Nella foto: Roberta Di Laura

La ballerina tarantina trova a Stoccarda la sua dimensione

Ha appena 30 anni ma il suo percorso nazionale ed internazionale è lunghissimo.

Come spesso avviene, l’amore per la danza classica è sbocciato già in tenera età. Sostenuta dalla famiglia, Roberta ha potuto affiancare alla scuola prima e all’Università poi (Laurea in Arti dello Spettacolo e Master in Management dei sistemi turistici) la difficile carriera del balletto classico. Perspicacia, talento, fermezza di carattere e grande spirito di sacrificio le hanno consentito di poter crescere nell’insidioso e molto selettivo mondo della danza classica grazie alla rigorosa autodisciplina richiesta dai suoi maestri di fama internazionale. Dopo aver “peregrinato” per molte accademie e scuole di balletto e palcoscenici di prestigio di Roma, Milano, Parigi, Mosca, New York, Londra, San Pietroburgo, Cuba, Varsavia, Oxford, Tokyo e tante altre, nel 2018 è approdata in Germania sia come ballerina solista che come coreografa e come ricercatissima docente di balletto classico prima a Colonia e da qualche anno a Stoccarda. Detentrice nel 2021 del Premio alla Carriera “Una vita per la Danza” Roberta, come tutto il mondo dello spettacolo, ha sofferto le restrizioni della pandemia. Però non si è arresa:

“Per oltre un anno abbiamo svolto lezioni online tramite Zoom con varie difficoltà, legate al difficile insegnamento di una disciplina, come la danza, senza poter correggere con le proprie mani gli allievi. Molto difficile è stato anche con i più piccoli con i quali, attraverso uno schermo, non era più possibile svolgere le attività danzanti e giocose, fatte fino a quel momento in sala danza. Purtroppo in quel periodo l’insegnamento online è stata l’unica possibilità per mantenere un contatto con i nostri allievi. Moltissimi hanno dimostrato davvero una fortissima motivazione senza mai perdere una lezione. Allo stesso tempo, diverse scuole di danza hanno perso tanti allievi che non trovavano più soddisfazione con la didattica online. È stato un periodo veramente difficile, durante il quale, la speranza di poter tornare presto in sala danza ci ha dato la forza necessaria per affrontare ogni giorno quel nuovo e, fino ad allora, assurdo modo di insegnare. Nonostante le difficoltà, in molte scuole ho potuto constatare che, per certi versi, la didattica online è stata anche utile. Gli allievi che hanno avuto la costanza di seguire quelle strane lezioni hanno imparato molto e proprio in quel periodo ho insegnato tante coreografie che recentemente abbiamo potuto presentare ad un pubblico reale che è tornato ad applaudirci.”

Quando hai pensato di studiare seriamente danza classica?

Ho iniziato a studiare danza prima a Taranto in seguito, per poter arrivare ad un livello professionale, ho iniziato dei corsi di formazione ed a seguire workshops e stages con maestri di fama internazionale presso scuole prestigiose quali: Accademia Nazionale di Danza di Roma, Accademia Teatro alla Scala, Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, Scuola del Balletto di Roma e tante altre.

Quando e dove hai debuttato come ballerina?

Il primo spettacolo importante, in cui ho debuttato come ballerina ed interprete principale, è stato il Titanic Live Concert, andato in scena al Palamazzola di Taranto. Lo spettacolo, musicato da Robin Gibb (Bee Jees) e Robin John Gibb (figlio) è stata un’esperienza particolare, che mi ha portata a lavorare anche con gli effetti ologrammatici e a danzare dal vivo con, alle mie spalle, effetti straordinari ed un’orchestra meravigliosa.

Nella foto: Roberta Di Laura

Le tue stazioni di formazione sono numerosissime. Vanno dal Conservatorio nazionale superiore di musica e di danza di Parigi, alle Accademie di balletto di San Pietroburgo, Cuba, New York, Mosca, Oxford e tante altre ancora. Come ti sei trovata in tutti questi paesi così differenti, sia sul piano professionale che climatico ed umano?

In tutti i paesi, in cui sono stata, mi sono sempre trovata bene e ho ricevuto un’accoglienza calorosa che mi ha fatto sentire meno lontana da casa. A livello professionale ed umano, è strano dirlo, ma molto spesso all’estero si è molto più apprezzati e valorizzati rispetto al proprio paese o alla propria città. Naturalmente ciò che manca, lontano da casa, sono gli affetti più cari. Solo la grande passione per la danza, nel mio caso, e la forte volontà di realizzazione fa superare anche la distanza.

Quali sono gli ostacoli maggiori da sormontare per diventare una brava ballerina?

