La 74ª Berlinale: Carlo Chatrian, film italiani in gara e il fascino del cinema d’autore

Comincerà il prossimo 15 febbraio, e per una decina di giorni tutto il mondo del cinema vi terrà gli occhi puntati addosso. È la Berlinale, il tradizionale festival cinematografico della capitale tedesca che festeggia quest’anno la settantaquattresima edizione. Sarà l’ultima di Carlo Chatrian, il direttore artistico italiano che lascia l’incarico (sostituito da Tricia Tuttle). Sarà la Berlinale di Tim Mielants la cui pellicola Small Things Like These, una produzione irlandese-belga che parla di abusi in manicomi femminili negli anni Ottanta del secolo scorso, è stata scelta per l’apertura ufficiale del Festival. Sarà la Berlinale di Martin Scorsese che riceverà l’Orso d’Oro alla Carriera. Sarà la Berlinale del cinema d’autore, con alcuni celebrati maestri (Bruno Dumont, Olivier Assayas, Hong Sang-soo e Victor Kossakovsky), ma sarà anche la Berlinale del cinema emergente e sperimentale, come da tradizione.

E sarà, almeno lo si spera, la Berlinale del cinema italiano: sono ben quattro i film presentati al Festival. Nella sezione “Wettbewerb”, dunque in gara per l’Orso d’oro, vedremo Another End di Piero Messina, prodotto da Rai Cinema, con Gael García Bernal nel ruolo di un vedovo e Renate Reinve come la donna che diventerà la sua compagna dopo che le sarà stata trapiantata la memoria della moglie defunta. Il secondo film italiano in concorso è Gloria!, opera prima della musicista e cantautrice Margherita Vicario: si tratta di una specie di musical pop ambientato in una scuola di musica del 700 a Venezia, e tra gli interpreti figurano Galatea Bellugi, Carlotta Gamba, Veronica Lucchesi, Paolo Rossi, Elio, Natalino Balasso.

Nella sezione “Generation Plus” vedremo Quell’estate con Irène, opera seconda di Carlo Sironi, con Noée Abita, Camilla Brandenburg, Claudio Segaluscio. Nella sezione “Forum” passerà infine il documentario di Costanza Quatriglio Il cassetto segreto, girato a Palermo e che è il racconto di un abbraccio alla Sicilia dalle mura di casa come l’Europa e il mondo, in un secolo di storia. La presenza italiana è arricchita da due serie televisive made in Italy che saranno presentate in anteprima a Berlino: una è Supersex, il biopic su Rocco Siffredi scritto da Francesca Manieri e diretto da Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni, con Alessandro Borghi nei panni della star del porno Rocco Siffredi. L’altra s’intitola Dostoevskij, ideata e diretta dai fratelli D’Innocenzo, con Filippo Timi, Gabriel Montesi e Carlotta Gamba: è la vicenda di un poliziotto sperduto nella periferia romana alla ricerca di un terribile serial killer.

«C’è una nuova generazione di autori italiani che si fa strada quest’anno nella selezione della Berlinale», ha commentato Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, dopo che è stato reso noto alla stampa il programma definitivo del Festival. Lo stesso Del Brocco ha aggiunto: «Le due opere nel Concorso principale riflettono un’idea di cinema già delineata, che non ha paura di percorrere i generi e tentare nuove strade di racconto; un cinema che colpisce per la vivacità di sguardo e per le storie nuove che propone. Piero Messina, alla sua seconda prova di regia, è in gara con un film di respiro internazionale nel quale tratta in modo sorprendente un tema profondo che tocca tutti noi, il dolore del distacco dalle persone che amiamo. Margherita Vicario è invece una voce tutta da scoprire nel panorama del nostro cinema: coraggiosa nelle scelte registiche, muove i suoi passi nel cinema d’autore e lo arricchisce con la sua passione, la musica, dando alla storia risvolti inaspettati. Carlo Sironi, dopo il buon esordio con Sole, ci proietta nelle emozioni senza filtri di un gruppo di adolescenti al confronto con le prime indimenticabili esperienze della vita. E infine l’opera di Costanza Quatriglio che torna nella casa dei genitori per restituirci, con uno sguardo tenero e sentimentale, il mondo appartenuto al padre giornalista, intrecciando memoria privata e memoria collettiva in un unico intimo piano di racconto».

Da sempre la Berlinale porta con sé un coté di mondanità e glamour, con passerelle rosse, feste danzanti e cene di gala. In questo contesto non mancherà la tradizionale Notte delle Stelle, organizzata da Massimo Mannozzi la sera del 17 febbraio nei saloni del Palace Hotel di Berlino, nel corso della quale sarà assegnato l’ambito Premio Bacco.