A stare alle cronache recenti, viene spontaneo pensare che Roma non è più quel “Caput Mundi”, cioè capitale del mondo, come la chiamarono lo storico latino Tito Livio ed il poeta Marco Anneo Lucano. Lo era un tempo in quanto dimora degli Imperatori romani e centro di tutte le attività politiche, economiche e storiche dell’Impero, nonché del Cattolicesimo, in quanto sede papale.
E’ diventata, invece, città ridotta allo stato pietoso dalla corruzione dei suoi amministratori. Basti pensare all’indagine Mafia Capitale, iniziata nel 2014, che ha coinvolto una buona parte dei politici locali indagati o arrestati per estorsioni, usure, malaffare ed alleanze con i mafiosi; oppure all’ex sindaco Marino, il quale non pagò le sue multe ed offrì ai familiari cene con soldi del Comune. Salvo fare poco o nulla per sistemare le strade e tenerle pulite. Il che, nell’ottobre 2015, spinse 26 consiglieri comunali a depositare le proprie dimissioni dall’Assemblea capitolina, comportando, di conseguenza, la decadenza della Giunta e del primo cittadino. La caduta del governo comunale potrebbe rinnovarsi ora, a pochi mesi dalla elezione della Raggi, già criticata per aver voluto la Muraro quale Assessore all’ambiente, benché fosse a conoscenza che era iscritta nel registro degli indagati, quindi non qualificata. Iscrizione sulla quale la neo sindaco di Roma ha mentito, affermando di non saperne niente.
Come detto anche da altri Pentastellati. Il che trasforma il Movimento 5Stelle in una banda di bugiardi, benché milioni di Italiani, che prima si astenevano dal recarsi alle urne, lo hanno votato, in quanto convinti di contrastare la diffusa corruzione dei politici nazionali, le loro promesse non mantenute, nonché i continui cambi di opinioni e di corrente partitica. Ha, invece, distrutto il sogno degli italiani che ingenuamente pensavano di aver trovato nei 5Stelle il rimedio a tutte le storture della politica e ai mali del paese. Di fatto, però, si è dimostrato un partito più inesperto ed incapace del previsto, non solo a Roma ma anche in altre città nelle quali hanno vinto le elezioni. Per quella inesperienza ed incompetenza confermate dal sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, ex membro del 5 Stelle, poi sospeso dal partito, secondo il quale i suoi rappresentanti “sono persone che non hanno mai amministrato nulla e l’impressione è che siano lì per controllare ed ammonire”.
Cui consegue l’inesistente volontà di “mettere in campo buone pratiche di amministrazione, semplicemente sfruttando l’esperienza di chi fa il sindaco già da qualche anno”. Quella competenza che non solo spinge ad occuparsi del bene del Comune e a ridurre le retribuzioni, ma anche ad avere ottimi rapporti con i cittadini, i politici nazionali, i giornalisti e con gli esponenti di altri Stati. Comportamenti che la Raggi non ha osservato, quando ha insultato i fotoreporter che l’avevano fotografata mentre faceva la spesa accompagnata della scorta, come aveva fatto la Finocchiaro con le guardie che spingevano il carrello dell’Ikea. O, peggio, non recandosi in Vaticano, per partecipare, come previsto, al Festival di Azione Cattolica Giovani “A noi la parola”, dove avrebbe dovuto rispondere alle domande dei ragazzi dell’Acr ed incontrare Mons. Nunzio Galantino.   Virginia Raggi, contrariamente a quanto richiesto dal suo partito, ha concesso stipendi da favola ai suoi colleghi comunali.
Tra questi, Salvatore Romeo, da lei nominato capo della segreteria politica, il cui stipendio sfiora i 120 mila euro mensili. Dovrà accontentarsi di 90.000 euro mensili, invece, Andrea Mazzillo, che deve verificare l’attuazione delle linee programmatiche comunali. A Daniele Frongia, vicesindaco con delega allo Sport andranno 193mila euro mensili, mentre una attivista dei 5Stelle di Ostia farà parte dello staff della Raggi per seguire i rapporti con il Commissariato per mafia ed avrà un compenso di 40mila euro annui. Indubbio che l’avventura del M5S alla guida di Roma sia cominciata malissimo con risse, bugie, egoismi, traffici opachi, sgambetti, giochi di potere. Un inizio spiacevole e sgradevole, a danno della città che ha bisogno di una tutela vera, non di liti insensate di una amministrazione inconsapevole del suo compito.
Ciò non toglie che forti del consenso ottenuto dal 60% dei Romani, la Raggi e i suoi devono smetterla di esibire solo la loro presunta superiorità etica e morale. Per governare Roma servono persone capaci e responsabili. Altrimenti la Città Eterna, un tempo capitale del mondo, diventerà città morta.