Nella foto: L’Orso della Berlinale. Foto di ©Internationale Filmfestspiele Berlin

Tanto cinema italiano al Festival del cinema (16-26 febbraio)

La Festa del cinema ritorna a pieno regime dopo ben tre edizioni segnate dal Covid-19. Nel 2020 il Covid era appena arrivato dalla Cina, si contavano i primi contagi, ma si andava a vedere i film della Berlinale con un atteggiamento preoccupato, ma relativamente sereno: nessuna poteva presagire quello che sarebbe accaduto di lì a pochi giorni. Nel 2021 ci fu un festival totalmente online, coi giornalisti accreditati che guardavano i film sul computer di casa. Nel 2022 si è tornati in sala, ma in un clima di ansia totale, con mascherine, test quotidiani, e il rischio di risultare positivi ed essere esclusi dalle proiezioni. Quest’anno finalmente è di nuovo normalità, almeno si spera.

E la Berlinale ricomincia con una nutrita presenza di film, registi e attori italiani. Ne parleremo dettagliatamente dopo che avremo visto le pellicole, ma già possiamo dire qualcosa in sede di presentazione. Il primo film made in Italy si intitola Disco Boy, opera prima d’esordio del regista tarantino Giacomo Abbruzzese, con protagonista l’attore tedesco Franz Rogowski. Gareggerà nella sezione “concorso”, quella più importate, dove ci si gioca l’Orso d’oro. La pellicola racconta di Aleksei il quale, dopo un difficile viaggio attraverso l’Europa, raggiunge Parigi per arruolarsi nella Legione straniera francese, un corpo militare altamente selettivo che consente a qualsiasi straniero, anche privo di documenti, di ottenere un passaporto francese.

Fuori concorso arriverà a Berlino L’ultima notte di amore, film di Andrea Di Stefano, con protagonista Pierfrancesco Favino. Protagonista è Franco Amore, un poliziotto che in 35 anni di onorata carriera si vanta di non avere mai sparato a un uomo. Ma la sua ultima notte di servizio prima del pensionamento sarà più lunga e difficile di quanto lui avrebbe mai potuto immaginare, e metterà in pericolo tutto ciò che conta per lui: il lavoro, l’amore, l’amicizia-

Grande attesa per il documentario girato da Mario Martone in omaggio al grande Massimo Troisi. Si intitola Laggiù qualcuno mi ama e passerà nella sezione “Berlinale Special”: Martone ha montato scene dei film di Troisi alternate a conversazioni con artisti che lo hanno amato e ne sono stati influenzati (Francesco Piccolo, Paolo Sorrentino, Ficarra e Picone etc.). L’intento è quello di ricostruire la parabola artistica del grande attore comico inquadrata nella temperie degli anni in cui si è formato e nella città comune ai due registi, Napoli.

E poi ancora: Le proprietà dei metalli di Antonio Bigini” e Mary e lo spirito di mezzanotte, di Enzo D’Alò, entrambi in gara nella sezione “Generation Kplus”. Il primo film è ambientato in un villaggio italiano, dove si dice che il piccolo Pietro abbia poteri psicocinetici. Il cartone animato di D’Alò racconta, invece, dell’undicenne Mary, che in Irlanda sogna di diventare una grande chef. Mary è sostenuta da sua nonna Emer, ma per riuscire nel suo intento intraprenderà un viaggio al di là del tempo, dove quattro generazioni di donne interagiranno. Grazie a quest’esperienza, Mary maturerà molto. Un pezzo d’Italia anche nel cortometraggio Le mura di Bergamo, prodotto da Fandango per la regia di Stefano Savona: il racconto di come è stata vissuta la pandemia nella città di Bergamo, una delle più colpite dal Covid. Sarà proiettato nella sezione “Encounters”.

Italia a parte c’è molta attesa per Superpower, documentario fuori concorso sull’Ucraina e sul presidente Volodymyr Zelensky realizzato da Sean Penn e Aaron Kaufman. La solidarietà all’Ucraina, così come le proteste in Iran, avranno un ampio spazio nella prossima Berlinale a cominciare dalla spilla ufficiale del Festival, che ritrae il caratteristico orso berlinese con i colori della bandiera ucraina. Tra i 18 titoli che si contenderanno l’Orso d’oro, segnaliamo Ingeborg Bachmann – Journey into the Desert di Margarethe von Trotta, Le grand chariot di Philippe Garrel, She Came To Me di Rebecca Miller, e Roter Himmel di Christian Petzold. Infine, ci sarà un premio importante per Steven Spielberg, un Orso d’oro alla carriera che verrà consegnato al celebre regista, produttore e sceneggiatore, vincitore di numerosi premi Oscar, in una serata di gala nel corso della quale sarà proiettato il suo ultimo film, The Fabelmans, una revocazione della sua infanzia e della sua vocazione per il cinema.

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