Sophie Scholl a scuola – Incontro con Giuseppe Assandri, autore de “La rosa bianca di Sophie Scholl” (2020)

“Ho scritto pensando a un pubblico giovane” dice Giuseppe Assandri, autore del libro “La rosa bianca di Sophie Scholl” dopo l’incontro di lettura coi ragazzi di alcune classi di italiano presso il liceo bilingue Freiherr-vom-Stein di Francoforte (a maggio). L’incontro è stato organizzato dal direttore scolastico del Consolato generale di FFM, Alessandro Bonesini (vedi box), in collaborazione con il preside della scuola, Procolino Antacido. “Che cosa porta a casa dall’incontro coi ragazzi?” chiede ad Assandri una scolara. “Mi interessa che da questi incontri nasca una curiosità a conoscere questa storia e a scoprire che Sophie può essere incredibilmente, inaspettatamente una nostra contemporanea”, risponde Giuseppe Assandri, autore di libri scolastici e in passato dirigente scolastico presso il Consolato di Dortmund. Vincendo l’adolescenziale ritrosia le ragazze e i ragazzi coinvolti nella lettura fanno domande ad Assandri, in conclusione dell’incontro fanno dei selfie e si fanno autografare il libro che hanno letto in classe con le loro insegnanti di italiano. “Un quasi romanzo”, lo definisce l’autore, “La rosa bianca di Sophie Scholl” (159 pagine) è composto di diciannove brevi capitoli che scandiscono momenti salienti della vita di Sophie Scholl. I titoli esprimono empaticamente la dimensione emotiva di Sophie, come “C’è qualcosa nell’aria”, “Con il cuore in gola”, “I pensieri sono liberi”. “È l’unica ragazza in prima linea, la più giovane del movimento studentesco di resistenza Rosa Bianca” dice Assandri visibilmente toccato dalla vicenda di quella ragazza di cento anni fa, antinazista e decapitata con il sorriso sulle labbra.

1943, giovedì 18 febbraio, Ludwig-Maximilian-Universität a Monaco di Baviera: “Le lezioni erano in corso e non c’era nessuno nei corridoi. Hans e Sophie lasciarono i volantini davanti alle porte, sui davanzali e gli scalini. Il cuore batteva forte e i gesti erano febbrili. Le lezioni stavano per terminare. Si sarebbero aperte le porte e gli studenti sarebbero usciti a frotte. I volantini erano lì ad attenderli, in gran quantità. ‘Dai, Hans, dobbiamo andare, usciamo e tutto sarà finito’. ‘Guarda qui, quanti volantini sono rimasti’. ‘Va bene, li porterò io a Ulm stasera’. I due fratelli si guardarono negli occhi: bastò un attimo per decidere. Salirono a grandi passi sino all’ultimo piano, sotto la cupola, e li posarono sulla balaustra. Sophie diede una piccola spinta alla pila di fogli. Per un attimo, li guardarono svolazzare verso il basso. Proprio in quel momento si aprirono le porte e gli studenti uscirono dalle aule. Risuonò un grido. ‘Ehi, voi, cosa fate? Fermi!’ Il custode li aveva visti e li aveva raggiunti. ‘Siete in arresto. Ora venite con me’” (pag. 127-128). Arrestati, processati, Sophie Scholl, Hans Scholl, Christian Probst furono decapitati il 22 febbraio; Alexander Schmorell, Willy Graf il 19 aprile.

La Rosa Bianca è stato un movimento studentesco di resistenza e antinazista attivo a Monaco di Baviera fra il giugno del 1942 e il febbraio 1943. La protesta pacifica consisteva nella distribuzione di volantini contro il regime di Hitler nel tentativo di risvegliare le coscienze dei tedeschi. Hans e Sophie Scholl aderirono alla Rosa Bianca dopo un passato da adolescenti affascinati dalle organizzazioni naziste giovanili, in particolare per la vita di gruppo a contatto con la natura. Ben presto la fascinazione svanì perché i Scholl videro la disumanizzazione del regime e dell’ideologia nazista. Weiße Rose si ispirava al movimento cattolico di Quickborn, influenzato asua volta dal gesuita di origine italiana, Romano Guardini, e ai valori etici e umanitari della cultura tedesca, da Goethe a Schiller.

Giuseppe Assandri, perché raccontare la storia di questa ragazza di cento anni fa, oggi, nelle scuole, davanti a coetanei, oggi che l’orrore del nazismo, dell’Olocausto non c’è più?

