Nella foto: Sede dello Sportello Consolare a Saarbrücken. Foto di ©CdI

Da anni la collettività italiana della circoscrizione di Norimberga, dove fino al 2010 era attivo un consolato in piena regola, chiede una presenza consolare stabile

L’ultima richiesta è stata formulata dal senatore Roberto Menia (FdI) sotto forma d’interrogazione parlamentare al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Gli argomenti sono quelli di sempre: lunghe distanze verso il Consolato Generale competente a Monaco di Baviera, difficoltà nello stabilire un appuntamento via internet, diffuso senso di abbandono percepito da una comunità italiana nella circoscrizione di Norimberga che si aggira attorno ai trentamila connazionali.

Roberto Menia chiede i servizi consolari in loco e propone una soluzione praticabile.

Si tratta della formula di “decentralizzazione dei servizi”, una richiesta che da anni è il cavallo di battaglia sia dell’Intercomites Germania sia degli attuali consiglieri Cgie Germania coordinati da Tommaso Conte da Stoccarda.

Nulla di nuovo?

Non sembra perché questa volta i richiedenti hanno in mano un esempio concreto e realizzabile a costo zero.

Si tratta di quello che è passato alla storia della rete consolare in Germania come il “Modello Saarbrücken”.

Dal 2021, infatti, è aperto a Saarbrücken uno “Sportello consolare” con due impiegati locali alle dipendenze del Consolato Generale a Francoforte e ubicati nei locali messi a disposizione gratuitamente dalla Cancelleria di Stato del Saarland.

Costi dell’operazione uguale zero. I due impiegati sono in servizio alla centrale di Francoforte ma distaccati a Saarbrücken, l’affitto dei locali è gratuito e il gioco è fatto.

Questo lo aveva intuito Ricardo Merlo (Maie), quando all’epoca era Sottosegretario agli Esteri, stabilendo in pochi mesi la riapertura di uno Sportello consolare presso il quale è ormai da due anni possibile sbrigare tutti i servizi consolari che implicano la presenza fisica del richiedente (dati biometrici per Passaporto e Carta d’identità, autentiche di firme, certificazione dell’esistenza in vita per i pensionati, ecc.).

Insomma, nel Saarland tutti felici e contenti giacché nessuno si deve più sciroppare una trasferta di quattrocento chilometri, andata e ritorno, per dare le impronte digitali.

Quello che ha funzionato a Saarbrücken può benissimo funzionare altrove e non solo a Norimberga. Orfani delle chiusure consolari in Germania sono rimasti anche i connazionali di Amburgo e di Mannheim. Il “Modello Saarbrücken” è applicabile pertanto ovunque e a costo zero.

Resta solo la domanda: perché non viene adottato?

Ricordiamoci che il partito Fratelli d’Italia è al Governo e forse il senatore Roberto Menia, che appartiene allo stesso partito politico del Presidente del Consiglio, potrà attirare l’attenzione di Giorgia Meloni su questo importante argomento quando sicuramente s’incontreranno nell’uno o altro incontro tra “Fratelli d’Italia”.

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