Nella foto: Massimo Darchini, Console Generale a Francoforte. Foto ©archivio privato

Dall’integrazione alla cultura: uno sguardo su compiti, ruoli e prospettive di Massimo Darchini, nuovo Console Generale d’Italia a Francoforte

Quando arriva un nuovo Console Generale, la curiosità non manca come le “voci di corridoio”. Si dice, per esempio, che Lei sia di lingua madre tedesca e che conosca la Germania come le Sue tasche. Potrebbe condividere con i nostri lettori le tappe professionali che effettivamente ha già assolto in questo Paese?

Grazie per questa opportunità. Sono molto felice di trovarmi nella redazione del Corriere d’Italia. È vero, questa mia nuova esperienza a Francoforte fa seguito a diverse altre mie esperienze professionali in Germania. Ho iniziato al Ministero nel 1999 e dopo due anni ne ho trascorso altri quattro in una sede extraeuropea e cioè nello Sri Lanka. Successivamente, dopo Colombo, ho trascorso tre anni e mezzo a Norimberga. Anche se ora non abbiamo più un consolato in quella città, all’epoca quella sede copriva tutta l’area della Franconia, cioè la parte settentrionale della Baviera. Dopo l’esperienza a Norimberga, sono tornato a Roma, dove ho lavorato per circa quattro anni nell’Ufficio di uno dei Sottosegretari agli Esteri. Dal 2012 al 2017, sono stato Consigliere per l’Emigrazione per gli Affari sociali presso l’Ambasciata a Berlino. È stata un’esperienza molto stimolante e che mi ha permesso di conoscere da vicino la rete consolare in Germania. Dopo Berlino, mi è stata data l’opportunità di diventare Console e di trasferirmi a Stoccarda, che ho accettato volentieri. Nel Baden-Württemberg opera un Consolato Generale che segue le attività di una comunità molto numerosa con circa 195.000 iscritti all’AIRE. Successivamente, sono rientrato al Ministero a Roma, e ora si è presentata l’opportunità di tornare in Germania. Dal 9 ottobre scorso, ho assunto la funzione di Console Generale a Francoforte. È evidente che la Germania è un Paese in cui mi trovo a mio agio. Trovo il lavoro consolare molto stimolante e apprezzo il contatto quotidiano con le persone. Inoltre, c’è anche il fattore linguistico. Mia madre è austriaca, e anche se in famiglia non parlavamo tedesco, ho approfondito la conoscenza della lingua durante frequenti visite in Austria. Ho anche avuto un’esperienza di studio a Graz e ho continuato a studiare il tedesco durante gli anni universitari. Quindi, effettivamente anche dal punto di vista linguistico, in Germania mi sento veramente a mio agio.

Dal mese di ottobre 2023, Lei è Console Generale d’Italia a Francoforte. Vuole fare entrare i nostri lettori nel Suo nuovo Consolato? Per esempio: quali sono le forze a Sua disposizione? Come è organizzato il servizio al pubblico? Come è dislocato il Suo personale nei singoli reparti?