I sacrifici da affrontare sono veramente tanti. La costanza nell’allenamento è molto importante. Se si vuole diventare professionisti bisogna capirlo presto e fin da giovanissimi si deve intraprendere uno studio serio e motivato di quest’arte, che necessita di tanti anni di studio minuzioso e costante nel tempo. A questo si aggiunge il dover necessariamente mantenere un fisico sempre in forma, dare alla danza la precedenza su tutto e naturalmente essere disposti anche a cambiare vita pur di realizzare i propri sogni.

Nel 2013 sei entrata a far parte del “Consiglio Internazionale della danza” di Parigi. Che riflessi ha sul tuo lavoro quotidiano?

L’ingresso nel Consiglio Internazionale della Danza riconosciuto dall’UNESCO ha significato molto non solo in termini di prestigio ma ha anche modificato positivamente la mia attività di insegnante che attualmente svolgo a Stoccarda. Grazie a questa organizzazione ho la possibilità di offrire, dopo un certo numero di ore, ai miei allievi l’International Certification of Dance Studies ovvero di certificare professionalmente la frequenza ai corsi. Un altro aspetto importante è la possibilità di partecipare ai Congressi Mondiali di Ricerca sulla Danza che si svolgono in tutto il mondo. Proprio in questi giorni sto preparando il mio gruppo di allieve della Tanzschule Chiara Matt di Sielmingen (Filderstadt/Stoccarda) per una esibizione che si svolgerà ad Atene in occasione del prossimo congresso mondiale di danza.

A che cosa devi rinunciare per mantenerti in forma?

Tutte le ballerine devono mantenere un’alimentazione equilibrata per avere un fisico che sia adatto all’arte coreutica e quindi non eccedere nelle quantità e prediligere alcuni cibi più leggeri e meno calorici rispetto ad altri. Inoltre è anche molto importante affiancare alla danza, discipline che fungano da rafforzamento della muscolatura come per esempio il Pilates.

Come mai sei approdata a Stoccarda?

Il mio arrivo in Germania non è stato a Stoccarda ma a Colonia dove ero stata protagonista di vari spettacoli di danza. Sondando il terreno, mi si sono presentate della buone possibilità per il mio settore. Fin da subito, però, le offerte lavorative migliori mi sono venute proprio da Stoccarda e dalle zone limitrofe. Da qui la decisione di trasferirmi stabilmente qui.

Che cosa ti sta dando la Germania?

La possibilità di lavorare con la mia passione in un clima di valorizzazione e apprezzamento che non ho trovato altrove. Naturalmente nessuno regala nulla. I traguardi raggiunti sono sempre frutto di grande lavoro, ricerca e sacrificio; ma qui ho la possibilità di esprimere me stessa ricevendo una risposta positiva ai miei input. Ho la possibilità di realizzare idee e progetti, accolti con entusiasmo. Il mio operato è riconosciuto come un mestiere a tutti gli effetti, tutelato e retribuito in modo totalmente differente da altre realtà.

Ormai “casa tua” è l’Universo. Torni qualche volta alle tue radici tarantine?

Certamente. Non ho mai dimenticato la mia città che cerco di valorizzare ed includere nei miei progetti ogni qual volta ne abbia la possibilità. Anche se a volte la propria città d’origine non offre gli sbocchi lavorativi che vorremmo, non per questo deve essere dimenticata.

Qual è il sogno che rincorri?

Attualmente oltre a sentire fortemente la necessità di viaggiare e danzare in diversi luoghi che non ho ancora toccato, mi piacerebbe dare vita ad una mia compagnia di danza con cui mettere in scena spettacoli itineranti da me coreografati e da questi creare anche dei workshops per scuole non solo locali ma anche all’estero con cui scoprire dei talenti da coinvolgere nella compagnia. A tal fine l’anno scorso ho dato vita al “Roberta Di Laura International Dance Project” volto proprio alla realizzazione di questo ambizioso progetto. Ho già delle allieve molto brave e motivate con cui sto per dar vita ad una compagnia di danza giovanile.

Ti piacerebbe lavorare anche con bambini con origini italiane qui a Stoccarda?

Si molto. Ho già diverse allieve di origini italiane nelle varie scuole dove insegno; ed è sempre bello anche solo scambiare qualche parola in italiano con loro o con i genitori.

Dove e quando ti si potrà applaudire prossimamente?

A giugno ballerò a Roma presso il Teatro Olimpico nel corso di un Festival di Danza e poi farò ritorno nella mia bella Puglia per il conferimento di un Premio. A luglio, invece, avrò l’onore di ballare ad Atene nel corso del prossimo Congresso Mondiale di Ricerca sulla Danza e dove si esibiranno anche le mie allieve. A questo prestigioso evento noi tutte insieme rappresenteremo la Germania.

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