In Germania regna una calma cimiteriale, in cui però anche la Cdu sembra affetta da rigor mortis, controllata a vista dalla sua Leader. La solita Mail da Francoforte in stile Montanariano, ermetico (detto fra noi Montanari farebbe impallidire pure la buonanima di Ungaretti). Una sola parola e un punto esclamativo: l’articolo! Eh già l’articolo. Finito il felice (per i giornalisti) periodo delle ingerenze tedesche nei fatti italiani e viceversa (la storiella dei “due clown” l’abbiamo rivoltata come un calzino e illustrata da tutte le angolature, inclusi gli inviti a spedire Mauro Montanari nella Corea del Nord), torniamo a occuparci dell’obiettivo centrale di questa rubrica: la politica tedesca.
La politica tedesca con le minuscole, alla buona, aneddotica per accaparrarci l’attenzione di elettori che comunque ascoltano, vedono e commentano quotidianamente i fatti politici del Paese in cui vivono e di cui sono parte integrante. Scatta allora il solito esercizio. Qualche agenzia stampa, i settimanali di sempre, “Focus“ e “Spiegel” in prima linea. Non può mancare “Bild”, perché è una vera e propria antenna sempre puntata sugli umori della gente che, a regola d’arte, vanno poi gonfiati o sgonfiati secondo le esigenze politiche (e ci risiamo) del quotidiano più letto d’Europa.
E che troviamo? Peer Steinbrück va a Parigi. S’incontra con i vertici del Partito Socialista francese, Hollande incluso. I temi sull’agenda della puntata parigina? Lo sviluppo dell’Unione Europea e i rapporti bilaterali franco-tedeschi. Direbbe il mio vicino di casa, che si chiama Gennaro Esposito “ Scusate, con tutto il rispetto, ma chi se ne fotte?“. Ora, dovete sapere che Gennarino è di fondamentale importanza per l’indice di gradimento di questa rubrica. Quello che interessa a Gennarino Esposito, disoccupato cronico, merita approfondimento. Se Gennarino si sente toccato da un argomento pubblico, ebbene quell’argomento tocca lo strato medio basso della società che ci ospita. Tocca, quindi, la maggior parte di noi. Gennarino non si è limiterebbe però alla sola esternazione del suo disinteresse nei confronti dei rapporti internazionali di Peer Steinbrück, candidato socialdemocratico alla Cancelleria della Repubblica Federale.
Gennarino farebbe anche un’altra osservazione, con una domanda precisa, “Scusate, ma fra poco in Germania non ci stanno le elezioni? Questi stanno zitti, zitti”. Grazie Gennarino, ecco un argomento che vale la pena affrontare: l’impressionante silenzio di questa fase precedente la campagna elettorale nella Repubblica Federale di Germania. Ma, procediamo per ordine: in Germania si vota per il rinnovo del Bundestag, il Parlamento Tedesco, il 2 settembre 2013. Scendono in campo: il campione uscente, Angela Merkel, già due legislature alle spalle, di cui una nell’ambito di una “grande coalizione” stipulata con l’avversario Müntefering della Spd.
Lo sfidante 2013: Peer Steinbrück, già ministro sotto Angela Merkel ai tempi della “grande coalizione”. Esperto di Finanza. Angela Merkel è Angela Merkel. Sotto la sua guida, la Germania ha scansato la crisi mondiale come un impermeabile nuovo di zecca scansa una pioggerellina primaverile. Zitta, zitta, piano, piano ha dato all’Unione Europea uno stampo tutto rivolto al salvataggio dell’Euro. A tutti i costi, anche a costo di un’antipatia internazionale che la vede con i baffetti di Adolfo nelle caricature greche e nelle osservazioni critico-sarcastiche di qualche partito italiano. Ma Angelina, “manco pa a’ capa” direbbe il mio vicino di casa Gennarino. Angelina tira dritto e i numeri le danno ragione.
Le danno talmente ragione che questa campagna elettorale, anche se non ancora entrata nel vivo, si è ammosciata prima di partire. Eh sì, perché la signora Merkel, ha in sostanza anticipato i suoi avversari politici su tutti gli argomenti che questi avevano preparto per spodestarla. L’energia atomica fa paura? La signora Merkel abolisce l’energia atomica. I suoi avversari criticano che l’energia rinnovabile è troppo cara? Angelina introduce subito un tetto massimo ai costi della corrente “pulita”. I socialdemocratici parlano di salario minimo?
La Signora Merkel non ha nulla in contrario all’introduzione del salario minimo, chiedendo semplicemente una differenziazione regionale. La Spd chiede un freno ai fattacci che le banche tedesche ultimamente fanno salire a galla? La Merkel dice subito che gli esorbitanti salari dei manager delle banche devono essere approvati dalle assemblee degli azionisti. Quale altra carta potrebbe giocare la Spd? Quella della giustizia sociale? Meno soldi ai ricchi, più soldi ai poveri? Ma nessuno in Germania ha dimenticato che la famosa “Agenda 2010” fu opera della Spd, allora guidata dal cancelliere Schröder. Lo stesso Schröder che strigliò i ceti meno abbienti con la spazzola d’ottone.
Fu opera sua, l’obbligo di accettare il lavoro a qualsiasi condizione, pena il taglio del sussidio per disoccupazione. E la fece veramente grossa con l’introduzione del “Leiharbeit”, una forma di sottoproletariato degno del capitalismo più sfacciato, mai visto prima in Europa. E i 400 Euro Jobs, una forma di precariato istituzionale? Non fu la Socialdemocrazia tedesca a introdurlo? La Merkel? La Merkel non ha peggiorato l’Agenda 2010 di Schröder. L’ha semplicemente applicata 1 a 1. E la patrimoniale? Fu la Spd a non volerla.
La Signora Merkel si limita semplicemente a non contraddire il suo oppositore politico. Vuoi veder su che cosa si appiccicheranno alla fine? Sui matrimoni Gay e la solita solfa delle tasse. Gennarino già mi ha detto che l’argomento dei matrimoni, lo interesserebbe solo se venisse a sapere che suo figlio Ciruzzo è “ricchione” e in merito alle tasse, lui non ne paga, essendo fruitore di sussidio pubblico per non abbienti.