A nostro avviso, essa rappresenta un modo di vita disciplinato dalle leggi dello Stato. Se questa definizione è corretta, come riteniamo, non può esistere “libertà” senza un complesso di norme che la disciplinino. Ne deriva, di conseguenza, che non può perdurare la “libertà” quando vengono a mancare, indipendentemente dai motivi, leggi che la regolano. Fare della filosofia spicciola in materia non appare sensato. Anche perché non è assolutamente vero che la “libertà” individuale viene a cessare, quando si trova a convivere con quella di un altro. Sono, di conseguenza, le leggi a disciplinarne i termini e le finalità.
Il tutto in modo che non accadano situazioni tra di loro in contrasto e, di conseguenza, lesive per l’altrui libertà. Alle porte dell’autunno, il Vecchio Continente è coinvolto da eventi che hanno dato “spessore” alle nostre premesse d’apertura. Quando la confusione e le interpretazioni di parte, intendono imporre la “libertà”, significa che essa è stata denaturata da eventi e situazioni che non consentono di disciplinarla e, conseguentemente, di gestirla.
Premesso che essere “liberi”, ma tutti liberi, è difficile come per il passato, ci sembra importante evitare di confondere la liberà individuale con quella sociale che, tanto per restare in tema, dovrebbe interessare tutti. Dai fatti di cronaca, sempre più tragici, ci siamo resi conto che s’è concretata una sorta di confusione che ha favorito ciò che non era coretto favorire. L’Italia è, e resta, un Paese ospitale. Ma con regole precise. Le stesse in essere in tutti i Paesi dell’area UE e del mondo civile.
Non siamo nelle condizioni di gestire una “libertà” che non tenga conto di quella che spetta, di diritto, a un Popolo che ha saputo meritarsela. Per evitare interpretazioni fallaci di queste nostre riflessioni, c’è da considerare che essa sia regolata dalle leggi dello Stato. Nel nostro caso, quello italiano. Salvare delle vite è uno degli aspetti più esaltanti della “liberta”.
Ma è anche palese che gli interventi debbano essere regolati da normative, in questo caso europee, che ne uniformino tutti i poliedrici aspetti. Quando la “libertà” genera il “caos”, c’è da chiederci, e con urgenza, se sono stati rispettati tutti i principi sui quali tale “libertà” è disciplinata.