Il Consolato a Francoforte è una realtà molto stimolante, come ho potuto constatare in questi tre mesi. La circoscrizione si estende su tre Bundesländer, Assia, Rheinlandpfalz, Saarland e su parte della Franconia con la zona di Würzburg, dove ho ritrovato contatti che avevo già allacciato quando ero a Norimberga tra il 2005 e il 2008. Queste sono coincidenze che ogni tanto accadono nel corso della nostra carriera. La realtà consolare di Francoforte è effettivamente molto complessa poiché implica proprio contatti con 4 diversi Bundesländer. Attualmente, la collettività iscritta all’AIRE in quest’area conta un totale di 176.000 unità, rendendo la realtà estremamente corposa e diffusa su un’area geografica di ben 53.000 chilometri quadrati. Abbiamo quindi, in pratica, una comunità di 176.000 abitanti, simile a un comune o una città, su un territorio estremamente vasto. Al momento, per cercare di soddisfare le esigenze dei nostri connazionali, siamo poco più di 30 persone, di cui alcune provenienti dal Ministero ed altre, per la maggior parte, assunte localmente come contrattisti, che svolgono un ottimo lavoro. Nonostante la vastità della collettività e le complesse esigenze, la struttura consolare funziona molto bene. Il consolato occupa un intero piano di un edificio, con spazi ampi e luminosi, sia per il pubblico, come le sale di attesa, sia per il backoffice, per chi lavora nella struttura. Naturalmente, se fossimo in più, potremmo fare ancora di più. Tuttavia, osservando la struttura consolare durante le ore di apertura al pubblico, vedo che le persone sono generalmente soddisfatte del servizio offerto. Si tratta di un servizio al pubblico principalmente orientato verso l’emissione di documenti di viaggio, con appuntamenti che seguono il sistema ormai diffuso in tutte le strutture della pubblica amministrazione. Comunque, ci sono margini di flessibilità nel sistema di appuntamenti per coloro che hanno esigenze specifiche, come urgenze o difficoltà digitali, ad esempio per gli over 65. La digitalizzazione ha influenzato anche i contatti con la pubblica amministrazione, e molte pratiche, come l’iscrizione all’AIRE, il trasferimento di residenza e alcune pratiche di Stato Civile, possono essere svolte comodamente da casa. Esiste, per esempio, il programma chiamato “Fast-It” che consente al connazionale di monitorare la propria situazione anagrafica da casa, senza la necessità di recarsi in consolato. Attualmente, la gestione degli appuntamenti per il consolato avviene attraverso un altro programma chiamato “Prenot@mi,” un’evoluzione di un precedente programma chiamato “Prenota Online.” Attraverso questo sistema, il connazionale può selezionare uno slot libero per un appuntamento e presentarsi in consolato per pratiche come il rilascio di passaporto o carta d’identità. Va notato che il passaporto viene emesso e prodotto direttamente in consolato, mentre per la carta d’identità elettronica, i dati biometrici vengono raccolti dal consolato, trasmessi a Roma e il documento viene inviato direttamente dall’Italia all’indirizzo del connazionale.

Parliamo ancora dei servizi consolari. Quali sono attualmente i tempi di attesa per ottenere un appuntamento per passaporti o per una CIE?

Il programma Prenot@mi funziona su un periodo di finestra, la cui lunghezza è decisa dalla sede. Attualmente, ad esempio, abbiamo appuntamenti disponibili che vanno oltre l’estate. Tuttavia, abbiamo effettuato una prova campione dei tentativi come operatori in backoffice per monitorare i tempi di attesa. Se provasse ora a prendere un appuntamento online, sia per il settore passaporti che per la carta d’identità, noterebbe che il primo appuntamento libero è previsto intorno a maggio. Potrebbe sembrare un tempo di attesa lungo, ma ritorno un po’ ai dati che ho fornito in precedenza. Considerando il numero di connazionali e la disponibilità di risorse umane, tutto sommato i tempi di attesa sono nella media. Inoltre, due precisazioni: in primo luogo, riguardo al dato che ho fornito prima di circa 30 unità di personale a disposizione, credo sia noto che questo dato include anche sezioni del consolato che non forniscono direttamente servizi consolari ai connazionali, come l’Ufficio scuola e l’Ufficio culturale. Questo dato non spiega completamente quale sia il rapporto tra il connazionale che richiede il servizio consolare e le risorse umane dedite a quella specifica attività. In secondo luogo, se ci sono connazionali con esigenze particolari, ad esempio la necessità di un viaggio urgente o la difficoltà nel prenotare un appuntamento su Prenot@mi a causa della scarsa dimestichezza con i mezzi digitali, ci sono modalità per venire incontro a queste esigenze. Cerchiamo di adottare un margine di flessibilità per rispondere a tali situazioni, il che ritengo sia giusto.

E la nuova sede? È vera la notizia che lo Stato italiano ha acquistato da anni uno stabile nel centro di Francoforte ma che è ancora lì, vuoto, in attesa di essere ristrutturato?

