Nella foto a dx: Il presidente del Club Italia, Mario Livolsi Foto di ©ClubItalia

La squadra di calcio Club Italia rappresenta ormai una presenza storica nella capitale tedesca, essendovi ininterrottamente presente fin dal lontano 1963, appena due anni dopo la divisione della metropoli con il famigerato muro. Il fondatore fu una singolare figura di sacerdote, il veronese don Luigi Fraccari, che nella sua opera seguiva la precisa intenzione filantropica di creare uno strumento per prevenire le devianze dei ragazzi. L’educazione sportiva era dunque per lui un metodo pedagogico rivolto agli italiani (non molti, allora) residenti a Berlino. Don Fraccari aveva avuto il coraggio, durante la guerra, di seguire volontariamente le tradotte degli italiani deportati per offrir loro un conforto religioso. Per dare un’idea, si pensi che allora vennero deportati in Germania circa 600.000 prigionieri italiani, uno dei quali divenne poi lo scrittore Primo Levi. A Berlino don Fraccari aprì la Missione Cattolica Italiana a tutti i connazionali facendone un punto di ritrovo, e dopo la guerra aprì pure una casa-rifugio per orfani e anziani che intitolò a Pio XII, anche perché dal pontefice stesso ricevette un sostanzioso incoraggiamento. Don Fraccari tornò in Italia nel 1979 per motivi di salute e si stabilì nel Valpolicella, dove fece in tempo a vedere il nuovo millennio prima di morire.

Il club continuò nella sua attività sportiva sempre più coronata dal successo. Nel 1980 cambiò il nome da “Gioventù Italiana Berlino” a “Club Italia” allo scopo di rafforzare la sua funzione quale punto di riferimento per la comunità italiana di Berlino. Un Hit è stato riuscire a impegnare l’ex-campione Thomas Häßler quale allenatore capo. Il campione del mondo 1990 è rimasto particolarmente legato agli italiani dopo la sua esperienza nella Juventus ed alla Roma, e parla anche bene l’italiano. Perché la società calcistica non si preoccupava solo di tesaurizzare i gol, organizzava anche vari e numerosi eventi per promuovere la cultura italiana nella metropoli divisa e nella Germania in genere. Si segnalano, ad esempio, le manifestazioni gelato-calcistiche di grande successo condotte in collaborazione con l’UNITEIS, e con la sponsorizzazione dell’Ambasciata ed il Comites, a cui hanno partecipato molti tedeschi oltre agli italiani residenti in luogo.

L’assenza del fondatore però cominciava a farsi sentire e negli ultimi anni le sue buone intenzioni erano lasciate andare alla deriva, mentre la corrente principale deviava lentamente in altre direzioni, verso altri territori. A ciò si aggiunsero alcuni problemi finanziari provocati dal distacco d’un grosso sponsor su cui fino ad allora si era potuto contare.

Così nel 2018 si è verificata una scissione, e dal Club originario si sono staccate due squadre differenti: la prima si chiama Berlin United, senza specifico richiamo all’Italia, mantiene Thomas Häßler come allenatore, come presidente Stefan Teichmann e come vicepresidente Giovanni Bruno. E persegue le prospettive carrieristiche nelle leghe tedesche. La seconda si chiama nuovo Club Italia e si richiama agli ideali di Don Fraccari nell’offrire un sano divertimento ai nostri connazionali. Il suo nuovo allenatore dovrebbe essere Lennart Hartmann che proviene dalla squadra professionista Herta Berlin. Ed il suo nuovo presidente è Mario Livolsi, un imprenditore mezzo siculo e mezzo berlinese che ha dichiarato alla stampa: “Questo Club è stato fondato non di certo per fare business o professionismo a tutti i costi (…) Noi vogliamo essere ancora espressione della collettività italiana a Berlino che oggi è formata da 30 mila persone”. Anche se con un punto di partenza meno ambizioso, il nuovo Club Italia è riuscito a collezionare numerose vittorie per la loro maglia azzurra.

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