Tutto si muove e vive perché c’è sempre un “poi”, una porta che si apre sul futuro. Se alla notte non seguisse il giorno, se la vita non generasse vita, subentrerebbe la disperazione, si spegnerebbe la vita. Non potrò mai dimenticare il tragico episodio di un ragazzo suicidatosi a 13 anni. Aveva lasciato scritto sulla sua agendina: “Ho avuto tutto dalla vita, i genitori non mi hanno fatto mancare nulla, abbiamo girato il mondo in crociera e in aereo. Non vedo nessuna novità nel mio futuro”.
Non c’era più una ragione per vivere. Oggi c’è un ammanco di speranza. Ne sono un segnale e conseguenza, frustrazioni, squilibri del vivere civile, senso di vuoto. Passato l’inverno, ora è esplosa la primavera in una coreografia stupenda di colori di profumi, di fiori e dei primi frutti di piante e arbusti. È la stagione che canta la vita. Senza la primavera scomparirebbero le altre stagioni. È la speranza umana. Stupenda! Vi è anche quella cristiana. I credenti sono, per la natura stessa della fede, testimoni di speranza. Il Cristianesimo infatti si propone all’uomo come risposta sul senso del suo vivere, e del morire. È la religione della speranza. Nell’antico mondo greco-romano si credeva ad una esistenza ultra-terrena. Ma si trattava di un vagare triste e lamentoso nella fredda penombra dell’Ade.
Là il demonio Caronte, spaventoso e sozzo, come lo definisce Dante nella Divina Commedia, traghettava uomini e donne da questa vita al regno della morte. Il cristiano sa, per fede, che al centro della storia sta Gesù Cristo, colui che è morto, certo, ma che è risorto ed è il Vivente. “Perchè cercate tra i morti colui che è vivo? – dice l’angelo la mattina di Pasqua alle donne accorse al sepolcro di Gesù, che trovano vuoto- È risorto. Andate in Galilea e là lo troverete. Andate subito ad annunciarlo a miei discepoli!” Il sepolcro di Cristo è pieno di speranza. Così è piena di speranza la tomba dell’uomo. Ma non solo la tomba; anche la sua vita presente, sulla quale si riverbera la luce del Risorto. Per questo facciamo festa a Pasqua.