Nella foto da sx: Mariadele Di Fabbio, Matilde Tortora, Natale Rampazzo, Giorgia Capozzi. Foto di ©Salvatore Bufanio

Nasce a Monaco di Baviera il primo Festival del Cortometraggio italiano

Abbiamo incontrato lo staff dell’associazione italo-tedesca Monacorti e.V. che organizza il primo Festival del Cortometraggio italiano, dal 9 all’11 settembre a Monaco di Baviera.

Che cosa è un cortometraggio?

Risponde Matilde Tortora, direttore artistico del “MonaCorti Film Festival”. Storica e critica del cinema, autrice di diversi libri di cinema, Matilde Tortora è nota anche fuori dei confini nazionali per i suoi studi e i vari repêchages operati. È stata membro della Cinémathèque Française, dell’Associazione Italiana Ricerche per la Storia del Cinema e in Giurie di vari Festival Internazionali. Nel 2000 è stata insignita del Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

È cinema. È cinema alla grande, ha dimostrato di esserlo fin da subito. È cinema fondativo, ha infatti dato origine alla meravigliosa avventura che tuttora noi chiamiamo cinema, prima ancora che nascesse il cinema. Mi riferisco alla proiezione del corto “Le Pauvre Pierrot” che Émile Reynaud tenne al Museo Grévin a Parigi nel 1892, tre anni prima della proiezione dei corti dei fratelli Lumière al Salon Indien del Grand Café del Boulevard des Capucines. Dei tre corti che Reynaud proiettò quella sera purtroppo gli altri due non ci sono giunti, ma abbiamo questo a testimonianza dell’inventiva del suo autore e del suo ingegno di pioniere del cinema. Il cortometraggio poi è stato da sempre fucina e palestra di sperimentazione e di libertà e ha anche consentito a molti di cominciare a fare cinema, chi penserebbe ad esempio che Rossellini, Truffaut, Polański, Scorsese, Bertolucci, Olmi e tanti altri abbiano cominciato proprio facendo cortometraggi e che alcuni pur dopo avere fatto dei film lunghi hanno poi di nuovo fatto dei cortometraggi. Lo stesso Pasolini si avvicinò al cinema proprio scrivendo le sceneggiature di tre cortometraggi su invito di Cecilia Mangini, grande regista di cinema corto, i loro lavori sono divenuti tre pietre miliari del cortometraggio italiano. E voglio aggiungere che non è tanto la durata breve la nota distintiva di un cortometraggio, quanto piuttosto la capacità di dire ogni aspetto del nostro stare al mondo in maniera intensa, incisiva, a volte davvero anche in pochi minuti, per cui il cortometraggio è da assimilare non tanto al racconto, quanto piuttosto alla Poesia che è capace di dire anche in pochi versi tanto di noi.

Quali sono le immagini che vi vengono in mente quando pensate all’Italia?

Risponde Giorgia Capozzi, classe 1988, catanese “ndo sangu” e monacense d’adozione da quasi nove anni. Ha riconvertito la sua laurea in filologia classica in culto per la poliedricità e per la parola, che traccia da sempre la traiettoria della sua esistenza: da quella persuasiva, di cui si serve nel suo lavoro di redattrice e social media strategist per un’agenzia pubblicitaria internazionale, a quella un po’ burlona un po’ sagace dei giochi di parole, del teatro e delle filastrocche. La sua curiosità verso il mondo dei cortometraggi è la finestra che le manca per raggiungere l’intensità dell’emozione senza troppi giri di parole. In MonaCorti si occupa di comunicazione e strategie social.

