– È stato presentato  a Roma il Dizionario enciclopedico delle Migrazioni italiane nel mondo, pubblicazione edita da Ser Itali Ateneo e sostenuta dalla Fondazione Migrantes che offre un quadro dettagliato, completo e multidisciplinare dei diversi aspetti dell’emigrazione italiana all’estero, dall’epoca dei grandi flussi ad oggi.
Un volume di 1500 pagine che ha richiesto diversi anni di lavoro e a cui hanno contribuito 180 autori, supervisionati da un consiglio scientifico di 50 esperti sul tema e coordinati nel progetto da Tiziana Grassi, giornalista che ha curato insieme a Enzo Caffarelli, Mina Cappussi, Delfina Licata e il direttore della Migrantes, Gian Carlo Perego, questa analisi enciclopedica del fenomeno.
Un lavoro che il giornalista Rai Sandro Petrone, moderatore dell’incontro di presentazione, ha definito “sorprendente e coinvolgente anche dal punto di vista emotivo”, pur nell’approccio di scientifica oggettività adottato, un contributo “che sana una mancanza e apre un nuovo capitolo” nella conoscenza del fenomeno, guardando in special modo ad una più allargata consapevolezza, entro i confini nazionali, di quello che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha definito nel suo messaggio in proposito “un aspetto fondamentale della nostra storia” (vedi anche http://comunicazioneinform.it/dizionario-enciclopedico-delle-migrazioni-italiane-nel-mondo/).
Consapevolezza che ci è utile per valorizzare al meglio la risorsa che oggi rappresentano i connazionali all’estero – oltre 4 milioni di italiani e circa 80 milioni di oriundi, ossia persone nate all’estero le cui origini risalgono al nostro Paese – e per allargare il nostro sguardo sul presente, così come rileva il direttore generale per gli Italiani all’estero e le Politiche migratorie del Mae, Cristina Ravaglia, nel messaggio di saluto inviato per l’occasione. “La conservazione della memoria dell’emigrazione e la diffusione della sua conoscenza è uno tra i compiti fondamentali della Direzione generale degli Italiani all’estero, soprattutto allo scopo di valorizzare tra le giovani generazioni il vissuto dei connazionali che per primi arrivarono nei diversi Paesi in cui la loro presenza è oggi consolidata – scrive Ravaglia, rilevando come tale conoscenza sia “indispensabile alla corretta comprensione dei fenomeni migratori attuali e favorisca una maggior apertura all’accoglienza dei migranti che oggi giungono sulle nostre coste”.
A promuovere le trasmissione della memoria, il Museo nazionale dell’Emigrazione italiana, allestito al Vittoriano, richiamato dal direttore generale che sottolinea ora il nuovo strumento offerto agli addetti ai lavori ma anche al grande pubblico dal Dizionario.

Il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Francesco Montenegro ha invece richiamato il valore e l’impegno che richiede il lavoro sinergico di più persone, evidenziando la sensibilità verso i migranti quale denominatore comune degli autori delle diverse voci del Dizionario. “La storia dell’emigrazione è una storia di cui siamo testimoni ma anche protagonisti e la riflessione su essa è una riflessione sulla nostra stessa identità – afferma mons. Montenegro, sottolineando come quest’ultima sia “multiculturale”, dal momento che “la società cambia, ma il destino migrante dell’uomo resta”.
Richiamato poi il lavoro delle missioni cattoliche italiane a fianco dei connazionali e della Chiesa sul fronte dell’evangelizzazione, che vuol dire anche dialogo ecumenico e interreligioso – “in Italia possiamo contare oggi – dice – fedeli di 189 diverse religioni”, – e per la promozione sociale dei migranti, che si traduce nell’impegno su temi come il rispetto dei diritti dei lavoratori, il diritto d’asilo, il ricongiungimento familiare, senza dimenticare le questioni che riguardano le nuove forme di mobilità (welfare, previdenza, vincoli di solidarietà da rinnovarsi attraverso un ripensamento dell’associazionismo). Parla di un contributo editoriale destinato a “lasciare il segno” Norberto Lombardi, consigliere del Cgie, che porta ai presenti il saluto del segretario generale Elio Carozza e di tutto il Consiglio generale, uno degli organismi di rappresentanza dei connazionali all’estero coinvolto anch’esso nel percorso di riforme istituzionali incoraggiato dal Governo.
Per la sua conformazione, così come per la presenza parlamentare degli eletti nella circoscrizione Estero, per il numero e la conformazione degli organismi di rappresentanza di base degli italiani all’estero (i Comites) e per l’esercizio di voto dei residenti fuori dai confini nazionali Lombardi parla dunque di un “bivio”, il cui esito sarà certamente condizionato dalla visione della classe politica italiana sulla presenza italiana nel mondo.
Una visione la cui “ristrettezza” sino ad oggi non ha consentito la corretta valorizzazione dei connazionali quali “leva fondamentale per la ricollocazione del Paese sullo scenario globale”, sottovalutandone le potenzialità. Un limite che potrebbe essere superato con l’approfondimento culturale garantito da strumenti come quello del Dizionario, che potrà essere utile anche – rileva Lombardi – alle giovani generazioni di origine italiana all’estero, orientate più delle precedenti ad un recupero del contatto con le loro radici, e alle nuove mobilità, ai giovani “che fino ad oggi sono stati abbastanza indifferenti alla nostra storia dell’emigrazione ma che cominciano a toccare con mano le possibilità di solidarietà messe in campo anche dagli organismi tradizionali e a rendersi conto del livello di integrazione e successo raggiunto dalle collettività all’estero”.
