Nella foto: Carretto siciliano. Foto di ©Filippo Piazza, Wikimedia

Il carretto siciliano, come ogni altro strumento di lavoro, è simbolo strettamente legato alla storia economica e culturale nella nostra isola. La storia del carretto siciliano ha inizio ai primi dell’800. Il carretto è nato come mezzo di trasporto di persone e di merci dato che fino ad allora tutti i trasporti e i commerci avvenivano via mare a causa delle cattive condizioni delle strade. Al posto delle strade c´erano le “trazzere” cioè dei sentieri o campi usati da truppe militari. Alla fine del ‘700 il Parlamento fece vari stanziamenti per la costruzione delle strade. Cosi verso il 1830 il governo borbonico si è attivato ad aprire strade fatte da grossi sentieri. Per questi percorsi che fu creato il “Carretto Siciliano” con ruote molto alte, trainato da un cavallo o un asino o un mulo per trasportare grano, agrumi, vino e altri prodotti dell´agricoltura. Un famoso letterato francese durante il suo viaggio fatto in Sicilia racconta di aver visto sulle strade dei carretti, le cui fiancate recavano l’immagine della Vergine o di qualche santo, e il cavallo che trainava carro, era coperto da una bardatura ornata di placche di cuoio e chiodi dorati, recanti sulla testa un pennacchio di colore giallo e rosso (i colori della Sicilia). Erano mezzi di lavoro indispensabili nella vita di ciascuno. Il carretto veniva usato anche come trasporto per tutta la famiglia del contadino, soprattutto nell’area occidentale.

I carrettieri viaggiavano per ore anche nelle notti fredde, e per non essere malinconici cantavano. Spesso cantavano canzoni dedicati alle fidanzate desiderate. Con il passare degli anni il carretto si è trasformato in un’impresa di trasmissione culturale. Vennero presto decorati, prima con immagini sacre e poi con nuovi temi introdotti dall’influenza dei cantastorie, che andavano in giro per la Sicilia narrando storie d’amore. Vi erano anche rappresentazioni delle storie paladine e anche alcune scene della “Cavalleria Rusticana”, come ricordata nella novella dello scrittore siciliano G. Verga dedicate alla figura del carretto oppure nel romanzo “Il Gattopardo”, o in alcuni romanzi di Andrea Camilleri.

Nel tempo il carretto da un uso semplice si è trasformato in una vera e propria opera d’arte. Il colore e i dipinti servivano a proteggere il legno dall’usura del tempo e di agenti atmosferici. Poiché i carretti servivano anche a vendere la merce nei mercati, più il carretto era dipinto con colori sgargianti e storie avvincenti, più attirava l’attenzione dei passanti che si fermavano a vedere e a comprare. Per questo motivo si aggiunsero anche nel corso degli anni dei campanelli per richiamare i compratori.

Il carretto è costruito in legno di diverse qualità come il legno di noce o di fagiano, spesso fregiato da intagli e decorazioni. Proprio per la sua struttura, forma e decorazione, per la sua realizzazione richiedeva gruppi di artigiani con specializzazioni diverse ad es. l’intagliatore faceva uso del legno, il fabbro si occupava di elementi di ferro battuto, il pittore decorava la superficie e le parete della cassa del carro. Oggi è ormai raro trovare artigiani che si occupano della realizzazione del carretto. La conoscenza e l’arte artigiana non sono state perse del tutto, anche se sono meno diffuse, esse sono state stata gelosamente custodite e tramandate nel tempo, da padre in figlio.

Il carretto è formato da due tavole, (il pianale di carico), sul quale sono montate le sponde fisse del carretto, e uno sportello posteriore per rendere facile il carico e scarico della merce. Ogni sponda è divisa in due quadri, su cui vengano dipinte le scene. Le storie rappresentati sulle fiancate vanno da quelle bibliche a quelle storiche. La pittura del carro ha due importanti funzioni: la prima attiene al mondo della superstizione in modo da scongiurare disgrazie, la seconda è protettiva per il legno.

A secondo della zona il carretto assume diverse caratteristiche. A Catania le sponde del carretto sono rettangolari, la tinta è di colore rosso come la lava dell’Etna e le decorazioni e gli intagli sono più elaborati rispetto allo stile palermitano. In alcuni centri storici, durante eventi popolari in onore alla festa del patrono si svolge la sfilata dei carretti siciliani accompagnati da gruppi folcloristici che distribuiscono vino e biscotti.

Il carretto siciliano, anche se è in via di estinzione, esiste ancora. È famoso in tutto il mondo per le sue decorazioni e intarsi a tema cavalleresco. Ancora oggi i carretti decorati e dipinti si trovano nei negozi di souvenir che attirano l’attenzione dei turisti. I colori solari, le decorazioni dei carri sono entrate anche nella moda di famosi stilisti, che hanno ideato scarpe orecchini ecc. Anche nella casa di moda “Dolce e Gabbana” si trova una collezione di vestiti con disegni dei carretti siciliani.

In alcuni paesi dell’isola come per esempio Vittoria, Terrasini e Lipari si può visitare il Museo del carretto siciliano che ci permette di comprendere meglio i vari passaggi storici ed i cambiamenti che sono intercorsi nei territori circostanti.