L’università Goethe ti aiuta a capirlo. Obiettivamente parlando si tratta di un’iniziativa ancora in fase sperimentale di tutto rispetto. Infatti il percorso di studi del Lehramt prevede, nel caso dell’indirizzo liceale, un semestre di tirocinio in una scuola della regione.
In questo modo gli studenti hanno un contatto diretto con la realtà scolastica, che è ben lontana da quanto viene descritto nei manuali scientifici di pedagogia. Infatti si ha modo di osservare dal vivo come si comportino i professori nei confronti dei ragazzini e ragazzine molto vivaci.
Probabilmente voi che leggete penserete che sia alquanto banale quanto dico. Può essere. Però da esterni è tutto un´altra cosa e viverlo in prima persona è decisamente diverso.
Comunque questo tirocinio è decisamente utile, dal momento che lo studio del Lehramt dura pressoché otto semestri, senza la suddivisione in Bachelor e Master. Molti potrebbero quindi commettere l’errore di investire cinque anni in qualcosa che non soddisfi la loro inclinazione.
Premesso ciò, adesso è arrivato il mio turno. Mi hanno assegnato in un liceo italo-tedesco a Francoforte. Non mi ha stupito quel caos presente in classe il primo giorno di tirocinio, perché avevo tenuto conto che avrei incontrato dei preadolescenti. Siamo onesti, chi non era vivace a tredici anni?
A parte questo dettaglio sono rimasto profondamente colpito dal metodo d’insegnamento applicato a scuola. Si punta infatti ad introdurre la materia in modo giocoso. La mia maturità ormai risale al 2010 e a quel tempo non venivano fatti i giochetti didattici.
All’apparenza sembrerebbe che adesso gli scolari non imparino nulla e invece memorizzano meglio quanto viene fatto durante queste attività creative e con l’uso di oggetti quotidiani.
Pensando un instante all’Italia, mi sarei immaginato un professore che entrava in classe, si sedeva in cattedra, poi avrebbe iniziato a spiegare in stile “vecchia scuola” tutte le nozioni teoriche. In conclusione, gli scolari avrebbero seguito e ascoltato passivamente tutta la lezione, imparando quanto spiegato. Sia chiaro però che in Germania la teoria non manca naturalmente.
Oltre a ciò non dobbiamo dimenticare l’infinita e proverbiale pazienza degli insegnanti. A parte gli scherzi, alcuni scolari mettono davvero a dura prova la calma dei professori dal momento che tanti non si fanno problemi a rispondere a tono. Dalle mie parti invece era all’ordine del giorno vedere professori alterarsi e prendere provvedimenti severi contro gli alunni. Insomma, per beccarsi un provvedimento disciplinare qui in Germania bisogna arrivare agli estremi.
Abbandonando il discorso della disciplina, passo alle pause. Esse sono organizzate diversamente dall’Italia: ad ogni cambio dell’ora si prevede una piccola interruzione, che può essere di cinque o di venti minuti. In questo modo è possibile riprendersi e staccare la spina dallo stress che provoca l’apprendimento di nuovi concetti.
Avviandomi ora alla conclusione meritano un cenno i progetti di scambio europeo. So che non si tratta di una novità e ciò si fa da moltissimi anni. Però ne vale la pena sottolineare il fatto che importante dare la possibilità alle nuove generazioni dei vari paesi (nel caso italiani e tedeschi) di conoscersi e di far nascere magari una buona amicizia.
Se teniamo conto dei tempi che corrono, in cui i pregiudizi stanno pericolosamente emergendo, tali progetti sono essenziali per prevenire brutte pieghe in futuro.