Il processo di trasferimento immobiliare è un procedimento molto complesso, ma consentirà al consolato di avere una sede e un edificio demaniale, eliminando soprattutto l’onere di pagare affitti onerosi. Credo che Lei ne sia più al corrente di me, che Francoforte ha un mercato immobiliare estremamente costoso come altre città tedesche. Quindi, già qualche anno fa, è stata presa la decisione di valutare la possibilità di abbandonare l’edificio in affitto, il cui canone stava diventando sempre più esoso per l’amministrazione, e di considerare la possibilità di acquistare un immobile. Il mio predecessore ha seguito attentamente questa pratica, individuando l’immobile a cui lei fa riferimento, e in realtà è stata poi espletata una gara europea per i servizi di progettazione, comprendente sia la progettazione preliminare che quella esecutiva. Attualmente, siamo pronti per avviare la fase di ristrutturazione dell’immobile, che al momento è vuoto ma richiede una completa ristrutturazione. Ho avuto l’opportunità di visitarlo nel mese di dicembre, e, sebbene ci sia molto lavoro da fare, sono fiducioso che diventerà un immobile estremamente interessante. Nel corso di quest’anno, ci concentreremo sulla fase di esecuzione dei lavori. La futura sede è situata in una zona di prestigio nel centro della città. Abbiamo già visionato la progettazione grafica dell’edificio, che si presenta all’avanguardia sia in termini di impianti, sicurezza ed efficienza energetica. Attualmente, ci troviamo in una sede temporanea in cui paghiamo un affitto notevolmente inferiore rispetto a quello della sede precedente. Come già accennato, questa temporanea sede offre ampi spazi luminosi e sale d’attesa adeguate per i connazionali, ma non è centralmente posizionata come lo sarà, una volta che i lavori di esecuzione saranno terminati, la nuova sede.

Quanto tempo approssimativamente sarà necessario per insediare la nuova sede consolare?

Non posso fornirle una risposta precisa in termini di tempistiche, ma approssimativamente si stima un periodo di circa 12 – 18 mesi. Attualmente, sono in corso lavori che richiedono una valutazione continua e una serie di eventuali interventi che le autorità competenti, seguendo una prospettiva tecnica di progettazione, potrebbero ritenere opportuni anche durante l’avanzamento dei lavori. È importante considerare che l’edificio ospiterà diverse decine di persone ogni giorno, con un costante flusso di pubblico. Pertanto, la struttura dovrà essere adeguata non solo in termini di sicurezza, ma anche dal punto di vista ergonomico. In questo contesto, è preferibile dedicare qualche mese aggiuntivo, per assicurarsi che tutti i criteri siano adeguatamente soddisfatti.

2024: Elezioni europee e Fiera del Libro a Francoforte con l’Italia Paese ospite. Pronti ad affrontare le due importanti sfide?

I due grandi eventi che ha evidenziato si aggiungeranno al già notevole carico di lavoro del consolato. Nel primo semestre, nel mese di giugno, sono fissate le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Per il consolato di Francoforte, ciò rappresenterà un impegno significativo, specialmente perché le procedure per le elezioni europee differiscono da quelle delle elezioni politiche nazionali o di referendum. Nel caso di queste ultime, si applica la legge 459 del 2001 e si svolgono elezioni per corrispondenza. Per le elezioni europee, invece, le procedure sono diverse: i consolati sono tenuti a predisporre dei seggi in cui i connazionali che intendono votare possono recarsi personalmente e questo metodo è completamente diverso rispetto al voto per corrispondenza. Inoltre, riguardo a questi seggi, ho avuto esperienza nel 2019 in Baden-Württemberg e questi seggi devono cercare di soddisfare le esigenze dei connazionali che si trovano distanti dalla sede del consolato. Di conseguenza, i seggi dovranno essere il più possibile compatibili con la distribuzione della collettività sul territorio, cercando di evitare lunghi spostamenti. Va peraltro notato che ci troviamo in Germania, un paese in cui, tutto sommato, i collegamenti funzionano. Se un connazionale intende votare, avrà la possibilità di utilizzare un mezzo di trasporto per recarsi al seggio più vicino.

I seggi elettorali saranno sparsi su tutta la circoscrizione di Francoforte?

