"Signori si vota! Il 22 settembre, quasi sessantadue milioni di tedeschi sono chiamati alle urne per il rinnovo del proprio parlamento, giunto ormai alla diciottesima legislatura. Sono cinque i partiti degni di considerazione e che dovranno vedersela con lo sbarramento del 5%. I Liberali, Fdp, ora al governo con la Cdu/Csu di Angela Merkel non hanno, per esempio, alcuna sicurezza di superare la soglia del 5%, rendendo incerta la riedizione del governo attuale.
Destino diverso quello dei “Linke” e dei “Verdi” che, secondo i sondaggi, superano la soglia del 5%, ma rischiano di restare orfani se Cdu e Spd non riescono ad assorbirli in accordi di governo. La Cdu di Angela Merkel ha quindi problemi col partner liberale, mentre i Verdi hanno problemi col partner socialdemocratico. Morale della favola: riedizione della grande coalizione Cdu/Spd con Angela Merkel a Capo del nuovo governo federale. Questa possibilità starebbe bene addirittura al 23% degli elettori. Nessuna chance avrebbe invece un blocco monolitico “antimerkel” con un patto tra “Die Linke”, I Verdi e la Spd.
Troppe le riluttanze dei socialdemocratici che continuano a trattare “Die Linke” come parenti poveri, non degni di considerazione. Nel frattempo assistiamo a una delle campagne elettorali più silenziose del secolo. Non ci sono scontri frontali. I Socialdemocratici tentano di mettere alle corde la Cancelliera, accusandola di non dire tutta la verità sul saldo del debito greco e suggerendo all’elettore che votando Merkel si voterebbe anche per il costosissimo salvataggio della Grecia bancarottiera.
Ma lo sanno anche i più ingenui che un governo Spd sarebbe tanto vincolato dai trattati europei quanto un governo Cdu. Non è questo il terreno su cui battere Angela Merkel. La Germania sta bene. Non si cambiano le cose che vanno bene. Non si cambia un Governo federale per questioni marginali come la privatizzazione dell’assicurazione contro malattie o il tipo di finanziamento dell’energia ecosostenibile. Le grandi decisioni sono state già prese e le ha prese la Cancelliera Merkel: via dall’energia atomica e sostegno dell’Euro a tutti i costi. L’unico che potrebbe raccogliere consensi per un diffuso disagio verso una politica pro Euro è il neonato partito AfD, la “Alternative für Deutschland” il movimento che formula, in un programma monosillabo, tutto il malcontento contro l’Euro, bollato come causa di tutti i mali dalla Grecia in giù. Ora i sondaggi danno da mesi l’AfD ferma al 2,5 per cento, quindi spacciata dallo sbarramento del 5%. Però, attenzione. Poco tempo fa abbiamo assistito proprio in casa nostra all’effetto ”Berlusconi”.
Nei sondaggi nessuno si dichiarava disposto a votarlo. Nelle urne invece tutt’altra cosa. Potrebbe succedere così anche all’AfD. Beh, staremo a guardare. Tanto, dal punto di vista italiano in Germania, non è che questa tornata elettorale ci faccia bollire il sangue nelle vene. Con amarezza dobbiamo costatare che anche nella diciottesima legislatura gli italiani in Germania hanno perso il treno della partecipazione politica attiva e passiva. Mentre i cognomi turchi, greci, e di altra nazionalità appaiono nell’elenco dei deputati al Bundestag e tra i candidati dei partiti tedeschi, gli italiani li devi cercare col lanternino.
Dopo sessant’anni di presenza italiana in Germania, nessuno dei nostri che ricopra un ruolo apicale in seno a un partito o a un organismo politico nazionale. Nessun italiano di seconda o terza generazione, nessun italiano con la doppia nazionalità. Salta all’occhio invece un annuncio della Spd dell’Assia, dove il 22 settembre si vota anche per il rinnovo del Parlamento regionale.
Ebbene. Il candidato Spd Thorsten Schäfer-Gümbel annuncia la nomina di Garavini Laura, deputata PD del Parlamento italiano nel suo staff di esperti per le questioni europee. Bene. Positivo. Un deputato italiano, e ha un ruolo di primo piano per un eventuale futuro Governatore del Land Assia? Mettersi a disposizione di un governatore tedesco è positivo soltanto se poi ci mettiamo alla ricerca di gente in gamba col doppio passaporto che possa militare nei partiti tedeschi, anche in qualità di esperti per un Thorsten Schäfer-Gümbel e altri come lui.
Chiediamo alla signora Garavini così come anche agli altri eletti all’estero di occuparsi anche dei servizi per gli italiani all’estero, di contrastare la chiusura dei consolati, di ripristinare un equo trattamento nel pagamento delle tasse sugli immobili in Italia, di chiedere l’agevolazione sul pagamento della tassa sull’immondizia per i cittadini emigranti, di chiedere assistenza e sostegno a fronte delle nuove ondate migratorie.
Ecco, mentre le elezioni in Germania ci annoiano come non mai, i politici italiani riescono sempre a riscaldarci l’animo, anche quando sono eletti all’estero.