STOCCARDA – Intervista ad Angelo Attademo, fondatore 35 anni fa della Compagnia teatrale stoccardese “Le Maschere”

Angelo Attademo, fondatore dell’ormai celebre Compagnia „Le Maschere“ di Stoccarda è un esempio di come si può diventare interprete e messaggero di cultura teatrale italiana all’estero.

Nato 65 anni fa a Trecase (Napoli), Angelo Attademo, napoletano purosangue, non è un accademico ma un semplice emigrato della fine degli anni 70.

La sua prima apparizione in pubblico risale al 1980 con alcuni sketch napoletani in occasione della Festa della mamma, promossa dall’allora dinamicissimo missionario don Battista Mutti.

La sua esibizione nella Cappella del Rupert-Mayer-Heim di Stoccarda fu spettacolare.

Da lì la scintilla di un percorso di 35 anni di successi. Ma che cosa spinse il giovane Attademo a proporre la Commedia napoletana in terra sveva?

Ero appena arrivato a Stoccarda, ma oltre al lavoro quotidiano volevo fare qualcosa di culturale che mettesse in moto un po’ di giovani per una proposta culturale che divertisse il pubblico. Riassumendo potrei dire: La voglia di recitare, la nostalgia e l’amore per il teatro napoletano.

Che risonanza registrasti?

L’entusiasmo dei membri del gruppo riscontrò fin da subito l’entusiasmo del pubblico, accorso numerosissimo già al nostro debutto.

Perché il nome “Le Maschere”?

La prima idea spontanea fù “ le maschere nude “ titolo di una raccolta di teatro di Pirandello. Poi decidemmo di semplificarlo con “ le maschere “

Ricordi le emozioni e le paure del debutto con “Natale in casa Capiello” di Eduardo De Filippo?

L’ emozione più grande fù la lettera di auguri inviataci da Eduardo de Filippo. Tramite Giacomino da Re, un connazionale molto impegnato nel non facile compito di diffondere la nostra arte e cultura nella variegata collettività italiana di Stoccarda.

Qual è il segreto di questa longevità de “Le Maschere”?

L’ amore per il teatro, un gruppo stabile di amici, la voglia di divertirsi, impegno affidabilità e disciplina.

Nel corso degli anni avete vissuto tanti momenti di gloria, testimoniati dalle richieste di esibizione e dal successo in mezza Germania: da Wolfsburg a Bad Säckingen sconfinando per la Svizzera per poi e arrivare fino a Sorrento. Qual è la chiave di questo grande successo?

Divertire divertendoci

Hai mai temuto che la Compagnia potesse sgretolarsi con la perdita di alcuni attori/attrici?

Non si è ancora verificato, grazie a un nucleo stabile di attori

Che eco riscontrate fra il pubblico giovanile?

Negli ultimi anni un aumento di pubblico giovanile specialmente tra gli ultimi arrivati, forse alla ricerca di un punto di riferimento.

Riuscite ad inserire nuove e giovani leve?

Siamo aperti a nuove richieste, spesso dopo gli spettacoli c’è gente che manifesta un interesse a far parte del gruppo, spesso però frenato dall’impegno richiesto

Come mai dal 2012 non rappresentate più commedie classiche napoletane?

Dopo esserci confrontati con i classici del teatro napoletano, cerchiamo negli ultimi anni di rappresentare opere di autori viventi e poco noti. Instaurando contatti personali come con Pino la Pietra.

L’ultima rappresentazione “Già consegnato” di Pino La Pietra affronta in chiave comica la piaga del secolo: la droga. Qual è il messaggio che intendete o avete inteso lanciare al numerosissimo pubblico, accorso sia alla “Prima” di Stoccarda venerdì 15 che alla replica a Tubinga due giorni dopo.

Il nostro scopo è di passare e far passare una bella serata con le commedie che rappresentiamo. Chiaramente le nostre commedie possono avere anche dei messaggi educativi e morali ( nell’ ultimo pezzo oltre al tema della droga sono presenti altri temi tipo la famiglia, come contenitore sociale, la tentazione del facile guadagno in situazioni critiche, l’amicizia ecc…….) che non vengono da noi accentuati più del dovuto lasciando al pubblico la libertà di coglierli a proprio piacimento. La nostra soddisfazione al riguardo sta nel notare la reazione del pubblico a certe tematiche. Ad esempio nell’ultimo pezzo: Quando Dino rifiuta i facili guadagni con la frase “ se questa è dignità e meglio morire di fame “ il pubblico ha approvato con uno scrosciante applauso

Che cosa ti auguri o meglio vi augurate come colonne portanti della Commedia popolare napoletana in Germania?

À salute! Un ricambio generazionale per poter anche noi godere e divertirci come spettatori. Scambiare la nostra esperienza con le altre realtà teatrali presenti in Germania!

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