Ci sono due saggi importanti di Paolo Ghezzi (2003 e 2023) ma non c’era ancora un libro in italiano che raccontasse la storia di Sophie Scholl in forma narrativa per ragazze e ragazzi. Sono uno stagionato autore di libri scolastici, seguo molto la letteratura per ragazzi e scrivo anche recensioni di libri per ragazzi, e probabilmente questo lavoro mi ha lasciato qualche sensibilità. Non avevo però mai scritto una storia, una biografia romanzata, e incontrare direttamente i ragazzi che appartengono a un’altra generazione, ad altri mondi comunicativi era una scommessa: chissà se questo libro può dire qualche cosa a loro. Non era assolutamente scontato trovare un linguaggio che potesse intercettare i ragazzi di oggi. Per questo durante le letture faccio molti esempi di attualizzazione, per esempio l’”Instagram Projekt”, che mostra bene come Sophie Scholl possa parlare ai ragazzi di oggi che usano i social e lo smartphone come compagno. Negli incontri con ragazze e ragazzi nelle scuole cerco di dare molto spazio a questo, come abbiamo fatto oggi con Cristina Belloni (lettrice ministeriale alla Goethe Universität di Francoforte, nonché esperta di didattica della lingua italiana che collabora attivamente con il Consolato Generale di Francoforte, n.d.r.)

Nella scrittura del libro ha dovuto operare delle scelte. C’è qualcosa che nel libro che ha dovuto a malincuore lasciare?

Essendo un romanzo biografico ho fatto delle scelte, ad esempio non ho approfondito molto è il rapporto di amicizia/amore con Fritz Hartnagel anche se è che è una delle cose che mi affascina di più.

Ha scritto una lettera immaginaria a Sophie Scholl che è stata pubblicata in un volume realizzato a Forchtenberg (Baden-Württemberg) per i cento anni dalla nascita della ragazza della Rosa bianca. C’è una frase che mi ha colpita maggiormente: “sei viva in chi si sente responsabile del mondo”. Ci può dire qualcosa?

La cosa più emozionante per me è andare nei luoghi dove ha vissuto Sophie Scholl, soprattutto gli anni dell’infanzia e aver parlato con chi l’ha conosciuta. Il padre era il borgomastro della cittadina francone, lei e Hans sono nati in una famiglia liberale, anticonformista. In Sophie Scholl ci sono cose sorprendentemente attuali e che ho messo nella lettera. In questo passaggio pensavo al movimento di Fridays for Future e Sophie Scholl già nel 1941 scriveva del rapporto fra uomo e natura e mi è sembrato uno degli aspetti di maggiore attualità, di chi si sente responsabile dell’ambiente. Oltre a questo in lei questa responsabilità per il mondo è quella delle relazioni fra le persone e lei lo ha dimostrato con la sua vita.


Promuovere l’arricchimento formativo: Alessandro Bonesini e l’Ufficio Scuola di Francoforte/M

Alessandro Bonesini è dirigente dell’Ufficio Scuola di Francoforte sul Meno. L’ufficio è responsabile per le iniziative scolastiche italiane nelle circoscrizioni consolari di Francoforte, Dortmund e Colonia, che corrispondono ai Laender di Assia, Renania, Saarland e Nord Reno Vestfalia. Inoltre, si occupa delle dichiarazioni di valore per i titoli di studio universitari conseguiti nella Bassa Franconia (Wuerzburg in Baviera). L’Ufficio Scuola lavora insieme ai docenti e ai dirigenti delle scuole locali (principalmente le scuole bilingui, ma anche altre scuole che li richiedano) per portare nelle scuole autori o personaggi pubblici italiani, che operano in Italia o in Germania, e che possano offrire agli studenti un arricchimento formativo.

Che cosa ha il libro di Assandri su Sophie Scholl che possa parlare ai ragazzi di una classe bilingue di italiano?

Nei confronti degli studenti delle classi bilingui, il libro di Assandri ha un duplice pregio. In primo luogo, è scritto con un linguaggio moderno e accessibile, il che ne facilita la lettura piacevole, elemento importante in un contesto dove l’italiano spesso non è la lingua dominante degli studenti. In secondo luogo, la narrazione si concentra sugli aspetti più quotidiani e personali di una ragazza di un’età molto vicina a quella delle scuole secondarie superiori: in questo modo, gli studenti si sentono molto vicini alle emozioni, alle paure e alle aspettative di vita della protagonista. Attraverso il racconto di Assandri dunque, Sophie Scholl diventa davvero una compagna di viaggio che appartiene al nostro tempo, al tempo dei nostri giovani, così come a tutti i tempi.

Perché l’Ufficio Scuola del Consolato di Francoforte ha organizzato questo incontro?

Nel contesto della riflessione sulla liberazione dei paesi europei dal nazifascismo, è sembrato importante offrire agli studenti un’esperienza che fosse insieme storicamente significativa, ma linguisticamente accessibile ed emotivamente coinvolgente. La biografia di Sophie Scholl scritta da Giuseppe Assandri è sembrata ideale a questo scopo. Lui aveva già presentato il suo libro a Unna e all’università di Bochum, e la collettività italiana e gli studenti avevano accolto l’evento con grande entusiasmo. Portare anche a Francoforte questa meravigliosa esperienza e metterla a disposizione degli studenti sembrava davvero un’opportunità da non perdere. Personalmente, ritengo che mai come in questo tempo sia urgente una costante riflessione sul rapporto fra persona e libertà, e sul ruolo essenziale della presa in carico individuale di azioni concrete per la tutela della dignità umana, contro tutti i tentativi, purtroppo sempre più pervasivi, di ridurre l’uomo a semplice ingranaggio non pensante di una rete di poteri ed interessi non sempre orientati al bene comune.

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