L’augurio è dunque che si possa giungere ad una sintesi di queste diverse esperienze, sintesi che consentirebbe anche il superamento delle difficili prove cui l’immigrazione sottopone il nostro Paese, attraverso una spinta alla solidarietà, nella consapevolezza della “necessità dell’integrazione”, di “presenze che sono per noi anche un’opportunità”. Riconosce il “valore corale dell’opera” anche Antonello Biagini, prorettore dell’Università Sapienza di Roma, che insiste sul carattere strutturale della migrazioni, fenomeno che da sempre ha connotato le civiltà, mentre Tiziana Grassi illustra il lavoro dedicato ad “una pagina fondativa della nostra storia” (vedi anche http://comunicazioneinform.it/a-colloquio-con-tiziana-grassi-ideatrice-del-dizionario-enciclopedico-delle-migrazioni-italiane-nel-mondo/), spesso dimenticata nel nostro Paese.
A colmare questa lacuna concorre anche il carattere divulgativo adottato e i lemmi raccolti, “parole – afferma la curatrice – che aprono mondi di fondamentale importanza per comprendere l’emigrazione italiana”, come ad esempio “la valenza ancora fortemente attuale dell’associazionismo, importante anche per il mantenimento dei legami intergenerazionali con il nostro Paese, o parole come identità, memoria, nostalgia, rimesse, oceano, donne, che hanno pagato un prezzo altissimo nella vicenda migratoria, ritorno, tema su cui credo l’Italia debba fare ancora molto”. Sottolinea il contributo al Dizionario degli studiosi dell’Università Sapienza Mario Morcellini, direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale in quell’ateneo, che ribadisce l’importanza delle parole nella trasmissione della cultura e la valenza pubblica della religione, valenza – rileva – ben testimoniata dal lavoro di approfondimento svolto sulle tematiche migratorie dalla Fondazione Migrantes, mentre Piero Corsini, amministratore delegato di Rai World, interviene per ribadire come le trasmissioni destinate agli italiani all’estero e diffuse oggi da Rai Italia rappresentino un buon esempio di ciò che si intende con servizio pubblico televisivo, “per questo – assicura – verranno mantenute indipendentemente dagli assetti aziendali”.
Nel corso della mattinata è stato più volte ricordato come l’idea del Dizionario sia maturata anche a partire da questo “spirito di servizio”: Tiziana Grassi è stata infatti una delle autrici di Sportello Italia, una delle trasmissioni più seguite dai connazionali su Rai International e la stessa conduttrice della trasmissione – cessata con la fine di Rai International – Francesca Alderisi è intervenuta per ribadire la necessità di far conoscere al Paese “l’altra Italia”, parlandone in modo “appropriato e approfondito” e ricordando poi in particolare l’impegno di Mirko Tremaglia, impegno decisivo sia dal punto di vista politico, per l’istituzione della rappresentanza parlamentare degli eletti all’estero, ma anche nel tenere alta l’attenzione sulle collettività residenti fuori dai confini nazionali. Matteo Sanfilippo dell’Università della Tuscia (Viterbo) è intervenuto invece per sottolineare l’importanza delle migrazioni interne al nostro Paese, tematica inclusa nel Dizionario, mentre Goffredo Palmerini, dell’Associazione Nazionale Emigrati e Famiglie (Anfe) si è soffermato sulla “rilevanza sistemica e pluridisciplinare del volume, che colma un vuoto editoriale” e contribuisce in modo decisivo alla conoscenza del fenomeno migratorio.
Vuoto editoriale associato ad una “specie di rimozione della storia ancora presente nella classe politica, che più spesso si accosta a questi temi con un assistenzialismo di maniera che rivela una conoscenza solo epidermica degli italiani all’estero – afferma Palmerini, evidenziando come sia venuto il momento che “queste due Italie si conoscano e si riconoscano”. “Gli italiani all’estero – prosegue – hanno bisogno solo di questo riconoscimento, così come sono stati riconosciuti per i loro numerosi meriti ottenuti anche in società altamente competitive”. Un risultato che richiede però “un salto culturale” possibile solo attraverso un’adeguata e diffusa conoscenza del fenomeno.
Su diversi aspetti della toponomastica si è soffermato invece Caffarelli, direttore editoriale del Dizionario, che ha ricordato come esistano molte strade intitolate all’emigrante in diversi comuni italiani ed un solo Giardino dedicato agli italiani nel mondo, inaugurato a Roma circa un anno fa. Richiamato anche il tributo dei comuni italiani all’emigrazione diretta verso gli States: “nei registri di Ellis Island, porta di arrivo dei connazionali a New York, si trovano nomi di numerosi comuni italiani di provenienza degli emigrati storpiati in molteplici modi; sarebbe bello – sostiene Caffarelli – coinvolgere associazioni italiane molto influenti nella Grande mela per far sì che si possa operare una correzione e restituire in questo modo i connazionali registrati alle loro autentiche origini”.
Le prime due copie del Dizionario sono state inviate al presidente Napolitano e a papa Francesco, nipote di emigranti di origini piemontesi in Argentina. Una copia verrà inviata nei prossimi giorni anche al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per ribadire il richiamo alla valorizzazione dei residenti all’estero più volte formulato in questa occasione.