, c’è una situazione politica che, pur se in fase evolutiva, appare complessa e non proprio ben comprensibile agli altri Paesi dell’Unione. Soprattutto a quelli che si possono considerare tra i ”fondatori” della Grande Europa. Altre sensazioni preferiamo tenerle “in pectore” per verificarne, poi, l’effettiva consistenza. Certo è che la politica dello Stivale potrebbe giocare a nostro sfavore a livello Comunitario.