Faro acceso sulle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e sulla diffusione della lingua e della cultura italiane

Da un comunicato stampa del CGIE si apprende che il 13 gennaio scorso si è svolta in videoconferenza la riunione della Commissione continentale Europa e Africa del Nord del CGIE per predisporre l’attività del 2024.

Come da ordine del giorno, il dibattito si è incentrato principalmente sulle criticità riscontrate nel corso delle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, in vista della consultazione del prossimo giugno, nonché sull’allarmante situazione degli enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana nel continente.

Il CGIE intende sensibilizzare il Governo per evitare errori delle passate consultazioni come la mancata informazione ai connazionali, nonché le inefficienze nel recapito dei certificati elettorali. Di qui è emersa la necessità di confrontarsi con il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale perché sia predisposta un’adeguata campagna informativa e si preveda altresì una più funzionale e articolata ripartizione dei seggi elettorali allo scopo di non penalizzare la partecipazione, come è avvenuto in passato.

Riguardo al secondo punto all’ordine del giorno, la situazione degli enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana, è stato evidenziato come le varie realtà territoriali presentino differenti problematiche e si manifesti il progressivo indebolimento dell’intervento dello Stato nel garantire il diritto all’insegnamento dell’italiano ai figli degli emigrati. Tale orientamento sta determinando notevoli difficoltà per gli enti gestori, i quali sono chiamati ad anticipare liquidità di cui non dispongono, trattandosi di organizzazioni senza scopo di lucro, e a causa di ciò rischiano di ridurre del 60 percento le proprie attività, se non addirittura cessarle. Pertanto, il CGIE intende insistere nella sua opera di pressione sulla Farnesina allo scopo di ripensare il meccanismo dei finanziamenti agli enti gestori adattandolo alle diverse specificità e adeguando l’offerta alle mutate esigenze della diaspora italiana. È stata inoltre avanzata la richiesta di riportare le competenze del settore sotto l’egida della DGIT, che in passato ha dimostrato maggiore attenzione e disponibilità al dialogo.