Stiamo valutando se riproporre la dislocazione dei seggi, che fu fatta nella precedente elezione europea. Probabilmente seguiremo questa modalità per permettere a tutti coloro che desiderano votare di avere il seggio in un’area facilmente raggiungibile. Il secondo impegno cui ha fatto riferimento riguarda la seconda metà dell’anno, nel mese di ottobre, con la partecipazione alla Fiera del libro. L’ultima volta che l’Italia fu ospite d’onore alla Fiera del libro di Francoforte risale al lontano 1988, un’epoca in cui la Germania era un mondo completamente diverso. Questa rappresenta un’importante opportunità e una sorta di vetrina promozionale per mostrare l’eccellenza italiana, specialmente nel settore del libro e dell’editoria, ma non solo. Si prevede, inoltre, di proporre una serie di eventi e iniziative a latere della “Buchmesse” per valorizzare la cultura italiana. In questo senso, come ha avuto modo di dire di recente l’Ambasciatore a Berlino, si intende creare un percorso che culminerà nella partecipazione alla Buchmesse. Pertanto, ogni struttura consolare e l’intero sistema Paese Italia in Germania è chiamato ad organizzare una serie di iniziative per promuovere il nostro Paese. Qui, a Francoforte, ci concentreremo in particolare sulla programmazione; in queste settimane stiamo delineando le attività anche concentrandoci sul cinema -non dimentichiamo che quest’anno si celebra il centenario della nascita di Marcello Mastroianni- e intendiamo dedicare momenti di approfondimento a questo grande personaggio del cinema italiano. Ci concentreremo anche sul teatro, sulla storia, sulla scienza e sulla musica. In particolare, per questi ultimi tre settori, stiamo ideando una rete di eventi chiamata “Voci italiane a…”. I puntini di sospensione indicano che non vogliamo concentrarci solo su Francoforte, ma desideriamo organizzare eventi anche in altre città della circoscrizione consolare, come Würzburg e Darmstadt. Stiamo inoltre valutando altre possibili realtà. Mi recherò probabilmente nel mese di marzo in visita in Saarland, a Saarbrücken. Non dimentichiamo che il consolato segue anche questo Land, che ha una dimensione abbastanza ridotta ma una collettività italiana molto importante. Fino a qualche anno fa, a Saarbrücken, avevamo una struttura consolare completa, ora disponiamo di uno Sportello Consolare che funziona molto bene. Lavora in sintonia con le autorità locali e con il Comites locale, così come facciamo con il Comites qui a Francoforte. Anche in Saarland vorremmo portare qualche evento culturale per promuovere la cultura italiana, sempre avendo come punto di riferimento la presenza alla Buchmesse di Francoforte.

Quali sono gli altri progetti previsti per il 2024?

In realtà, ce ne sono molti. Le accennavo del teatro e alla collaborazione con la “Physikalischer Verein” qui a Francoforte, dove abbiamo già realizzato due eventi grazie alla presenza a Darmstadt di un gruppo di ricercatori e di scienziati italiani molto impegnati nell’ambito dello spazio presso l’ESA. Certamente ripeteremo questa esperienza. Inoltre, vorremmo concentrarci su archeologia e territorio, sfruttando una collaborazione già esistente e che vogliamo portare avanti con l’”Archeologisches Museum” di Francoforte. Ho già avuto l’opportunità di incontrare il Direttore, una persona molto attenta all’Italia, appassionato di cultura e della lingua italiana e che parla bene l’italiano e con lui abbiamo già alcuni progetti in corso. Quindi, le iniziative non mancheranno.

Vuole fare un saluto ai nostri lettori?

Sì, assolutamente. Sono felice di essere arrivato a Francoforte e invito sempre i nostri connazionali, la nostra collettività, a seguirci, soprattutto attraverso il sito internet del consolato, che viene costantemente aggiornato e non solo per quanto riguarda le informazioni sui servizi consolari ma anche in particolare sugli eventi culturali a cui facevo riferimento prima. Il sito del consolato è uno strumento per dare al connazionale un’opportunità per comunicare con noi. Sul sito sono indicate anche diverse e-mail a cui è possibile fare riferimento, per particolari necessità o soprattutto per ottenere ulteriori informazioni sulla programmazione culturale.