Secondo Draghi un finanziamento a due-tre anni ha una vita troppo breve per essere considerato «creazione di moneta», e non potrebbe quindi essere considerato un aiuto monetario. Le borse europee hanno reagito positivamente. Soltanto Atene ha reagito al ribasso. Quasi in contemporanea con Draghi, Angela Merkel ha attaccato i mercati, accusandoli di «non essere al servizio del popolo».
Intervenendo a un evento della Csu bavarese la cancelliera tedesca ha detto che i mercati negli ultimi cinque anni hanno consentito solo a poche persone di arricchirsi a spese della maggioranza. Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, la Merkel ha chiesto ai politici di sollecitare gli elettori a tagliare il debito, per evitare di finire nel mirino degli investitori. La Premier tedesca ha inoltre dichiarato che non bisogna consentire ai mercati di distruggere i frutti del lavoro della gente, mentre i governi non devono dipendere da loro a causa del loro debito eccessivo.
Per capire le dichiarazioni di Angela Merkel, che potrebbero sembrare perlomeno bizzarre ad una prima lettura, bisogna pensare a quello che potrebbe venir definito „il dilemma tedesco“. Angela Merkel sa bene che la Germania non può permettersi l’uscita dall’Euro, perché i vantaggi sarebbero molti meno degli svantaggi. D’altra parte l’elettore tedesco si domanda chi dovrebbe pagare gli sprechi clientelari del Sud Europa. In questo numero, ad esempio, riportiamo la notizia che la regione Sicilia ha più dipendenti dello Stato inglese. Sono cose che gridano vendetta per il contribuente tedesco (ma anche per quello italiano onesto).
Questo comunque lo stretto sentiero in cui si stanno muovendo ora i Capi di Stato europei, in primis Merkel, Hollande e Monti, spalleggiati da una politica coraggiosa del presidente della banca centrale europea (Mario Deaghi è stato recentemente tacciato di essere un ‘falsario’ e un ‘ciarlatano’ da esponenti Csu). Se questo stretto sentiero porterà ad una soluzione di convivenza per i popoli europei, in modo che l’Unione si possa salvare, lo sapremo presto. Certo, grazie all’azione di Draghi e di Merkel, il numero dei pessimisti, durante l’estate altissimo, sta diminuendo, e l’euro sta prendendo fiato rispetto al dollaro ed alle altre monete di riferimento.
Questa non è ovviamente una garanzia per l’Europa. Staremo a vedere. In ogni caso, il salvataggio dell’euro e – di conseguenza – della Unione Europea sarebbe la grande opera che farebbe guadagnare alla signora Merkel un posto sui libri di storia, magari accanto a quello dell’unificatore delle due Germania, Helmut Kohl. Per parte italiana, bisogna dire che sia il presidente del Consiglio, Monti, che, soprattutto il presidente della Bce, Draghi, guadagnerebbero il posto d’onore nello stesso libro accanto a quello della Merkel.
L’Europa è arrivata l’estate scorsa al suo momento più basso. Almeno speriamolo. E aspettiamoci che, pur tra le tantissime difficoltà, dal fondo del tunnel ci sia davvero un po’ di luce.