E per festeggiare la ricorrenza, unendosi anche alle celebrazioni del 150 anni dell’Unità d’Italia, Radio Colonia, in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura locale, ha organizzato una serie di ben riusciti eventi. 50 anni di Radio Colonia. la voce di una comunità La radio ha fatto sentire più vicini all’Italia quando la lontananza rendeva possibili solo collegamenti sporadici e contatti con il paese di provenienza necessariamente cadenzati nel tempo. Gli emigrati italiani che giungevano in massa nella ricostruenda Germania, che assicurava loro lavoro e futuro, aspettavano con ansia il programma in lingua italiana di Radio Colonia: un’antenna con l’Italia, una cura antinostalgia, una voce amica per alleviare il distacco.
La radio, pur garantendo un legame con la patria, che per molti migranti portava i tratti di "matrigna", si adoperava di sincronizzare in un’unica voce le fatiche e le speranze, le illusioni e delusioni, le attese e le paure, ma anche le riuscite dei lavoratori emigrati. Una voce che riavvicinava all’Italia degli affetti, ma poco o non sempre a quella della cultura, della politica, del diritto al lavoro. Un dibattito tra passato, presente e futuro Il 6 luglio 2011, presso l’Istituto italiano di cultura di Colonia, alla presenza di una folta e qualificata rappresentanza italiana e non, in un dibattito, condotto da Renzo Brizzi, si sono percorsi i primi 50 anni della Radio Colonia, attualizzandoli nel presente e proiettandoli in un sicuro futuro.
Laura Capuzzo, giornalista e docente di Scienze della Comunicazione all’Università di Trieste, ha illustrato l’impatto linguistico-culturale offerto dalla radio all’emigrazione. Radio Colonia è stata voluta e sostenuta proprio dalle autorità tedesche per tanti comprensibili motivi. Uno è – oggi sa di amenità – : le trasmissioni in lingua italiana dovevano fungere anche da prevenzione dal ‚comunismo‘. Loredana Cornero, giornalista Rai, ha evidenziato la forza informativa dei mezzi di comunicazione (giornali, radio, televisione, internet) a favore delle minoranze migranti, non solo italiane. Sergio Nava, giornalista di Radio 24 e conduttore del programma “Giovani talenti”, ha sottolineato come l’Italia abbia spinto non solo braccia-lavoro a lasciare il paese, ma anche talenti. E ancora oggi, l’Italia, terra di immigrazione, non arresta la fuga di tante sue giovani promesse. Roberto Sala, autore di “Radio Colonia – Emigrati italiani in Germania scrivono alla radio”, ha ricordato il servizio sociale, assistenziale e informativo svolto dall’emittente agli emigrati italiani in Germania.
Il forum ha confermato che il passato di Radio Colonia è meritevole e situa il presente nella rassicurante posizione di scrutare con fiducia il futuro. Perché gli attuali radioascoltatori – affermano con convinzione gli addetti ai lavori – non hanno frontiere, sono sognatori di unità tra le nazioni, sono amanti di cucina, musica, cultura, arte e lingua del bel paese. Non di solo Radio… Il forum "I primi 50 anni di Radio Colonia" ha certamente elencato meriti, pregi e storia della Radio. La tappa commemorativa, però, ha spaziato anche sull’attualità dell’emigrazione italiana in Germania e nel mondo. Dagli interventi del pubblico si evince quante siano le potenzialità promozionali della lingua e cultura italiana presenti nella collettività.
Potenzialità che vanno, però, individuate, sostenute e coltivate. L’insegnamento della lingua italiana parte dalla famiglia. I corsi di lingua e cultura sono opportunità da non rischiare di rimpiangere. E anche la presenza delle Missioni Cattoliche Italiane è stata ed è veicolo, non secondario, non soltanto di Fede, ma anche di sana italianità. Auguri a Radio Colonia! Essa, senza trionfalismi, fu ed è voce della comunità italiana di ieri e di oggi; e per nulla si sogna di dubitare per l’avvenire.
Nel contesto della ricorrenza, infine, hanno ricoperto un degno collocamento la proiezione del film “Viva l’Italia!” di Roberto Rossellini e "Avanti Pop – La festa italiana!", un megaconcerto di Funkhaus Europa con la musica di Carmen Consoli, Roy Paci e del percussionista Alfio Antico.