Nella foto da sx: Angela Saieva, Nino D’Angelo e Gigi D’Alessio. Foto di ©SDA Foto

Sono atterrate sul suolo tedesco le due Star della musica partenopea per antonomasia, Nino D’Angelo e Gigi D’Alessio

Dopo due anni di rinvii causa pandemia, grazie all’impeccabile lavoro svolto dalla MPV Concerti Italiani di Enzo Venturino e Marco Pagano, il progetto “Figli di un re minore”, ha finalmente assaporato all’estero il meritato successo. Quattro le strepitoso date firmate, per il ritorno alla grande di uno degli spettacoli leader della buona musica partenopea dal vivo. Noi li incontriamo al Glaspalast di Sindelfingen e tra riflessioni, emozioni e sano umorismo, parte a ruota libera la nostra chiacchierata.

Siamo con due colossi della musica partenopea e permettimi di dirlo, il re di Napoli Nino D’Angelo e non da meno Gigi D’Alessio. maestro, a voi la parola

Eh vabbò, troppo buona! Lo spettacolo si chiama proprio Figli di due re, perché io e lui, non saremo mai dei re. I “re” li facciamo fare agli altri. Noi siamo nati tra le persone umili, sia io, sia Gigi D’Alessio e quindi, sta tutto a posto.

Gigi D’Alessio, Figli di un re minore effettivamente è partito nel 2019 per arrivare solo oggi all’estero ma di là di tutto, il progetto da dove, come e soprattutto perché è nato?

Guarda Angela, Nino ed io ci conosciamo, credo, almeno da trentacinque anni. Ci vediamo spesso a casa mia o a casa sua e davanti a un bicchiere di vino è nato questo progetto. Purtroppo la pandemia ci ha bloccato, non è stata colpa nostra. Come vedi però, non appena hanno riaperto, siamo stati i primi a venire. Ci dispiace che il pubblico abbia aspettato tanto tempo e con i biglietti già comprati ma purtroppo è dipesa soltanto per cause di forza maggiore e non da noi. Di là di tutto però, noi facciamo questo perché ci piace, perché ci divertiamo, stiamo bene insieme e soprattutto perché siamo quella parte di artisti “napoletani” che hanno sempre voluto portare la musica napoletana e italiana nel mondo.

Nino D’Angelo, ho costatato che c’è in sala anche un pubblico tedesco, qual è la vera clausola vincente e come riuscite a far entrare la musica napoletana, nel cuore di così tanta gente?

Noi siamo figli della più bella espressione musicale, che ci sta nel mondo. Per noi la canzone napoletana…, la “canzone napoletana” è più forte di me e Gigi perché noi, quando facciamo la canzone ci dicono che è bello, quando li andiamo a confrontare con i classici napoletani ci “miettemmu a ridere”. Noi siamo…, noi abbiamo la fortuna, quella di essere napoletani e di essere dei cantanti napoletani, perché: è da un po’ di tempo che questa parola non si usa più! Noi vogliamo che questa “parola” non muoia mai perché “senza i cantanti napoletani” chi a canta quella canzone napoletana? Dico bene Maestro D’Alessio?

“Si sono appropriati tanti…” amareggiato ci dice Gigi D’Alessio “…anche i più grandi tenori la portano, vanno a fare successo nel mondo con la canzone napoletana; noi siamo figli di quella canzone e quindi diciamo “ci spetta” tra virgolette “per diritto” perché la canzone napoletana è come se fossero “i nostri genitori” e noi siamo i “figli” che cerchiamo di difenderla degnamente”. “Ecco…”, sdrammatizza ironicamente Nino D’Angelo “…siamo due “poveri re” per questo, perché la canzone napoletana è “Regina” in tutto il mondo e “nuje siemmo dei poveri re!”

Maestri, se dico una parola: Mario Merola, chi mi risponde?

“Eh…, mi fai…, rischia…” ma mentre Nino D’Angelo cerca una definizione tra le innumerevoli doti dell’Icona Mario Merola, Gigi D’Alessio ci risponde”…vedi Angela, è come stai tu in mezzo a noi! Tu potresti essere Mario Merola…”, la grande metafora fatto dai due Maestri inevitabilmente mi onora e mi toccano profondamente, è un apprezzamento che molti artisti mi fanno ma fa sempre un certo effetto e così cerco di nascondere invano la mia emozione, ma entrambi i Maestri mi sgamano. Lì per lì Gigi D’Alessio riprende il filo del suo discorso “…perché Mario Merola ha creduto tanto in Nino D’Angelo, prima in Lui e poi dopo è passato a me…” poi unanime è la loro conclusione “…siamo passati nelle sue mani e quindi, Mario Merola, quando ci vede insieme, ci vede cantare la sera, si diverte…,” poi Gigi D’Alessio chiaramente si ferma e mi dice “…vedo che ti stai commuovendo…” mentre Nino D’Angelo termina sottolineando “…ma veramente con Mario Merola eravamo amici, eravamo una sola cosa e poi ha avuto la fortuna su due ragazzi che lui ha conosciuto e che vengono dalla stessa storia, dalla stessa Napoli. É come se “Lui” avesse indovinato. In un certo qual modo per noi è stata una fortuna…” ,“…ed è stata anche una grande responsabilità e non dobbiamo far fare brutta figura a Lui” prontamente aggiunge Gigi D’Alessio.

