Ho appena terminato di leggere il trafiletto intitolato „Vergognamoci“ riguardante le attuali vicende della nostra diocesi, pubblicato sull’ultimo numero del Corriere d’Italia e mi sono detto: „Nemmeno di questo trafiletto c’è molto di cui vantarsi”.
Da un giornale che si ispira al vangelo io mi aspettavo molto di più come pure non l’avrei ritenuto sufficiente e serio se l’avessi trovato su un altro qualsiasi giornale perchè i contenuti non differiscono da ciò che si può sentire in una qualsiasi Kneipe tedesca o bar italiano. Cosa si sarebbe potuto scrivere per stimolare una riflessione più profonda e proficua?
Qualche provocazione a mò di esempio:
1. la tentazione del denaro riguarda tutti, nessuno ne è immune. Nella vita ho imparato che quando si dice “non è per questione di soldi” si deve star certi che è proprio questione di denaro. Il vangelo su questo è chiaro: non si può servire Dio e mammona. Dio ci dia quel denaro che è sufficiente per vivere e dormire di notte e quello che è necessario per non buttarlo via, in genere più di notte che di giorno.
2. La questione del denaro, nel nostro caso, sembra essere la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, già colmo. Fuori di metafora il problema vero riguarda, a quanto pare, la scarsa relazione e il limitato dialogo tra vescovo e sacerdoti-fedeli. Se è così, si chieda un maggior confronto e collaborazione, se possible, e in caso contrario si compiano i dovuti passi presso l’autorità competente e superiore. Alla fine rimane una scelta estrema, quella delle dimissioni dalle responsabilità che si ricoprono, per dimostrare in modo evidente il proprio dissenso.
Ma una chiesa che ha bisogno dei giornalisti per fare la verità al suo interno – come si è sentito alla riunione tenutasi presso l’Haus am Dom di Francoforte il 12 novembre scorso – è una chiesa poco coraggiosa, solo formalmente corretta nei rapporti interni e soprattutto dimentica della pagina evangelica della correzione fraterna.
3.Per il futuro resta ancora valido il principio secondo cui il vescovo si accoglie e non lo si sceglie. Questa vicenda ci insegni criteri pastorali nella nomina dei vescovi – come pure dei parroci – : non è sufficiente la preparazione culturale, sempre necessaria; occorre tenere in debita considerazione la capacità di relazione e di guida autorevole di una comunità. Possiamo e dobbiamo offrire indicazioni sui criteri di nomina ma pretendere di scegliere una persona piuttosto che un’altra, seppur in modo democratico, rientra in una logica statale e non ecclesiale di conduzione della comunità Cristiana.
4.“Vergognamoci”, bene… ma se non si chiede scusa la vergogna rimane un atteggiamento sterile perchè non produce di per sé un cambiamento. Chiediamo perdono per aver mancato di rispetto a chi fatica a tirare la fine del mese, a chi vacilla nella fede, a chi esce rafforzato da questa vicenda nella sua adesione a un dio qualunque e scelta di indifferenza, se non avversione, a ogni tipo di aggregazione religiosa, chiesa cattolica in primis… ma da qui a chiedere scusa perchè membri di altre comunità o confessioni religiose abbandonano la propria mi pare un salto indebito e, se pur attuato in pratica, non sufficientemente motivato.
Dirò di più, comprendo ma non giustifico l’uscita dalla chiesa da parte di fedeli cattolici. Comprendo la delusione e l’amarezza derivante da una mancata testimonianza tanto più grande quanto più è autorevole la fonte da cui scaturisce; non giustifico perchè la fede cristiana ha come termine Dio e non i suoi membri, pure autorevoli. Nella professione di fede si recita: “Credo in Dio Padre… in Gesù Cristo… nello Spirito Santo…” e non “ nella Chiesa” bensì “la Chiesa”: io mi confronto con la Chiesa, con il mio vescovo, dialogo, discuto e … taccio se è necessario, … ma la mia fede – si dice dalle mie parti – non me la gratta via nessuno.
In questi tempi, non sereni certamente, mi chiedo quanto tempo abbiamo dedicato alla preghiera e quanto alle parole su tale dolorosa vicenda; forse un po’ più di preghiera e silenzio non sarebbe male perchè solo davanti a Dio ognuno di noi può trovare il modo per rimanere saldo nella fede nell’attuale mare in tempesta.