Nel frattempo stanno passando nel dimenticatoio dei libri di storia gli abbracci delle coppie Adenauer- De Gasperi, Moro-Erhard, Lafontaine- De Michelis, Kohl-Andreotti. Perché solenni strette di mano e grandi abbracci in passato ce ne sono stati veramente tanti. Anche il Partito Comunista Italiano, che per natura della cose non poteva identificarsi col Kpd, godeva di luce riflessa dalla stima reciproca tra il leggendario capo della Spd Willy Brandt e l’altrettanto leggendario leader del Pci Enrico Berlinguer.
Fu proprio il tedesco Brandt ad esorcizzare la fobia europea verso il comunismo italiano, adottando quel partito nella grande famiglia dell’Internazionale Socialista. Questo solo a dimostrazione che in passato le alleanze tra partiti tedeschi ed italiani hanno influito notevolmente sulla loro immagine e sulla loro proiezione internazionale. Socialisti, comunisti, ci sembra di parlare delle Guerre Puniche.
Roba d’altri tempi. Resta però sempre attuale l’importanza per la proiezione internazionale dei partiti politici di questi due Paesi delle loro alleanze o (esiste anche questo caso), delle loro incompatibilità. Resta, infatti, incompatibile (e questo da quasi due decenni) la natura di Forza Italia prima e del Pdl dopo con quella della Cdu/Csu tedesca. Lasciamo perdere il folclore politico sulle intercettazioni del fondatore del Pdl sulle fattezze fisiche del capo della Cdu e osserviamo piuttosto la mancanza totale di programmi comuni, dichiarazioni di amicizia e di alleanza politica tra questi due partiti che pur sono accomunati nel Ppe.
Alla faccia degli inesistenti rapporti Pdl- Cdu/Csu, il Pd ha mostrato il 5 novembre scorso al popolo di Roma, Urbi et Orbi, tutto l’affetto che gode da parte della socialdemocrazia tedesca. Il leader della Spd Sigmar Gabriel (foto) si è pure espresso in quella occasione con qualche frase in italiano: “Lavoriamo per un’Italia giusta, per una Francia giusta, per una Germania giusta! Voi siete tanti, voi siete la maggioranza degli italiani! Per un’Europa capace di dare un futuro ai popoli!“.
Allora Bersani e Gabriel lavorano insieme per la maggioranza degli italiani, solo che di maggioranza al governo per tutti e due, per ora, nemmeno se ne parla. E adesso veniamo all’Italia dei Valori che stringe la mano alla Fdp, liberali di Germania. Veramente stona un poco l’immagine del rusticano Di Pietro con quella dei vertici Fdp tutti incravattati Versace e Armani. Attenzione. L’Italia dei Valori si è alleata in Germania con un cadavere politico.
La Fdp è agonizzante! Chiudiamo con la constatazione che nulla si apprende su un accoppiamento dei Verdi di Germania con i Verdi d’Italia e di tutto il resto della compagnia composta da Repubblicani, Socialisti, Socialdemocratici, Rifondazione comunista e altri protagonisti delle Guerre Puniche, partitiche d’altri tempi. Una constatazione. Quei succosi baci sulla bocca che si davano i leader dei partiti comunisti di tutto il mondo non se li sa dare nessuno.
Nota
Orio d’Audace ci lascia e torna in italia a godersi la meritata pensione. Lo rimpiangeremo, perché Orio sa scrivere, è arguto, intelligente ma è uno di quei giornalisti che odia l’apparire e ha in supremo disdegno sia i titoli onorifici che i ringraziamenti. Un uomo di un’altra scuola insomma. Noi lo ringraziamo lo stesso e, pubblicando questa ultima sua nota, gli auguriamo molti anni di tranquillo riposo sulle panchine della sua Catania. Il suo posto verrà preso da un collega più giovane, che alcuni conoscono per essere stato presente tra le pagine di questo giornale: Aldo Magnavacca. Con Magnavacca iniziamo un percorso nuovo ma, speriamo, altrettanto pieno di soddisfazioni. Quindi, come si dice: le Roi est mort, vive le Roi. Grazie ad Orio. Auguri di buon lavoro ad Aldo.