A Francoforte in mostra le foto dei centenari di Sardegna di Pierino Vargiu alla festa del Circolo sardo
“Ho cominciato a fotografare le sagre di paese con Angela, mia moglie, ma venivo sempre più fortemente attirato dalle persone anziane, come quelle donne sedute fuori dalla porta di casa a prendersi il fresco”, così racconta Pierluigi Vargiu, per tutti Pierino, a Francoforte con la moglie Angela, ospiti della festa del Centro Culturale Sardo Rhein-Main e. V. Francoforte “Maria Carta”. Vargiu ha la passione della fotografia, in sette anni ha fissato con il suo obiettivo 428 centenari e centenarie di Sardegna e li sta facendo conoscere per il mondo. Le sue foto sono richieste anche all’estero perché testimoniano la longevità del popolo sardo.
Efisio, 102 anni “Non ho mai avuto nessun hobby, mai avuto vizi, solo lavoro in miniera e come dopo lavoro, lavoro in vigna, mietere il grano e il sabato e la domenica cura dell’orticello di casa”.
Attualmente sono oltre 460 le persone che hanno superato il secolo in Sardegna. Pierino le ha fissate quasi tutte. Quale sia la ragione di tale straordinaria longevità, genetica, alimentare, il clima dell’isola o altro ancora, lo lasciamo agli esperti, certamente lo scatto di Pierino Vargiu è un gesto di amore verso la sua gente e la sua terra. Difatti lui e Angela conoscono la storia e la biografia degli gli uomini e le donne impressi sulle fotografie. È Angela Mereu che ha raccolto le storie, le biografie e le testimonianze di questi uomini e donne, nati in un tempo lontanissimo a noi, perché il mondo è cambiato molto rapidamente negli ultimi cento anni.
Elena, 103 Tzia Elena qual è i il suo primo ricordo da bambina? “Avevo sei anni , un giorno bussarono all’uscio di casa: il brigadiere dei carabinieri, il sindaco e il prete, ci portarono la notizia che mio padre era morto in guerra. Mio padre aveva 35 anni, gli volevo tanto bene, il suo ricordo non mi ha mai abbandonata, per questo motivo ho un grande desiderio che, spero, si realizzi. L’ho espresso al Sindaco quando è venuto a farmi gli auguri per il mio centesimo compleanno, vorrei che, il giorno del mio funerale, sulla mia bara venisse deposta la bandiera tricolore in quanto a Villasimius sono l’ultima orfana della Prima guerra mondiale.
Elena, ultracentenaria, è l’ultima orfana di guerra, si noti, della Prima guerra mondiale, al suo paese (vedi testo nel riquadro). Armati di macchina fotografica, lui, Pierino, di penna, lei, Angela, hanno anche realizzato due volumi di fotografie e di storie, “Centenari di Sardegna” e “Centenari di Sardegna Vol. II”, attualmente esauriti, autoprodotti e dei quali hanno realizzato un numero ristretto di copie.
Marianna, 104 anni Ci racconta che ai suoi tempi i fidanzati non restavano mai soli in quanto sempre scortati da qualche familiare. Un giorno, mentre lei, la mamma e ‘su sposu’ stavano seduti in cucina sentirono un venditore ambulante di Aritzo che girava per le strade dei paesi del campidano a vendere noccioline e castagne tostate e torrone. Lei pensò bene di dire alla mamma che desiderava mangiare le castagne e le noccioline e quando la mamma si spostò... per la prima volta, lei e il suo fidanzato, poterono baciarsi.”
Angela e Pierino erano presenti alla festa di fine marzo del Circolo sardo di Francoforte, hanno raccontato di questa loro passione e hanno esposto alcune foto. “La serata è andata molto bene”, dice Cristina Burger Piovera, presidente del Cricolo sardo, “abbiamo avuto il tutto esaurito sulle prenotazioni, il pubblico era misto ed era quello che volevamo, con tanti tedeschi di Francoforte che conoscono il circolo, o sono venuti tramite la Freitagsküche, dove si è svolta la festa.”
Antonio, 100 anni Al rientro dalla guerra i familiari vanno alla stazione ad accoglierlo. Come prima cosa la mamma lo abbracciò e gli tolse il pesante cappotto. Lui pensò a un gesto d’affetto, ma, una volta arrivati a casa, la mamma disfò il cappotto e ne fece due gonne per le sorelle.
Una festa cominciata il mattino con un workshop culinario: insieme a due signore venute apposta dalla Sardegna hanno preparato mille culurgiones che poi sono stati gustati alla sera. “I culurgiones sono un piatto tipico, si trova in tutta la Sardegna, ma ogni angolo dell’isola ha la sua propria ricetta e forma”, spiega Burger Piovera. Un altro gruppo si è occupato dei dolci tipici sardi e uno degli antipasti, affettati, formaggi e olive. Dopo l’intervista a Pierluigi Vargiu e Angela Mereu, (cena, caffè e mirto che non può mai mancare), si sono aperte le danze. È la prima festa dopo la chiusura dovuta alla pandemia e come tutto il mondo associazionistico anche il circolo ne ha risentito. “Il circolo vive grazie al supporto della regione Sardegna ma le iniziative sono in parte autofinanziate”, conclude Burger Piovera: “La mia idea in questi anni è cercare di modernizzare il circolo, coinvolgere anche i giovani, il circolo è piccolo, ma in cambiamento, e restiamo un punto di riferimento per i sardi”. A ottobre scadrà il suo mandato e lei spera in un ricambio con dei giovani a dirigere il circolo.