Copertina del libro

Marco Belli è nato a Ferrara nel 1975. Insegnante di scuola superiore, fotografo, passeggiatore, gastronauta, sommelier e assaggiatore ufficiale di grappe e distillati. Fa parte del collettivo di scrittori L.A.P.S.. Direttore artistico del festival dell’editoria indipendente Elba Book Festival. Collabora con la rivista Millebattute e organizza workshop di fotografia e scrittura creativa in giro per l’Europa. Con Graphe.it ha appena pubblicato A- la storia di una mosca

A. è una mosca assai speciale: Tutta la magia di Parigi passa nel racconto di A., insetto senziente quasi-vivo, che nel frattempo, forse proprio in questo istante, si è già posato non visto in un angolo della nostra esistenza. Scopriamo qualcosa in più su questo insetto.

Come nasce l’idea di una mosca che „spia“ la vita dei grandi? Perché proprio una mosca?

Avevo voglia di raccontare Parigi e la vita di alcuni suoi prestigiosi abitanti da un punto inedito. Una mosca ha accesso a una miriade di ambienti spesso inaccessibili e soprattutto ha la possibilità di osservare persone e situazioni senza essere vista.

Per cosa sta „A.“?

A. è nata dalla mano di un triste poeta sconosciuto che pochi minuti prima di darle vita leggeva i primi versi di Voyelles di Arthur Rimbaud dove si canta la lettera A. A. potrebbe stare per un nome che ha come iniziale la lettera A oppure potrebbe essere il disegno stilizzato di una mosca che ha appena defecato.

A. „visita“ diversi personaggi a Parigi, sia francesi che non. Come ha strutturato la mosca il suo „piano visite“?

A. incontra tutti per caso, spesso dopo essersi addormentata in una tasca, in una tabacchiera o nella camera segreta di un vecchio libro; è un’autentica flâneuse.

Tutta questa conoscenza non diventa un po‘ troppo per la piccola mosca, che si stanca e si addormenta?

A. è un’oziosa impenitente, è vero, ma vive anche pericolosamente come tutte le mosche del mondo che rischiano ogni giorno di essere schiacciate, elettrizzate o avvelenate. Le mosche come ci ricorda il grande Luciano, rispetto ad altri colleghi volanti come la vespa, la cavalletta o il pipistrello, sa volteggiare in aria “con grande naturalezza, per ogni verso desideri”.

Antonio Castronuovo la definisce mosca esistenzialista. Concordi?

Certamente. Sono spesso d’accordo con Antonio. A. ha una vita precaria, è dotata di grande energia, anche dopo cadute e svenimenti, rinasce come Wile E. Coyote, confrontandosi sempre, attraverso la sua solida curiosità, con l’insensatezza dell’esistenza.

Camilla Lunghi interpreta le visioni della mosca molto colorate, vivide. Integrazione o contrasto in merito alla vista da mosca?

Quando ho terminato di scrivere Storia di A. ho pensato subito a dei disegni, un controcanto al racconto del volo esistenziale dell’insetto. Lo sguardo di Camilla Lunghi è stato fondamentale nel tradurre la realtà frantumata, difficilmente afferrabile, dei multipli ocelli della mosca.

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