Il 25 novembre rappresenta una ricorrenza importante che, nell’obiettivo di eliminare qualsiasi forma di violenza nella piena affermazione dei diritti di tutti gli esseri umani, pone una marcata attenzione sul fenomeno della violenza contro le donne

Questa giornata è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999 con la risoluzione 54/134 che richiamava i principi espressi nella precedente risoluzione 48/104 del 23 dicembre 1993 sull’eliminazione della violenza contro le donne.

Tali documenti sanciscono che la violenza contro le donne ha rappresentato, storicamente, la manifestazione della disuguaglianza tra i generi che ha portato nel tempo gli uomini alla dominazione e alla discriminazione nei confronti delle donne. Fenomeni che hanno ostacolato l’avanzamento delle donne nella società, spesso ponendole in posizioni di subordinazione.

L’ONU aveva dunque ritenuto urgente la necessità di istituire una giornata per ricordare che la violenza perpetrata sulle donne costituisce un ostacolo all’uguaglianza, la sicurezza, la libertà, l’integrità e la dignità di tutti gli esseri umani.

Era stato scelto il 25 novembre per commemorare le „Sorelle Mirabal“, tre donne uccise il 25 novembre del 1960 nella Repubblica Dominicana per essersi opposte alla dittatura di Rafael Trujillo, presidente che aveva governato il paese centroamericano dal 1930 al 1961.

Anche la violenza si misura

Il violentometro è una griglia ordinata in maniera crescente che consente di „misurare“ il grado di violenza di genere perpetrata su un individuo. Alle base ci sono gli insulti, a metà lo stalking e, al termine, la violenza fisica fino all’omicidio.

È uno strumento importante che porta alla comprensione e all’autoconsapevolezza. La lettura stimola anche la sensibilità di chi è vicino a persone che si trovano in condizioni di pericolo. Occorre ricordare che spesso la violenza psicologica è l’anticamera della violenza fisica.

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