La mia risposta a questa domanda è sicuramente influenzata da una doppia e ineludibile prospettiva: la prospettiva della me italiana d’origine per volere della sorte e quella della me emigrata per scelta. Per questa ragione, le immagini che si riaffacciano alla mente quando penso all’Italia non possono che essere influenzate da questa dualità; sono immagini in movimento, tutt’altro che statiche, che provano a convergere verso una forma unica, alimentandosi della dialettica tra queste mie due inscindibili anime nonché del dialogo costante tra tutte le vivide immagini che possono via via svettare quali simboli patri nei contesti più disparati e che vanno dalle cartoline ingiallite del mio personale passato, passando per le nuove e più moderne fotografie di un’Italia così come ci è raccontata senza il filtro della lontananza da chi la vive nella sua quotidianità, per poi arrivare alle immagini un po’ stereotipate tipiche del turista di passaggio. Visto che sono però incoraggiata a fare un esempio pratico, e considerandomi al contempo quasi investita dalla missione di disintegrare i cliché arricchendo l’immaginario collettivo, ecco che per me l’immagine evocativa delle tavolate all’italiana, o del semplice e stereotipato piatto di spaghetti al pomodoro con la foglia di basilico come guarnizione si espande, ad esempio, con il celebre fotogramma in cui l’Alberto Sordi di “Un Americano a Roma” di Steno si lascia provocare dal maccarrone; altre immagini che mi richiamano il Bel paese sono immagini sinestetiche, infarcite di suoni e odori e sapori, come le urla dei venditori alla pescheria di Catania, i presepi di Via San Gregorio Armeno a Napoli, o gli anziani seduti di fronte alle porte delle proprie case sulle sedie di plastica da giardino nelle calde sere d’estate; ma sono anche le immagini di migranti con le valigie di cartone che tra fine ’800 e inizio ’900 scelsero di attraversare l’Atlantico per approdare in America, le quali perdono nitidezza per confondersi in un accostamento drammatico con le più recenti, dolorose immagini di migranti soli e sofferenti sui barconi fatiscenti al largo delle coste della mia Sicilia.

Come nasce MonaCorti?

Risponde Concetta D’Arcangelo, laureata all´Università degli Studi di Trieste in traduzione, vive a Monaco dal 1994, è una dei soci fondatori e membro esecutivo di MonaCorti.

MonaCorti nasce dall’incontro tra me e Natale Rampazzo – anche lui appassionato della cinematografia breve – che ho conosciuto durante la partecipazione ad un paio di serate di cortometraggi latino-americani. Discutendo su un corto e l’altro decidiamo di diffondere anche il cortometraggio italiano di qualità al pubblico internazionale di Monaco di Baviera. Infatti, dal 2018 MonaCorti organizza proiezioni pubbliche di cortometraggi, italiani e internazionali, incentrati su temi quali multiculturalità, razzismo, stereotipi di genere, migrazione, multilinguismo e molto altro ancora. Gli eventi, tutti ad ingresso libero, nascono dall’idea di fare luce e alimentare il discorso su questi temi da diverse prospettive senza mai tralasciare la preziosa interazione con il pubblico in sala. Grazie al successo raccolto nel corso degli anni e all’incoraggiante supporto del Ministero Italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), abbiamo deciso di organizzare il primo MonaCorti Film Festival, un concorso per autori e autrici di cortometraggi relativi all´Italia che avrà luogo nel mese di settembre a Monaco di Baviera. Nel frattempo lo staff di MonaCorti si arricchisce di nuovi membri e nuove leve che decidono di collaborare all’iniziativa e di condividere la passione per il cinema d’autore e per il dibattito aperto contribuendo a divulgare il valore del “cinema d’essai” coniugato all’amore per l’Italia.

Come partecipare al bando?

Risponde Mariadele Di Fabbio nata e cresciuta in Puglia, vive in Germania da diversi anni dove lavora nel settore del marketing. Per MonaCorti si occupa di comunicazione, del sito internet e delle pubbliche relazioni.

I cortometraggi, che verranno proiettati durante il festival, dovranno essere inviati entro il 10 Luglio secondo le modalità indicate sul sito internet di MonaCorti e dovranno rientrare in una delle seguenti categorie: “Fiction – narrazione di storie inventate” ; “Documentari – narrazione di storie reali di persone, luoghi, ambienti”; “Animazione – opere in cui ci sia un prevalente ricorso alle tecniche e tecnologie del disegno”.

Per maggiori informazioni, visitate www.monacorti.org

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