Foto: Fac-simile CEI.

Almeno una prima risposta e un incontro per parlarne il 30 aprile a Stoccarda

Ricordate la petizione “MobilitiamoCIE”? Ne abbiamo parlato l’ultima volta nel numero di febbraio del “Corriere”. Si tratta della richiesta ai Ministeri dell’Interno e degli Affari Esteri (MAECI) di autorizzare i Comuni a rilasciare la Carta d’identità elettronica (CIE) a chi si trova in Italia ma risiede all’estero.

Al momento, questa categoria di connazionali deve essere iscritta all’AIRE e può ricevere la CIE solo dal proprio Consolato di riferimento, con i tempi di attesa che sono quelli che sono… Tutto sembra pronto per una soluzione fin dal giugno 2022, quando anche il Garante per la Privacy ha dato il suo parere necessario per legge. Da allora, però si è bloccato tutto e non si riesce a sapere nemmeno perché, nonostante gli sforzi anche in sede parlamentare.

Per cercare di sbloccare la situazione e di avere una risposta, nell’estate dello scorso anno si è costituito a Stoccarda e dintorni un comitato che ha promosso una raccolta di firme conclusasi a ottobre. Nelle scorse settimane, il comitato ha consegnato ufficialmente la petizione e le firme raccolte: il 13 marzo nelle mani del Console Generale d’Italia in Stoccarda, dott. Massimo Lagi, e il 26 in quella della Console di Friburgo, dott.ssa Francesca Toninato.

E finalmente si è fatto un passo avanti: uno dei due ministeri, il MAECI, ha finalmente risposto per mano del Consigliere di Legazione Pierluigi Simonetti, a capo dell’Ufficio II – “Servizi per gli italiani all’estero, documenti di viaggio ed elezioni all’estero”. Già questa, dopo quasi due anni di silenzio, è una notizia. Ed è il primo vero risultato dell’iniziativa “MobilitiamoCIE”.

E dunque, che succede? In sintesi, il MAECI ha a cuore la richiesta di tante italiane e tanti italiani, ma il problema viene da una particolare richiesta del Garante della Privacy. Questa richiesta bloccherebbe tutto.

Ma entriamo nel dettaglio. Con una e-mail inviata al Comitato, il Consigliere Simonetti ha prima di tutto ricordato gli sforzi del suo Ministero, in particolare della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero, per arrivare a una “definizione delle specifiche tecniche per l’emissione della CIE da parte dei Comuni per cittadini iscritti all’AIRE, pervenendo nel 2021, nell’ambito dei lavori della Commissione Interministeriale per la CIE, alla stesura degli aspetti tecnici che sono stati poi allegati ad uno schema di Decreto Ministeriale che avrebbe disciplinato il rilascio in Italia della CIE per i cittadini residenti all’estero”. Gli sforzi della Direzione Generale vanno avanti ancora oggi, “continuando a sollevare nelle sue interlocuzioni con il Ministero dell’Interno, responsabile del dossier, l’opportunità che si pervenga ad una soluzione celere nell’interesse superiore dei connazionali iscritti all’AIRE”.

Ma quale sarebbe, dunque, l’ostacolo che impedisce ai Comuni il rilascio delle carte d’identità ai residenti all’estero? Un problema tecnico specifico, legato: “alla necessità di indicare, per il rilascio delle CIE per i minori di 14 anni, le figure genitoriali di padre, madre e genitore. Tale ultima indicazione, ritenuta obbligata” dal Garante della Privacy, “sarebbe alla base dello stallo della definizione della procedura”.

Non sarà sfuggito a chi legge un dettaglio: le CIE che rilasciano i consolati ai minori di 14 anni già riportano i nomi dei genitori. Si aprono, quindi, nuove domande: si tratta di un ostacolo così insuperabile per due Ministeri? Quanto tempo sarà ancora necessario per trovare una soluzione che già viene applicata dai Consolati?

Per chiederlo agli addetti ai lavori e per discuterne con la cittadinanza che vive all’estero, il Comitato “MobilitiamoCIE” organizza a fine aprile un incontro pubblico a Stoccarda. L’appuntamento è il 30 aprile alle ore 18:30 presso l’Hospitalhof in Büchsenstr. 33, Stoccarda.