Foto: La grande Moschea di Medina con la tomba di Maometto (incisione del XIX secolo). Pubblico dominio commons.wikimedia.org

Religioni: I concetti cardinali dell’islam (6): Il dogma musulmano dell’abrogazione (annullamento, abolizione)

Per quasi duecento anni dopo la morte di Maometto, e cioè fino alla proclamazione del Califfo abbaside al-Ma’mun nel 827 d.c (205 dell’anno islamico), il quale asserì la creazione del Corano, non era ancora dogma per i musulmani, se il corano fosse creato oppure eterno, come Dio. Dalla morte del califfo al-Ma’mun nel 833, fino al regno del califfo abbaside al-Mutawakkil nel 848 d.c (851, per altre fonti), ci furono quasi 15 anni di guerra civile sanguinosa. Al-Mutawakkil stabilì che il corano fosse increato, bensì eterno come Dio. Ciò significa che, per oltre 215 anni, né Maometto, né i primi due califfi, neppure il terzo califfo Othman Ibn-Affan, che bruciò tutte le versioni dei primi corani per crearne una versione unificata circa nel 650 d.c, e neanche i califfi amawiti avevano la concezione eterna del Corano.

Negli anni che seguirono alla determinazione del nuovo dogma, teologi ed esegeti musulmani dei primi secoli notarono tante discrepanze e contraddizioni nel testo coranico, sia al livello legislativo che teologico. Come riconciliare allora la visione della perfezione letteraria, teologica e legislativa del Corano con il materiale contraddittorio? Questa fu la domanda che si impose allora. Il Corano mette come principio fondamentale la sua superiorità sugli altri libri sacri (Torah e Vangelo), per la sua veridicità indiscutibile e assoluta: “Non meditano sul Corano? Se provenisse da altri che da Allah, vi avrebbero trovato molte contraddizioni” (4,82).

Eppure come vedremo, lo stesso Corano è pieno di contraddizioni.

La soluzione per rimettere le cose a posto allora fu il concetto di abrogazione. Allah, prima di concludere il suo Tanzil (cfr. CdI aprile 2023, “Differenza fra Tanzil e rivelazione cristiana), decise: 1) di cambiare idea su certe legislazioni o anche dogmi teologici, cancellando dal Corano il testo di alcuni versetti, il cui testo è rimasto nella tradizione scritta della Sunnah; oppure lasciò il testo vecchio nel Corano e fece scendere (Tanzil) uno nuovo che contraddice il precedente? Per risolvere questa difficoltà o aporia fu aggiunto in un periodo tardivo, il versetto seguente: “Non abroghiamo un versetto né te lo facciamo dimenticare, senza dartene uno migliore o uguale. Non lo sai che Allah è Onnipotente?” (2,106).

Su questo testo esplicito dunque si basa la teoria (principio dogmatico per i musulmani) dell’abrogazione. Prima di condividere con voi alcuni esempi di abrogazione, si notino due principi generali: 1) non solo il Corano contiene l’abrogazione, anche la Sunnah, cioè la raccolta degli insegnamenti di Maometto, potrebbero contenere abrogazioni; 2) qualora incontrassimo due versetti portanti dello stesso tema, ma nello stesso tempo contraddittori nel loro contenuto, i versetti medinesi (scritti a Medina dopo l’emigrazione di Maometto nel 622 d.c), abrogano i versetti meccani, scritti a La Mecca, nel periodo che precede l’emigrazione.

In questo articolo tratterò solamente l’abrogazione coranica e darò solo alcuni esempi, rispettando le esigenze tecniche di questo giornale. La Sura 15,9: “Noi abbiamo fatto scendere il monito [il Corano], e noi ne siamo i custodi”. In questo versetto Allah assicura che nessuno possa manipolare o falsificare il testo coranico. E che lui sia il garante. Tuttavia, tale versetto viene abrogato dalla Sura 16,91: “e quelli che fanno del Corano ‘un’accozzaglia slegata’ ”. Si vede qui come sia possibile manipolare e perfino cambiare il testo coranico, spezzandolo, aggiungendoci, togliendo oppure incollando versetti nuovi.

