Per troppi anni la politica tedesca ha chiuso gli occhi di fronte ai danni causati all’ambiente e alle persone dalle emissioni dei motori diesel. Purtroppo in Europa molti governi hanno fatto finta di non accorgersene ed è stato soltanto grazie al dieselgate che alla fine anche Bruxelles si è finalmente svegliata. Nell’estate del 2015 l’Epa (Environmental Protection Agen-cy), le autorità americane dell’Ambiente, dopo aver a lungo nutrito assillanti dubbi erano riuscite a cogliere in flagrante il gruppo automobilistico Volkswagen costringendolo ad ammettere l’esistenza del famigerato software che falsificava i dati dei gas di scarico delle vetture diesel Vw, Audi e Porsche. Il gruppo Volkswagen si era presentato all’opinione pubblica mondiale come l’unico produttore ad avere un motore diesel assolutamente pulito e rispettoso dell’ambiente. Gli europei ci hanno creduto, gli americani no.
Crollato il mito, la Germania cerca di far dimenticare la sua maldestra politica ecologica accelerando l’ingresso sul mercato delle auto elettriche. Lo fa però a malincuore, senza però rinunciare a tutti i pensabili stratagemmi al fine di prolungare il più a lungo possibile la vita del motore diesel. Tutto il contrario della Toyota che ha annunciato la prossima fine della produzione delle sue auto diesel. Nel frattempo i segnali di un prossimo divieto di circolazione delle auto diesel nei centri storici delle grandi città si stanno moltiplicando, non soltanto in Europa ma anche in molti Paesi asiatici. La Cina ha già messo i produttori tedeschi di fronte ad una alternativa: o aumentare la produzione di auto elettriche, oppure diminuire quella delle auto a combustione. A Parigi già da ottobre le auto immatricolate prima del 1997 non possono più circolare nei quartieri centrali della città e una simile limitazione è in discussione ora anche in molte città tedesche.
Via il diesel dalle città
A Stoccarda e a Monaco, per esempio, dove si producono le Mercedes e le Bmw, bellissime autovetture senza dubbio ma anche tra le più inquinanti auto tedesche. Le due città nel sud della Germania fanno parte dell’elenco delle 29 aree geografiche tedesche nelle quali, stando a un documento della Commissione di Bruxelles, i limiti massimi di emissione dei motori diesel consentiti sia per il CO2 responsabile del riscaldamento del nostro pianeta, sia per il NO2 causa di gravi malattie respiratorie, vengono ormai da anni sistematicamente superati.
L’ammonimento che la Commissione Ue ha fatto pervenire al governo tedesco non lascia dubbi d’interpretazione: qualora Berlino non dovesse reagire, Bruxelles non esiterà a mettere sotto accusa la Germania. Il fatto è che contemporaneamente il volume della cilindrata delle auto tedesche aumenta di anno in anno invece di diminuire con il risultato che le varie marche non riescono a rispettare i parametri dell’inquinamento delle loro flotte. L’industria automobilistica tedesca non potrà fare a meno di dedicare maggior interesse allo sviluppo dell’auto elettrica, ma lo farà soprattutto a favore di auto ibride plug-in, vetture equipaggiate con un motore a combustione e con un motore elettrico.
Automobili ibride
In fatto di pure auto elettriche, il mercato tedesco è in questo momento all’ultimo posto nella classifica mondiale con una percentuale d’immatricolazione attorno allo 0,5 per cento. Il governo tedesco ha deciso recentemente di pagare un premio di acquisto di 4000 euro per un’auto puramente elettrica e di 3000 euro per un’auto ibrida plug-in, ma l’eco a questa iniziativa promozionale è stato sinora piuttosto debole. Molti istituti economici sostengono che sarebbe stato meglio investire i soldi dei premi per migliorare le caratteristiche ambientali degli attuali motori a combustione.
Già da una simile reazione si capisce che la politica dell’industria automobilistica tedesca punterà sul doppio binario di auto puramente elettriche e di auto ibride plug-in, vale a dire auto equipaggiate anche con un tradizionale motore a combustione. Il Kba, l’Ufficio federale tedesco della Motorizzazione, ha deciso di servirsi esclusivamente di “Pems” (Portable Emission Measurement) made in Germany, apparecchi più affidabili per scoprire eventuali manipolazioni dei dati di emissione delle molte marche automobilistiche in circolazione in Germania. Il Kba intende prelevare direttamente le auto dalle linee di montaggio delle varie marche automobilistiche o di prenderle semplicemente a noleggio.
Il ministro tedesco dei Trasporti Alexander Dobrindt ha espresso ripetutamente negli ultimi mesi forti dubbi sulla correttezza dei dati di emissione della Fiat 500, il cui carteggio sarà prossimamente esaminato nel corso di un incontro italo-tedesco nella sede della Commissione Ue a Bruxelles. Dobrindt cerca di distogliere l’attenzione dalle malefatte della Volkswagen e di far dimenticare che, se è vero che un po’ tutti hanno interpretato in modo piuttosto liberale le direttive di Bruxelles, soltanto il gruppo VW ha falsificato in modo del tutto illegale i dati delle emissioni.
Negli Usa la Volkswagen paga 15 miliardi di dollari, ma in Europa con 8,5 milioni di auto diesel VW, se va male, potrebbe anche essere costretta a pagarne anche di più. Una perizia ordinata dal Bundestag sostiene che la Volkswagen“ha violato sistematicamente il diritto ambientale in Germania”. Il processo inizierá nel primo trimestre del prossimo anno al Tribunale di Braunschweig in Sassonia.