Grati per averci dato sempre attenzione alle nostre telecamere sia qui, sia al Festival di Sanremo, vi chiedo un saluto ai nostri telespettatori, ai lettori del Corriere d’Italia e non per ultimo ai nostri connazionali.

Nino D’Angelo: Vedi Angela…per noi non esistono le televisioni grandi o piccole, come non esiste il colore della pelle e quant’altro. Noi siamo per la cosa giusta. Per noi la giustizia è la prima cosa. Una televisione piccola per noi è valsa come una televisione grande. Noi veniamo dalla radio e dalla televisione libera e sia per me, sia per Gigi D’Alessio, non fa nessuna distinzione…

Gigi D’Alessio concorda e aggiunge: “Ci abbiamo creduto, eravamo tutti piccoli, poi nella vita si cresce e quindi uno ha iniziato e continueremo a rispettare, perché tutti i piccoli possono diventare grandi.

Nino D’Angelo: guarda a me, solo qua, nella mia statura si è fermato…”

Entrambi menzionano, ma con non poca difficoltà, i nomi delle città tedesche designate e Nino D’Angelo ha già pronta una nuova battuta “sai Angela, non parliamo bene il tedesco… e forse manco l’italiano… ma abbiamo imparato a dire: ich liebe dich…” ci dice fiero Gigi D’Alessio, poi terminano così la nostra armoniosa chiacchierata “…facciamo un saluto a tutti i vostri telespettatori di TeleVideoItalia.net e al Corriere d’Italia per cui scrivi…” dice Nino D’Angelo “…sappiamo che ci amano e che ci vogliono bene e sia io, sia il mio amico Gigi D’Alessio, contraccambiamo”. “Ringraziamo voi che siete la parte bella dell’Italia…” termina Gigi D’Alessio “…che mantenete l’Italia all’estero e quindi siamo onorati e vi mandiamo un abbraccio grande ma soprattutto, vi auguriamo una buona vita”.

C’è un incomparabile feeling tra le due Star. Tre sono state le ore di puro spettacolo, dove hanno sfoggiato la bellezza di “sessanta canzoni” scelti tra gli innumerevoli successi, inclusi degli anni ‘80 e ’90. Pura adrenalina e indescrivibili emozioni sono state portate a segno, insieme alla loro spettacolare band di musicisti, in tutte e quattro le colossali date: il 14 settembre a Zurigo, il 16 a Sindelfingen, il 17 a Liegi (Belgio) e il 18 nuovamente in Germania, a Düsseldorf.

In questi anni le due Star, hanno saputo raccontare e portare la loro Napoli in giro per il mondo. Hanno saputo emozionare e si sono emozionati nel vedere quanto amore incondizionato gli riserva il loro pubblico, anche fuori dall’Italia. Questo è quello che hanno regalato e senza esclusioni di colpi, Nino D’Angelo e Gigi D’Alessio in Figli di un re minore.

Con grande umiltà abbracciano i nostri connazionali, s’inchinano e s’inginocchiano a loro senza pregiudizi e in entrambi scopriamo il lato umano specie quando, con le lacrime agli occhi, abbracciano sotto il palco i loro fan e i diversamente abili. Scherzano con loro, dirigono il coro dei loro fan che intonano a squarciagola le loro canzoni, lanciano grandi messaggi come quello dei “cellulari” che spesso vengono usati incondizionatamente male, dimenticando la parte più importante della loro funzione, quella di dedicare più tempo per chiamare e tranquillizzare i propri genitori. Il mega schermo proietta le loro immagini, i loro ricordi e non per ultimo i grandi che hanno fatto la storia della musica napoletana nel mondo, “Mario Merola” e che ora, spetta a entrambi, continuare questo grande percorso.

Un grazie alla “MPV Concerti Italiani di Enzo Venturino e Marco Pagano”. Emozionatissimo e senza parole, per l’incredibile e inevitabile successo, il promoter Marco Pagano nonostante lo stress e l’incidente avuto spaccandosi un braccio, è stato presente e si è detto pienamente soddisfatto. Ha ringraziato tutti coloro che hanno creduto in lui e in questo mega progetto, Figli di un re minore, l’intero staff di supporto, la nostra presenza. Ora vuole dedicarsi un po’ alla sua famiglia e a noi, rispettosi per quanto ha fatto ancora una volta per i nostri italiani emigrati, non resta che dirgli una sola cosa… Chapeau!

Il servizio televisivo redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production e visibile su televideoitalia.net e corriereditalia.de

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