La Sura 4,43 (cfr., anche 2,219) ritiene lecito bere vino, tuttavia non direttamente prima della preghiera: “O voi che credete! Non accostatevi all’orazione se siete ebbri, finché non siate in grado di capire quello che dite …”. Questa norma viene abrogata dalla Sura 5,90-91 che dice: “O voi che credete, in verità, il vino, il gioco d’azzardo, le pietre idolatriche, le frecce divinatorie sono immonde opere di Satana. Evitatele affinché possiate prosperare. In verità col vino e il gioco d’azzardo, Satana vuole seminare inimicizia e odio tra di voi e allontanarvi dal ricordo di Allah e dall’orazione. Ve ne asterrete?”.

La Sura 2,115 afferma che la Qibla (la direzione del volto per la preghiera) è ovunque, poiché Allah è onnipresente: “Ad Allah appartengono l’Oriente e l’Occidente. Ovunque vi volgiate, ivi è il volto di Allah. Allah è immenso e sapiente …”. Questo versetto fu abrogato dalla Sura 2,144 (anche 2,149-150): “Ti abbiamo visto volgere il viso al cielo. Ebbene, ti daremo un orientamento che ti piacerà. Volgiti dunque verso la Sacra Moschea. Ovunque siate, rivolgete il volto nella sua direzione”. È chiaro in questo versetto che la Qibla sia esclusivamente la Moschea Sacra alla Mecca.

Tutti i versetti che chiamano i musulmani a dialogare coi cristiani (16,125) e a considerarli come amici (2,82b), furono abrogati dalla Sura 9 soprattutto il versetto 5, conosciuto anche come “versetto della spada”: “Quando poi siano trascorsi i mesi sacri, uccidete questi associatori* ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati. Se poi si pentono, eseguono l’orazione e pagano la decima, lasciateli andare per la loro strada. Allah perdona, è misericordioso.” Anche il versetto 29: “Combattete coloro che non credono in Allah e nell’Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati”.

Alcuni esegeti e, in genere, i musulmani in Occidente interpretano questo versetto solo come chiamata alla difesa. Tuttavia, la prima frase del versetto, delimita in un modo inequivocabile il motivo per cui devono combattere, ossia “coloro che non credono in Allah e nell’Ultimo Giorno … ecc”. Tale motivo è esclusivamente religioso e dogmatico, laddove i musulmani debbano prendere l’iniziativa per diffondere l’islam e imporlo ai giudei, cristiani e associatori ecc.

La libertà religiosa garantita nella Sura 109,6: “a voi la vostra religione, a me la mia” oppure anche nella Sura 2,256: “Non c’è costrizione nella religione…” e tanti altri versetti di questo genere, furono abrogati dalla Sura 3,19: “Invero, la religione presso Allah è l’islam …” oppure Sura 3,85: “Chi vuole una religione diversa dall’islam, il suo culto non sarà accettato, e nell’altra vita sarà tra i perdenti”.

Si noti che quando i musulmani sono in minoranza e militarmente impotenti, si attiva automaticamente il principio dogmatico della Taqia (nascondersi, camuffarsi), per ingannare il “nemico” non musulmano, e quindi si espone e si propone il corano Meccano, ossia quello prima dell’abrogazione, nascondendo quello risultato dall’abrogazione.

Nota: *Associatori: Sono coloro che associano altri dèi all’adorazione del Dio, uno, unico. Questi potrebbero essere a volte i cristiani, ma talvolta sono solo i “pagani”. Allora quando vengono menzionati nello stesso versetto “cristiani e associatori”, a mio avviso si sta parlando di due gruppi diversi. Quando invece viene menzionato l’aggettivo “associatore” senza il termine “cristiani”, allora s’intendono tutti due i gruppi. Poiché i cristiani, adorando la Trinità, secondo il Corano, adorano tre dèi.