Tra le varie letture di questo periodo, mi ha colpito una lista di priorità per cui pregare e impegnarsi: la pace. Del resto è veramente fondamentale, se ci guardiamo intorno. Non basta andare lontano: la non-pace parte da noi stessi, all’interno di ognuno di noi ci sono conflitti, problemi non risolti, complessi che ci attanagliano perché non accettiamo qualcosa di noi… Spesso, proprio perché non siamo in pace dentro di noi, non riusciamo ad esserlo neanche con gli altri, ed ecco i conflitti interpersonali, familiari, etnici, interetnici…

Propongo alla riflessione un breve spunto per coltivare la pace in noi e tra noi, a partire dagli ambienti in cui viviamo: famiglia, comunità, parrocchia, lavoro, scuola, svago…

L’invito parte dalla parola di Dio: “Rivestitevi… di sentimenti di misericordia”. (Col 3,12)

È proprio questo habitus che ci manca, quando ci imbattiamo nelle inevitabili difficoltà della vita: non accettare un difetto, sperimentare l’incomprensione, scontrarci a causa di pareri diversi, reagire con parole forti e offensive o addirittura con gesti inopportuni, ecc.

Ma basterebbe “saper fare un falò di qualunque momento negativo con un atto di misericordia reciproca, perdonandosi e chiedendosi scusa con semplicità. Diventeremo, così, capaci di ricominciare sempre, al di là di ogni caduta o offesa ricevuta. A questo proposito va detto che è spesso più difficile essere misericordiosi con se stessi. I santi non sono persone che non hanno mai sbagliato, ma che hanno saputo fidarsi di Dio. Vivere la misericordia verso l’altro o verso se stessi significa vederci nuovi. Quando Dio ci perdona, ci rinnova senza più ricordarsi del nostro peccato; anche noi dobbiamo fare così. L’amore risorge più bello se ci si sa perdonare: ci si incontra di nuovo ed è come se ci si conoscesse in quel momento. Per camminare più veloci proviamo ad alzarci, ogni mattina, e a guardare noi stessi e gli altri con uno sguardo rinnovato, senza sorprenderci se un nostro amico, che si era allontanato, torna a cercarci con interesse, senza restare delusi se un altro, da cui non ce lo saremmo aspettato, ci tratta male: tutti possiamo sbagliare e ricominciare. Non ci chiudiamo nei pregiudizi, impariamo a perdonarci e a crescere insieme”. (sr. Nunziella S.)

Proviamo a vivere così, ancorati alla fonte della pace, Dio, che ha inviato Gesù per insegnarci a vivere la pace e a vivere in pace con tutti. Ognuno dia il suo contributo, anche piccolo, certo che come l’oceano è formato da tante piccole gocce, così è anche per la pace, se vogliamo che regni nell’umanità intera.

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