Gli inglesi, in fondo, non sono mai stati contenti all’interno delle istituzioni europee: forse perché la loro autoconsapevolezza di “Impero Britannico” si scontra, appunto, con l’Unione Europea.
Ma cosa cambia adesso?
In Gran Bretagna lavorano e studiano oltre 600mila italiani, dei quali si stima più di 450mila solo a Londra. Gli italiani, dunque, in termini numerici, rappresentano una delle più grandi comunità straniere della capitale. Se la Gran Bretagna esce dall’Ue ci vorrà un visto per entrare e un permesso di lavoro per lavorare. L’ha detto chiaro e tondo Nigel Farage, il leghista in versione britannica: “Finirà il diritto automatico per i cittadini Ue di entrare in UK”.
Stando a quanto riportano i giornali britannici, il permesso d’ingresso probabilmente si otterrà grazie a un sistema a punti – come in Australia. Vale a dire: verranno valutate le competenze e le capacità di ogni richiedente, nonché la conoscenza della lingua inglese. Chi non passa l’esame, resta in Italia. Inoltre, studiare in Inghilterra sarà ancora di più un privilegio da ricchi: oggi per i cittadini europei la retta annuale di una università è di 9mila sterline (pari a ca. 12mila euro), mentre per gli “studenti internazionali” (cioè quelli non-Ue) è molto più alta e varia dalle 14mila alle 19mila sterline (dai 16 ai 22mila euro). Saranno svantaggiati anche i ricercatori italiani, i “cervelli in fuga”: è probabile, infatti, che verranno tagliati i fondi per la ricerca, perché molti vengono da finanziamenti Ue. Al momento, tuttavia, non vi è nessuna modifica sul fronte della documentazione per entrare in Gran Bretagna. Basta la carta d’identità valida per l’espatrio.
Solo quando il processo di uscita del paese dall’Ue sarà completato, procedura che richiederà circa 2 anni, si dovrà utilizzare il passaporto. La stessa cosa vale per chi ha acquistato un pacchetto vacanza con destinazione Regno Unito: non ci saranno modifiche relative al viaggio e non si dovrà pagare un sovrapprezzo di alcun tipo. Al momento i cittadini italiani continueranno anche a godere dalla copertura sanitaria in viaggio garantita dalla tessera Europea di Assicurazione malattia. Per il futuro, invece, sarà necessario munirsi di una specifica assicurazione sanitaria, al pari di quanto avviene per i viaggi negli Stati Uniti.
Insomma, le porte saranno sempre aperte a chi porta soldi e a chi ha eccellenti carriere da offrire, ma si chiuderanno per coloro che vanno in UK in cerca di un posto da cameriere o muratore. Anche se risulta difficile immaginare che a fare questo tipo di lavoro in futuro saranno solo gli inglesi.