Giornata memorabile quella del 1º giugno 2016, per la Confederazione Elvetica che ha festeggiato l’allungamento, dagli iniziali 15 chilometri agli attuali 57, della Galleria ferroviaria del San Gottardo, che ora va da Bodio (Ticino) a Erstfeld (Uri). L’inaugurazione del più lungo tunnel del mondo è avvenuta alla presenza di ospiti importanti, elvetici ed internazionali, tra i quali François Hollande, Angela Merkel e Matteo Renzi che l’ha definita “l’opera del secolo”, mentre per il Presidente francese rappresenta “l’Europa della libera circolazione”, e per la Cancelliera tedesca è “il simbolo dell’unità europea”, tutti e tre convinti che essa sia tra le più sicure d’Europa.
A loro si sono aggiunti sui treni anche 1.000 cittadini elvetici, voluti dal Governo di Berna per sottolineare il carattere nazionale simbolico del nuovo tunnel. Prima della partenza, i due convogli sono stati benedetti con rito cristiano, con un’invocazione di un imam e di un rabbino, nonché con un’orazione laica riservata a chi si professa ateo. Il giorno prima, per sottolineare pubblicamente l’evento, alcuni acrobati che indossavano le divise arancioni degli operai si sono esibiti tra il pubblico e i rappresentanti politici.
L’onore dell’inaugurazione è toccato a Johan Schneider – Amman, presidente della Confederazione Elvetica, che ha dato anche il segnale di partenza in contemporanea ai due treni. Al viaggio iniziale ha fatto seguito, il 4 e 5 giugno, un programma festivo cui hanno partecipato migliaia di visitatori riunitisi ai due portali della galleria, a testimonianza dei valori svizzeri dell’innovazione, della precisione e dell’affidabilità. Che ora permettono di far viaggiare i convogli a 250 Km all’ora, quindi di andare in 3 ore da Milano a Zurigo.
Percorso che, un secolo e mezzo fa, si compiva in un’intera giornata di viaggio fatto con diligenze trainate da cavalli, come risulta dalla tela del pittore zurighese Rudolf Koller effettuata in onore di Alfred Escher, ideatore della Galleria, nel 1873 già in fase di costruzione, che avrebbe consentito di attraversare le Alpi in tempi più brevi. Ora, l’apertura del nuovo tunnel permette il passaggio di treni merci di 3.600 tonnellate, cioè più del doppio a quello possibile precedentemente, così da far diminuire il traffico stradale di camion, rimorchi e container tra la Germania meridionale e l’Italia settentrionale.
Il che permetterà di diminuire il traffico su strade, come richiesto dalla Pro-tection Act alpina del 1994, quindi di soddisfare un’esigenza politica. Cui si aggiunge il vantaggio dell’aumento della velocità, fino a 250 km/h, dei treni passeggeri, quindi i tempi di viaggio. Ciò, naturalmente, secondo la AlpTransit San Gottardo SA, avverrà nel mese di dicembre, quando i lavori saranno completati. con un costo di 9,8 miliardi di franchi svizzeri. Spesa non indifferente, dovuta al fatto che la nuova Galleria passa sotto diversi massicci montuosi, due dei quali sono grandi sottocatene alpine: le Alpi Glaronesi e il Massiccio del San Gottardo. Dal che deriva il grande interesse al progetto del Cantone dei Grigioni, il quale si trova a circa metà del traforo.
Viene spontaneo, a questo punto, fare un paragone con la situazione, in Italia, delle gallerie ferroviarie. Il che lascia perplessi e, a volte, scandalizza. Anche per i tempi occorsi per realizzarle, ben superiori ai 17 anni per quella “più lunga del mondo”, cioè quella del S. Gottardo. Basti pensare, per esempio, ai 20 anni dei lavori alla Variante di Valico, il tracciato dell’autostrada del Sole sull’Appennino tosco-emiliano, nei pressi di Bologna, che non è ancora terminato. Anche a causa delle frane che i costruttori avevano previsto ed avvertito la società Autostrade.
La quale fu di altro avviso, per non spostare più in basso il percorso, con la conseguenza di fare tunnel più lunghi con costi maggiori, ma che avrebbero eliminato o ridotto gli inconvenienti del tracciato attuale, difficile da percorrere quando nevica o, negli altri mesi, a causa dei rallentamenti dovuti alle pendenze del tracciato. Sta di fatto che i lavori saranno probabil-mente interrotti, benché i costi siano aumentati di oltre mezzo miliardo di euro. Il che sarebbe un guaio perché essa è una necessità, per rendere più fluido il collegamento tra Nord e Sud della Penisola.
Potrei citare altri casi analoghi, troppi purtroppo, reperibili su Internet e veramente deludenti. O le tante rovine, dovute a cattiva gestione statale o comunale, di opere d’arte, di manufatti, di ponti e di impianti tecnici, che appuriamo quotidianamente. Ci rinuncio per amor di Patria.